Roma, 14 August, 2025 / 2:00 PM
Penultima tappa del viaggio tra le maggiori (e minori) opere del vescovo santo d’Ippona che AciStampa ha invitato a seguire in questi giorni. E' stato un viaggio, veloce, tra le pagine immortali che hanno fatto la storia della filosofia e della teologia. Della Chiesa.
“I libri sulla Trinità, sommo e vero Dio, li cominciai da giovane e li ho pubblicati da vecchio. Avevo smesso quest’opera dopo aver scoperto che m’erano stati portati via anzitempo o trafugati i libri prima ancora ch’io avessi potuto condurli a termine e sottoporli a un’accurata revisione, com’era mia precisa volontà. Avevo infatti stabilito di pubblicare quei libri non già separatamente, ma tutti insieme secondo il suddetto criterio per il fatto che i seguenti sono connessi strettamente ai precedenti dal filo della progressiva indagine”. Con queste parole comincia il De Trinitate “Sulla Trinità”, trattato composto da quindici libri, e considerato il suo capolavoro a livello dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso. Il testo fu iniziato da Agostino nel 399 e completato solo nel 419.
Anche in questo caso, sono tante le tematiche affrontate dal santo d’Ippona. Tutti temi che si riconducono a quello principale: la Trinità di Dio. Agostino descrive l'insegnamento di Dio attraverso le Sacre Scritture. E’ un trattato assai corposo e particolare, per contenuto e stesura. Interessante l’analisi che Agostino compie delle varie filosofie che parlano di Dio. Uno dei punti salienti di tutta l’opera rimane la metafora che Agostino fa della relazione tra Dio-Padre con Cristo-Figlio. Viene, poi, analizzato il legame che unisce l'uomo a Dio tramite - appunto - le figure del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Anche in questo testo ricompare la tematica della carità (tema approfondito già nella “De doctrina christiana”). E l’uomo, per compiere il suo itinerario verso Dio, ha proprio bisogno di quest’ultima: della carità. Carità coniugata alla verità e alla giustizia.
Nell’ultima parte dell’opera, troviamo espressa l’immagine corporea che molto spesso - a detta di Agostino - fa parte dell’immaginario collettivo. Allora, troviamo analizzata questa immagine data dall'uomo a Dio mediante la conoscenza e l'uso della Sapienza. Immagine-immagini che verranno poi approfondite in maniera teologica nell’ultima parte del trattato.
Assai significativa è, infine, la preghiera che il santo d’Ippona rivolge alla Santissima Trinità: “Liberami, o mio Dio, dalla moltitudine di parole di cui soffro nell’interno della mia anima misera alla tua presenza e che si rifugia nella tua misericordia. Infatti non tace il pensiero, anche quando tace la mia bocca. Se almeno non pensassi se non ciò che ti è grato, certamente non ti pregherei di liberarmi dalla moltitudine di parole. Ma molti sono i miei pensieri, tali quali Tu sai che sono i pensieri degli uomini, cioè vani 332. Concedimi di non consentirvi e, anche quando vi trovo qualche diletto, di condannarli almeno e di non abbandonarmi ad essi come in una specie di sonno. Né essi prendano su di me tanta forza da influire in qualche modo sulla mia attività”. Agostino, uomo di lettere, che sente forte l’esigenza di ribadire che, alla fine, per Dio poco contano le parole. E’ ancora una volta tutto racchiuso nell’amore.
Le Migliori Notizie Cattoliche - direttamente nella vostra casella di posta elettronica
Iscrivetevi alla newsletter gratuita di ACI Stampa.
La nostra missione è la verità. Unisciti a noi!
La vostra donazione mensile aiuterà il nostro team a continuare a riportare la verità, con correttezza, integrità e fedeltà a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
Donazione a CNA