Città del Vaticano , 07 July, 2025 / 4:00 PM
Il legame speciale dei Pontefici con Castel Gandolfo nasce il 10 maggio del 1628 quando Papa Urbano VIII si reca per la prima volta in villeggiatura nel paese iniziando una tradizione mantenuta fino a Benedetto XVI, interrotta da Papa Francesco e ora ripresa da Papa Leone XIV.
Ecco come viene descritto quel 10 maggio da Enrico Bonomelli nel suo scritto " I Papi in Campagna": "in carrozza a sei cavalli, partì dal palazzo del Quirinale" preceduto dal "crocifero a cavallo, seguito dalla corte in abito corto da viaggio, chi a cavallo, chi in lettiga", e accompagnato da "monsignor Maestro di casa, il confessore, il segretario degli stati, dei memoriali, il segretario delle cifre, il medico segreto, l'elemosiniere, il caudatario, l'aiutante di camera, il coppiere, lo scalco, il maestro delle poste, i chierici segreti, i cappellani, i furieri, i lettighieri, officiali segreti e comuni", senza dimenticare gli sbirri di campagna convocati dal governatore di Roma per garantire la sicurezza del convoglio papale lungo il tragitto, e i cavalleggeri che si sarebbero trattenuti a Castello per fare la ronda di notte intorno al palazzo".
Dieci giorni nei quali il papa visitò le chiese del territorio e incontrò eminenti personalità. Da allora fino al 1637 ogni anno il Papa villeggiò sul lago nei mesi di aprile, maggio ed ottobre.
In vacanza il Papa continuava il suo ministero e Castel Gandolfo si sostituì progressivamente alle residenze romane per rispondere alle necessità di governo politico e spirituale dei pontefici. Molti cardinali presero alloggio nelle sue vicinanze mentre i familiari del papa, ospitati in appartamenti ai piani inferiori del palazzo, cercarono sistemazioni adeguate al proprio rango.
Come scrive Ilaria Marsili nel suo libro " Il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo" la
residenza di Castello, come si dice familiarmente, non fu utilizzata con continuità dai pontefici che si sono succeduti a Urbano. Dal 1628 al 2014 su 31 pontefici solo in 15 l' hanno utilizzata.
Nel Seicento vi hanno risieduto 2 pontefici su 8, con un'interruzione di 19 anni tra Urbano VIII e Alessandro VII e di 33 anni tra Alessandro VII e Clemente XI.
Nel Settecento 4 papi su 7 villeggiarono a Castello, con pause di 25 anni tra Clemente XI e Benedetto XIV, e di 30 anni tra Clemente XIV e Pio VII. L'Ottocento ha visto l'uso della residenza da parte di 3 pontefici su 5 con una pausa di 14 anni tra Pio VII e Gregorio XVI. L'assenza maggiore è data dai 65 anni che vanno dall'ultima villeggiatura di Pio IX nel maggio del 1869 al riuso da parte di Pio XI nell'agosto del 1934.
Assenze che hanno comportato diversi lavori di ristrutturazione. "Nei primi secoli- scrive Marsili- i rinnovi erano principalmente mirati a ripristinare gli arredi interni e a modificare la decorazione dell'appartamento privato in relazione al gusto del pontefice regnante. Da questo punto di vista l'epoca di Benedetto XIV va considerata il momento di maggiore splendore dell'appartamento privato. A seguito della prolungata assenza intercorsa dalla presa di Roma ai Patti Lateranensi (1870-1929) i lavori di restauro dell'edificio furono imponenti anche in virtù della decisione di spostare la Specola Vaticana a Castello. Si rese necessario rafforzare l'edificio per sostenere il peso delle due cupole astronomiche situate rispettivamente sopra la sala del trono e sopra la scala a lumaca della fortezza originaria. Purtroppo tale restauro, che implicò il rifacimento integrale dei tetti, comportò anche la perdita di buona parte delle decorazioni originarie del Seicento e Settecento e dei soffitti dipinti".
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