“Perdoniamo e chiediamo perdono”. Quando i vescovi polacchi, nel 1965, scrivono ai vescovi tedeschi, queste parole sono emblematiche. Rappresentano la chiusura non solo di una inimicizia, ma anche del cerchio della Seconda Guerra Mondiale. La Polonia, luogo dei campi di sterminio nazisti e in quel momento sotto il dominio comunista, tendeva la mano ai fratelli tedeschi. Superava le inimicizie della guerra. Andava oltre nel percorso della storia.
Cinquanta martiri del nazismo sono stati beatificati in Francia lo scorso 13 dicembre. Si tratta di un Gruppo guidato da padre Raymond Cayré, dal frate minore Gérard-Martin Cendrier, il seminarista Roger Vallée, il laico Jean Mestre e 46 compagni. La maggior parte di questo gruppo proveniva dal Gruppo di Lavoratori Cristiani e sono quasi tutti morti in campi di concentramento, dove erano stati inviati a causa del loro apostolato, attivamente proibito dal Regime di Hitler.
Sorge dietro l’imponente Parlamento di Bucarest, che voleva dare l’immagine della forza del regime di Ceasescu al mondo, e si staglia con la sua cupola in maniera forte, come un segno di potenza. La Cattedrale Nazionale di Romania, chiamata Cattedrale della Salvezza del Popolo, è stata formalmente inaugurata il 26 ottobre, alla presenza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, dopo 15 anni di lavori. È la più grande chiesa cristiana ortodossa al mondo.
“Immagino che ci saranno alcuni aggiustamenti da entrambe le parti in Germania, ma sono fiducioso che le cose si risolveranno in modo positivo”. Lo dice Papa Leone XIV, martedì pomeriggio, sul volo che da Beirut lo stava riportando a Roma dopo i cinque giorni di viaggio apostolico in Turchia e Libano, rispondendo ad una domanda di una giornalista dell’emittente radiofonica tedesca ARD sulla Chiesa in Germania e sui suoi tentativi di riformarsi attraverso un Cammino sinodale, iniziato nel 2019.
Quella dell’Ucraina è una vittoria che, se verrà, rappresenterà la vittoria della luce sulle tenebre, e non solo una mera vittoria militare. Perché in un mondo in cui il diritto della forza ha soppiantato la forza del diritto, superare una difficile situazione di una guerra arrivata al dodicesimo anno, ma che da quattro anni è ormai ad alta intensità, sarebbe solo volontà di Dio.
C’è una stanza, nel Parlamento ungherese, che ha al centro una tavola rotonda. È vicino alla corona di Santo Stefano, e può passare inosservata ai turistiche visitano l’imponente Parlamento neo-gotico. Al suo interno, c’è una croce verde, di bellissima fattura, donata dal Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. È la sede del Gruppo Interparlamentare di Preghiera, un’iniziativa che riunisce i parlamentari cristiani periodicamente. Si prega, si cerca forza nella fede, si trova uno spazio per Dio all’interno di agende politiche molto difficili.
La morte del cardinale Lucian Mureșan, lo scorso 25 settembre, ha chiuso un’era per la Chiesa greco-cattolica romena. Mureșan era dal 1994 presidente del Sinodo, praticamente da pochi anni dopo che la Chiesa romena di rito bizantino era uscita dalla clandestinità, e dal 2005 ne era stato eletto arcivescovo maggiore, il primo di una storia rinnovata. Con la sua morte, comincia un nuovo capitolo, con un nuovo arcivescovo maggiore, Claudiu Pop, che a Blaj era stato ausiliare di Mureșan e che ora vi torna alla guida di una comunità senz’altro viva.
Era stata costruita duecento anni fa, come edificio temporaneo, e per questo le era stato dato il titolo di “pro-cattedrale”. E questo anche perché l’originale cattedrale, la Christ Church, era diventata cattedrale protestante dopo la Riforma, e, in una situazione di difficile conflitto, una cattedrale cattolica a pieno titolo avrebbe potuto essere una provocazione. Ma Leone XIV ha deciso che la pro-Cattedrale di Santa Maria (St. Mary) sarà ora la cattedrale cattolica di Dublino, la prima nella capitale irlandese da ormai 500 anni.
