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Papa Leone XIV: "Amate Dio e i fratelli, siate generosi, ferventi nella celebrazione dei Sacramenti, nella preghiera"

Papa Leone XIV alla Celebrazione di oggi
La basilica di San Pietro oggi

Seconda Messa di pontificato con ordinazioni presbiteriali per papa Leone XIV. La prima, lo scorso 31 maggio. E questa mattina, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, sempre nella basilica di San Pietro, sono 32 gli ordinandi al sacerdozio. 

Le Letture della celebrazione: la Prima lettura, è tratta dal libro del profeta Ezechièle (34, 11-16); poi, il salmo 22; e la Seconda Lettura, dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5, 5b-11). Infine, Il Vangelo secondo Luca, al capitolo 15: l’episodio evangelico della pecora ritrovata. 

Papa Leone XIV nella sua omelia si concentra, prima di tutto, sull’importanza della solennità di oggi per i sacerdoti: “Oggi, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Giornata per la santificazione sacerdotale, celebriamo con gioia questa Eucaristia nel Giubileo dei Sacerdoti. Mi rivolgo, perciò, prima di tutto a voi, cari fratelli presbiteri, venuti presso la tomba dell’apostolo Pietro a varcare la Porta santa, per tornare ad immergere nel Cuore del Salvatore le vostre vesti battesimali e sacerdotali”, così esordisce il pontefice. Cosa vuol dire parlare del Cuore di Cristo in un momento come quello di nuove ordinazioni? “E’ parlare dell’intero mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione del Signore, affidato in modo particolare a noi affinché lo rendiamo presente nel mondo”, precisa il pontefice. 

Fa poi riferimento alle Letture. Il profeta Ezechiele ci ricorda “in un tempo di grandi e terribili conflitti, che l’amore del Signore, da cui siamo chiamati a lasciarci abbracciare e plasmare, è universale, e che ai suoi occhi – e di conseguenza anche ai nostri – non c’è posto per divisioni e odi di alcun tipo”. San Paolo, invece, ci ricorda “che Dio ci ha riconciliati «quando eravamo ancora deboli» e «peccatori»” e “ci invita ad abbandonarci all’azione trasformante del suo Spirito che abita in noi, in un quotidiano cammino di conversione”. 

Parla della gioia, papa Leone XIV: la “gioia di Dio – e di ogni pastore che ami secondo il suo Cuore – per il ritorno all’ovile di una sola delle sue pecore. È un invito a vivere la carità pastorale con lo stesso animo grande del Padre, coltivando in noi il suo desiderio: che nessuno vada perduto, ma che tutti, anche attraverso di noi, conoscano Cristo e abbiano in Lui la vita eterna”. Da ciò, l’ “invito a farci intimamente uniti a Gesù, seme di concordia in mezzo ai fratelli, caricandoci sulle spalle chi si è perduto, donando il perdono a chi ha sbagliato, andando a cercare chi si è allontanato o è rimasto escluso, curando chi soffre nel corpo e nello spirito, in un grande scambio d’amore che, nascendo dal fianco trafitto del Crocifisso, avvolge tutti gli uomini e riempie il mondo”. 

Tema fondamentale dell’omelia non poteva che essere quello del ministero sacerdotale che “è un ministero di santificazione e di riconciliazione per l’unità del Corpo di Cristo”. E’ importante che i sacerdoti siano “uniti al vescovo” perché  quanto più “ci sarà unità tra di noi, tanto più sapremo condurre anche gli altri all’ovile del Buon Pastore, per vivere come fratelli nell’unica casa del Padre”. Cita un sermone di sant’Agostino tenuto in occasione dell’anniversario della sua ordinazione: “Parlava di un frutto gioioso di comunione che unisce fedeli, presbiteri e vescovi, e che ha la sua radice nel sentirsi tutti riscattati e salvati dalla stessa grazia e dalla stessa misericordia”. A tal proposito cita la famosa frase: “Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano”.  Ricorda la Messa di inizio pontificato, papa Leone XIV e ribadisce con forza e perseveranza il suo desiderio di una “Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”. 

L’invito che papa Leone XIV rivolge ai nuovi sacerdoti è quello di camminare insieme sulle orme di Cristo, “umili e decisi, fermi nella fede e aperti a tutti nella carità” per  portare “nel mondo la pace del Risorto, con quella libertà che viene dal saperci amati, scelti e inviati dal Padre”.

Le raccomandazioni che fa ai nuovi sacerdoti ordinati oggi sono molto semplici, elementari. Una sorta di vademecum: “Amate Dio e i fratelli, siate generosi, ferventi nella celebrazione dei Sacramenti, nella preghiera, specialmente nell’Adorazione, e nel ministero; siate vicini al vostro gregge, donate il vostro tempo e le vostre energie per tutti, senza risparmiarvi, senza fare differenze, come ci insegnano il fianco squarciato del Crocifisso e l’esempio dei santi”. E sulla santità sacerdotale, ricorda che a partire dalle comunità delle origini, la Chiesa “ha generato e conosciuto, tra i suoi preti, martiri, apostoli infaticabili, missionari e campioni della carità. Fate tesoro di tanta ricchezza: interessatevi alle loro storie, studiate le loro vite e le loro opere, imitate le loro virtù, lasciatevi accendere dal loro zelo, invocate spesso, con insistenza, la loro intercessione!”. Infine, l’esortazione a non farsi affascinare da “modelli di successo e di prestigio discutibili e inconsistenti” del mondo di oggi. 

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