Roma, 19 February, 2025 / 2:00 PM
Una chiesa gremita di giovani per un giovane. E quel giovane ha un nome: Pier Giorgio Frassati. Il Beato Frassati. Il clima che si respira in questi giorni nella parrocchia romana di Santa Galla in via Circonvallazione Ostiense - da domenica 16 febbraio scorso al prossimo 22 febbraio è esposto qui una reliquia del Beato torinese - è davvero speciale. Conoscere questo Beato è come fare un viaggio in un'altra epoca ma, allo stesso tempo, questo "volo proustiano" della memoria, permette di interrogarsi sul presente di tante ragazze e ragazzi di oggi. E ieri sera, nella parrocchia di Santa Galla, sembrava che Frassati fosse lì; fosse presente con i tanti giovani convenuti a questo momento di dialogo e di ascolto culminato con la recita del Santo Rosario, così come il Beato avrebbe voluto .
Davanti all'altare della parrocchia di Santa Galla, una gigantografia del suo volto. Ai piedi, la reliquia della sua camicia e poi, simbolicamente, una corda e un piccone. E poi l'immancabile corona del Rosario. Un momento di grande spiritualità ma non solo. La storia di Frassati, spiegata tra l'altro da dei pannelli che fanno da cornice alla navata sinistra della chiesa (una mostra itinerante strutturata dal'Azione Cattolica Italiana), è stata al centro dell'incontro organizzato da Don Renato Pani, viceparroco della chiesa di Santa Galla. E poi, soprattutto, tante domande sul presente. Come è possibile che Frassati possa parlare nel nostro oggi? Tanti giovani, grazie a un questionario distribuito durante l'incontro, hanno risposto a questo quesito; e poi, con fiduciosa preghiera, hanno deposto davanti a quell'immagine “viva” le loro speranze, le loro ansie, i loro problemi, le loro domande esistenziali. Quelle più intime del cuore.
AciStampa ha incontrato Don Renato Pani per poter riflettere ancora di più sulla figura del Beato Frassati e su questo dialogo con i giovani.
Cosa vuol dire parlare di un giovane di ieri ai giovani di oggi?
Da una parte, tranquillizzarli. Sono pieni di una narrativa in cui sembra che i tempi che stiamo vivendo siano i peggiori di tutta la storia. In realtà, non è così. Ci sono tanti corsi e ricorsi storici che sfatano questa idea. In questo possiamo vedere come il Signore si prende cura della storia e dell'umanità soprattutto. Questa è una grande consolazione! C'è una continuità che profuma d'Eterno: è Dio che tiene le redini della storia con tutte le sue storture che volge però verso il bene. Quello che colpisce di più di Piergiorgio è questa concretezza di santità: questo giovane di ieri è un giovane di oggi. Ha anticipato il Concilio Vaticano II ei ragazzi lo hanno sentito come uno di loro. Questo suo essere giovane di oggi lascia il segno nei cuori di tanti giovani!
Qual è, secondo lei, l'aspetto (umano e spirituale) di Frassati più vicino alla nostra società?
La sua quotidianità. Frassati incarna l'essere nel mondo ma non essere nel mondo. Pier Giorgio è completamente dentro la nostra società. La dimensione dello studio, ad esempio. Abbiamo fatto leggere ad alcuni universitari alcuni suoi scritti. Uno di questi dice: “Quando tornerò dovrò studiare per i miei esami e lì sarò morto a tutti tranne alla conferenza della San Vincenzo”. In questa sessione d'esami lui fa entrare Dio: è la quotidianità santa di Pier Giorgio! Noi, abbiamo bisogno di un contatto, di un'umanità di una vicinanza che solo Dio ci offre: è lì con noi, nella nostra vita di tutti i giorni. E ciò Pier Giorgio ce lo dice bene!
Quale eredità ci lascia?
Il messaggio più bello che Frassati lascia a loro è quello di guardare verso l'alto. Li ho trovati colpiti e incoraggiati. Spesso e volentieri i ragazzi hanno uno sguardo sul presente tanto preoccupato dato dalla contingenza, dal mondo, da quello che gli chiede e che pretende e quello che loro pensano che il mondo gli chieda e pretenda. Fanno fatica ad interfacciarsi con un Dio che non chiede nulla ma si dona. Questo suo "dunc in altum" gli dà la possibilità di rivolgere lo sguardo verso l'alto e di capire che c'è tanto altro: guardando verso l'alto - e non i loro piedi - i giovani riescono a incontrare i fratelli, Dio. Stasera, i ragazzi si sono messi a scalare questa montagna che li porta verso il Signore.
Don Renato, dopo aver avuto questo breve colloquio con noi, ci lascia. Si dirige verso i giovani : dopo il Santo Rosario, in programma, un momento conviviale. Sorrisi, volti, parole s'incrociano. Fra questi volti, uno: è quello di Pier Giorgio Frassati.
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