Sono stati più di 2.000 i crimini di odio contro i cristiani in Europa. Lo rivela un rapporto dell’Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani in Europa (OIDAC), con sede a Vienna, che quotidianamente spulcia giornali e fonti e dettaglia gli attacchi anticristiani in Europa. Una documentazione precisa e incontrovertibile, che racconta di una realtà spesso oscurata dai media.
Era rimasta senza testa per quasi 490 anni, da quando, nel 1536, i protestanti la avevano decapitata, e le avevano anche rimosso il Gesù Bambino dalle braccia. Ma oggi la statua della Vergine Maria nella cattedrale di Losanna ha di nuovo la testa, ricostruita grazie a uno straordinario progetto nato per celebrare i 750 anni del tempio.
Il cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo metropolita di Westminster, in Gran Bretagna, è nato a Crosby l'8 novembre 1945 e compie dunque oggi 80 anni, perdendo così il diritto di voto in un futuro conclave.
Non erano che rocce, o luoghi di cui si era dimenticata la storia, e ora sono di nuovo posti pieni di vita, dove si celebrano matrimoni, e dove la gente si riunisce. Sono 63 chiese del Libano, restaurate con un progetto che è iniziato nel 2018, finanziato dall’iniziativa Hungary Helps, e che ha visto la stretta collaborazione dell’Università Cattolica di Budapest Pázmány Péter e dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik, in partenariato con la Direzione Generale delle Antichità del Ministero della Cultura del Libano.
Con una celebrazione nella Basilica delle Tre Fontane, nel luogo del martirio di San Paolo, è stata finalmente firmata la rinnovata Charta Œcumenica. Venticinque anni dopo, le Chiese sorelle di Europa rinnovano i loro impegni, con una Charta rinnovata, che presenta 55 impegni concreti (nella prima Charta erano 26) per avanzare l’ecumenismo in Europa.
Il Cardinale Dominik Duka, O.P., Arcivescovo Metropolita emerito di Praga, nella Repubblica Ceca, è morto oggi all’età di 82 anni: era nato il 26 aprile 1943 a Hradec Králové.
Da Oslo, dove c’è il Comitato per il Nobel per la Pace, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, padre e capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale a sostenere l’Ucraina che vive “una crocifissione davanti agli occhi del mondo”. Inoltre, in un incontro ecumenico, l’arcivescovo maggiore ha lanciato un appello per una “purificazione dell’ecumenismo”.
Dopo cento anni come amministrazione apostolica, la più antica del mondo, Tallinn è finalmente diventata una diocesi, certificando così una maturità che può avere un grande impatto, in termini di fedeli e di impatto. Nel frattempo, l’Estonia ha avuto anche il suo primo beato, il vescovo missionario Eduard Profittlich, che fu visto l’ultima volta pregare di fronte alle porte della cattedrale di Tallinn, e il cui destino è stato incerto fino a quando non fu trovata prova che era morto in prigionia.
Il prossimo 5 novembre, presso l’Abbazia delle Tre Fontane, sarà finalmente firmata la nuova Charta Œcumenica, l’aggiornamento del documento che 25 anni fa il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e il Consiglio Europeo delle Chiese (CEC) firmarono per delineare l’impegno europeo.
Il cardinale Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, non si nasconde: a 100 anni dalle conversazioni di Malines, ci sono ancora varie sfide nel cammino dell’unità cattolico-anglicana. Sfide “teologiche, pastorali, sociali”. Eppure, il dialogo continua.
Il tetto della cattedrale di Nantes era già stato vittima delle fiamme nel 1972. Ma cinque anni fa, la cattedrale di Nantes ha ripreso a bruciare, a causa di un incendio doloso che ha avuto luogo solo un anno dopo quello che ha fatto crollare il tetto di Notre Dame a Parigi. L’impatto psicologico sulla popolazione francese è stato enorme. Ma cinque anni dopo, la cattedrale di Nantes è stata riaperta, per una seconda rinascita dopo quella di Notre Dame dello scorso anno.
È un lavoro ampio, verso nuove frontiere. La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, nell’ambito della guerra che imperversa nel Paese, ha cominciato a delineare quella che chiama una “teologia della speranza”, ispirata dall’anno giubilare, ma anche dalla necessità di guardare oltre le situazioni di guerra. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha certificato questo sforzo lo scorso 26 settembre ad un simposio di teologia nell’Università Cattolica di Lviv.