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Un servizio di EWTN News

Corea, esposte le reliquie di quattro martiri

Un dipinto che ricorda i martiri coreani

Tre missionari francesi e il primo sacerdote coreano sono i quattro martiri le cui reliquie sono state svelate lo scorso 2 luglio, in una cerimonia molto emozionante per la Chiesa Cattolica di Corea. I quattro sono vittime della persecuzione cristiana del XIX secolo, e sono il vescovo Laurent Joseph Marius Imbert, padre Maubant, Padre Chastan e Padre Andrew Kim Tae-gon, il primo sacerdote di Corea, i cui resti sono stati posti in un singolo reliquiario.

Si tratta dei capelli di Imbert, Maubant e Chastan e un frammento dell’osso del piede di padre Kim Tae-gon.

L’esposizione delle reliquie è parte delle celebrazioni per il centenario della beatificazione di 79 martiri coreani. I missionari francesi furono martirizzati durante la Persecuzione Gihae, mentre Kim è stato martirizzato durante la persecuzione Byeong-o nel XIX secolo.

Erano persecuzioni volute dalla dinastia Joseon della Corea, che in un secolo hanno portato al martirio di migliaia di cristiani, bandendo il cristianesimo e definendola come “una fede aliena” associata con poteri imperiali stranieri che contraddicevano l’etica confuciana e il buddismo.

Insieme alle reliquie, sono stati anche esposti i certificati di martirio e beatificazione.

Finora, le reliquie erano state conservate dalle monache benedettine, che le hanno poi trasferite alla Conferenza Episcopale Coreana lo scorso febbraio. Prima dell’esposizione, le reliquie sono state sottoposte a un esame molto approfondito per confermarne l’autenticità.

I tre missionari francesi erano arrivati in Corea nel 1836-1837, quando la persecuzione era al suo massimo storico. Furono arrestati con l’accusa di violare l’ordine reale che bandiva la cristianità e di essere impegnati illegalmente nell’evangelizzazione e nella formazione del clero coreano, venendo poi giustiziati insieme a Saenamteao, sul fiume Han, il 21 settembre 1839.

Kim Tae-gon era stato ordinato sacerdote il 17 agosto 1845 a Shanghai, in Cina. Era il primo sacerdote di origine coreana. Nel giugno 1846, fu arrestato con l’accusa di aver aiutato missionari stranieri ad entrare in Corea, e fu giustiziato il 16 settembre 1846, appena un anno dopo la sua ordinazione.

I quattro sacerdoti furono beatificati da Pio XI il 5 luglio 1925, e canonizzati da Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984, durante il suo viaggio in Corea del Sud.

La Chiesa di Corea guarda ai martiri con attenzione. A partire dal 2017, i vescovi di Corea hanno collaborato con il ministero della Cultura, lo Sport e il Turismo per il progetto Coreano Cattolico di Materiale Storico, uno schema decennale per ricerca, documentazione e preservazione dei materiali storici riguardanti la Chiesa cattolica in Corea dal 1784 al 1962. È un progetto che dovrebbe completarsi nel 2026.

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