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Un servizio di EWTN News

Giornata Mondiale della Pesca, la Santa Sede: “Nessuno resti indietro”

Una immagine di lavoratori del mare

Ribadendo una cura pastorale che la Chiesa ha sempre avuto nei confronti del settore della pesca, il Cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, sottolinea che ci vuole un impegno coordinato internazionale perché “nessuno resti indietro”.

Il Cardinale lo sottolinea in un messaggio per la Giornata Mondiale della Pesca, che si celebra il 21 novembre di ogni anno. L’interesse pastorale per il settore della pesca ha ormai un secolo, e la Chiesa ha sempre avuto un particolare interesse per i lavoratori marittimi, la cui cura è affidata alla sezione Stella Maris del dicastero.

Nel messaggio, il Cardinale Czerny ricorda, dati FAO in mano, che l’85 per cento dei lavoratori del mare si trova in Asia, il 9 per cento si trova in Africa, il 4 per cento nelle Americhe e l’1 per cento ciascuno in Europa e Oceania.

Il settore, nota il cardinale, è “colpito da diversi problemi endemici che minacciano lo sviluppo e la vita significativa delle comunità di pesca, così come la stessa esistenza delle industrie di pesca”, e tra queste anche minacce (come il cambiamento climatico) che sono vere e proprie minacce per il pianeta.

C’è bisogno, dunque, di cooperazione internazionale, che potrebbe aiutare a “tracciare problemi come la rottura dei diritti umani, le cattive e non sicure condizioni di lavoro incompatibili con la dignità umana”, nonché l’inquinamento delle acque e la distruzione delle aree costiere.

Problemi che sono stati esacerbati dalla pandemia, che hanno chiuso “porti, mercati del pesce e ristoranti”, causando una significativa riduzione degli affari, con un impatto economico sentito particolarmente sui piccoli pescatori.

Sì, ammette il Cardinale Czerny, i governi “sono intervenuti a supportare quanti sono stati colpiti negativamente dalla pandemia”, ma allo stesso tempo gli aiuti hanno avuto dei limiti e molti “sono rimasti senza aiuto”.

Si deve, allora, “unire gli sforzi per creare una nuova coscienza sociale e forme innovative di solidarietà in cui nessuno sia lasciato indietro”.

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