Roma, 25 May, 2025 / 5:39 PM
Dopo aver sostato ai piedi del Campidoglio, Papa Leone XIV ha raggiunto la Basilica di San Giovanni in Laterano per celebrare la Messa per l’insediamento sulla Cathedra Romana.
“La Chiesa di Roma – ha detto il Papa nell’omelia - è erede di una grande storia, radicata nella testimonianza di Pietro, di Paolo e di innumerevoli martiri, e ha una missione unica, ben indicata da ciò che è scritto sulla facciata di questa Cattedrale: essere Mater omnium Ecclesiarum, Madre di tutte le Chiese”.
Tipico di una madre – ha aggiunto – sono “la tenerezza, la disponibilità al sacrificio e quella capacità di ascolto che permette non solo di soccorrere, ma spesso di prevenire i bisogni e le attese, prima ancora che siano espresse. Sono tratti che ci auguriamo crescano ovunque nel popolo di Dio, anche qui, nella nostra grande famiglia diocesana: nei fedeli, nei pastori, in me per primo”.
Annunciare fin dall’inizio il Vangelo – ha ricordato commentando le letture della Messa – “non è stato un processo facile: ha richiesto tanta pazienza e ascolto reciproco; Paolo e Barnaba hanno cercato la comunione con la Chiesa madre e vi si sono recati con umiltà. Lì hanno trovato, ad ascoltarli, Pietro e gli Apostoli. Si è così intavolato il dialogo che finalmente ha portato alla giusta decisione: quello che poteva sembrare un problema è divenuto per tutti un’occasione per riflettere e crescere”.
“La comunione – ha sottolineato ancora Papa Leone – si costruisce prima di tutto in ginocchio, nella preghiera e in un continuo impegno di conversione. Nelle scelte della vita non siamo soli. Lo Spirito ci sostiene e ci indica la via da seguire. In primo luogo lo Spirito ci insegna le parole del Signore imprimendole profondamente in noi: noi siamo tanto più capaci di annunciare il Vangelo quanto più ce ne lasciamo conquistare e trasformare, permettendo alla potenza dello Spirito di purificarci nell’intimo, di rendere semplici le nostre parole, onesti e limpidi i nostri desideri, generose le nostre azioni”.
“E qui – ha proseguito - entra in gioco l’altro verbo: ricordare, cioè tornare a rivolgere l’attenzione del cuore a ciò che abbiamo vissuto e appreso, per penetrarne più profondamente il significato e gustarne la bellezza”.
Il Papa ha poi ricordato l’impegno della Diocesi di Roma “articolato su vari livelli di ascolto: verso il mondo circostante, per accoglierne le sfide, e all’interno delle comunità, per comprendere i bisogni e promuovere sapienti e profetiche iniziative di evangelizzazione e di carità. È un cammino difficile, ancora in corso, che cerca di abbracciare una realtà molto ricca, ma anche molto complessa. È però degno della storia di questa Chiesa, che tante volte ha dimostrato di saper pensare in grande, spendendosi senza riserve in progetti coraggiosi, e mettendosi in gioco anche di fronte a scenari nuovi e impegnativi. Ne è segno il grande lavoro con cui tutta la diocesi si sta prodigando per il Giubileo, nell’accoglienza e nella cura dei pellegrini e in innumerevoli altre iniziative. Grazie a tanti sforzi, la città appare a chi vi giunge, a volte da molto lontano, come una grande casa aperta e accogliente, e soprattutto come un focolare di fede”.
Come Vescovo di Roma, Leone promette e si impegna a “entrare in questo cantiere così vasto mettendomi, per quanto mi sarà possibile, in ascolto di tutti, per apprendere, comprendere e decidere insieme: cristiano con voi e Vescovo per voi, come diceva Sant’Agostino. Vi chiedo di aiutarmi a farlo in uno sforzo comune di preghiera e di carità”.
Infine il Papa ha voluto ricordare l’omelia della Messa di insediamento sulla Cathedra Romana di Giovanni Paolo I. “Anch’io – ha concluso rivolto ai romani - vi esprimo tutto il mio affetto, con il desiderio di condividere con voi, nel cammino comune, gioie e dolori, fatiche e speranze. Anch’io vi offro quel poco che ho e che sono, e lo affido all’intercessione dei Santi Pietro e Paolo e di tanti altri fratelli e sorelle la cui santità ha illuminato la storia di questa Chiesa e le vie di questa città”.
Al termine della Messa Papa Leone si è affacciato alla Loggia centrale della Basilica Lateranense.
“Viviamo la nostra fede specialmente durante questo anno del Giubileo cercando la speranza – ha detto il Papa parlando a braccio - cercando di essere noi stessi testimonianza che offre la speranza al mondo, un mondo che soffre tanto. Tanto dolore per le guerre, la violenza, la povertà. Ma a noi cristiani il Signore chiede di essere sempre testimonianza viva: vivere la nostra fede, sentire nel nostro cuore che Gesù Cristo è presente e sapere che Lui ci accompagna sempre nel nostro cammino. Grazie a voi per camminare insieme: camminiamo tutti insieme, contate sempre su di me. Con voi sono cristiano e per voi vescovo”.
Articolo aggiornato alle ore 18.53 del 25-05-2025
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