Dubai, 26 May, 2025 / 4:00 PM
“Non siamo un insieme di Chiese nazionali che esistono l'una accanto all'altra. Non siamo nemmeno un'estensione delle nostre chiese nei nostri Paesi d'origine. È molto più importante essere membri vivi di questa Chiesa, la Chiesa in Arabia. Formiamo l'unico corpo mistico di Cristo nel Golfo”.
Così ha detto il vescovo Paolo Martinelli, vicario apostolico dell'Arabia meridionale, iniziando la sua visita pastorale sul tema "Ancorati nella speranza" presso la chiesa di Santa Maria a Dubai, considerata la parrocchia cattolica più grande del mondo.
Migliaia di fedeli si sono riuniti per la Messa di apertura di questo momento significativo nella vita della Chiesa locale. La visita è iniziata con un forte invito all'unità, all'amore e alla speranza.
Prima della celebrazione, il vescovo Martinelli si è rivolto ai fedeli , introducendo i temi principali della visita pastorale.
Il vescovo Ha invitato i parrocchiani ad abbracciare l'Anno giubilare in corso, Pellegrini della speranza, e a considerare la loro esperienza di migranti come un viaggio spirituale.
"Vi invito a vivere la vostra condizione di migranti come un modo per diventare pellegrini di speranza", ha detto. "Abbiamo bisogno della speranza cristiana, quella speranza che non ci delude perché radicata nell'amore di Cristo, un amore irrevocabile, un amore per sempre".
Questi sono stati ulteriormente sviluppati nella sua omelia.
"Non c'è unità più forte di quella che nasce dall'amicizia di Cristo per noi, un'unità che supera tutte le differenze e le culture, per farci un solo corpo", ha affermato il Vescovo. E citando l'omelia inaugurale di Papa Leone XIV, ha esortato i fedeli a desiderare l'unità: “Possiamo anche noi avere lo stesso desiderio nei nostri cuori, in modo che le nostre differenze culturali non siano mai un'occasione di divisione ma di arricchimento reciproco?”.
Il vescovo ha poi proposto un esame di coscienza: “Stiamo veramente camminando e crescendo nella nostra vita spirituale, o siamo bloccati nella mondanità e nella mediocrità? Camminiamo insieme o siamo isolati gli uni dagli altri? Siamo ancorati alla vera speranza o stiamo riponendo la nostra fiducia in cose effimere come il denaro, il potere e la carriera? Queste sono le domande fondamentali di questa visita pastorale”.
Ha concluso esprimendo la speranza che i giorni a venire approfondiscano la comprensione dell'unità in Cristo da parte della comunità: “Che questi giorni di visita pastorale ci aiutino ad accogliere l'azione dello Spirito Santo, che solo può armonizzare la nostra diversità in una vera unità”.
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