Città del Vaticano , 04 August, 2025 / 4:00 PM
L'area delle Ville Pontificie a Castel Gandolfo è molto vasta. Più grande dello stesso Stato Vaticano. E le costruzioni racchiuse nell'area sono molte. Una in particolare ha una storia molto ricca. Si tratta di Villa Cybo. Facciamoci accompagnare ancora da Ilaria Marsili. Alla vialla si accede tramite il Giardino del Moro, il nucleo più antico dei giardini e conduce ai giardini Cybo dove un viale alberato porta ad una grande costruzione situata ad un livello inferiore. E' l'Aula delle Udienze voluta nel 1957 da Pio XII per incontrare i fedeli, una tradizione inaugurata già dal 1950 nel cortile del palazzo. "Fu progettata dall'architetto Enrico Galeazzi - spiega Marsili- e inaugurata da Giovanni XXIII nel 1959. Giovanni Paolo Il l'ha affidata al Movimento dei Focolari" nasce cosi il"Centro Mariapoli" utilizzato per ospitare congressi e conferenze.
La storia della villa inizia nel 1717 quando il cardinale Camillo Cybo, figlio del duca di Massa e di Teresa Pamphilj, acquistò delle proprietà a Castel Gandolfo con terreni ed un casino da destinare a residenza estiva, parco di caccia e vigne. Per farlo vende il palazzo Pamphili in piazza Navona, per vivere all'aria buone e perché possedere una residenza a Castel Gandolfo, luogo di villeggiatura dei Papi, garantiva inoltre gran lustro alla casata. Negli anni successivi fu Carlo Stefano Fontana ad ampliare villa e giardini con fontane e sculture di marmo in gran parte provenienti dalle proprietà di famiglia a Massa. I giardini erano due collegati tramite un ponte che scavalcava la strada. Il giardino più grande copriva un'area superiore ai due ettari ed era situato sul declivio sottostante all'abitato. Era terrazzato e nella parte inferiore presentava un articolato giardino all'italiana suddiviso in due terrazzamenti decorati con aiuole. "L'intero parco - scrive Marsili- era splendido nel disegno e negli ornamenti, e in fondo ad esso si trovava un roccolo" per la caccia.
Il cardinale Camillo Cybo che fu Maggiordomo per quattro anni si occupava anche del governo e dell'amministrazione della giustizia a Castel Gandolfo. Quando nel 1749 il cardinale muore la villa va in eredità a Maria Teresa Cybo che la affitta all'ambasciatore del re di Francia. Nel 1772 Clemente XV la compra al prezzo di 18.000 scudi.
Inizia una nuova fase e Pio VI fa trasferire le statue più pregevoli al Quirinale, e per far fronte alle spese di manutenzione cede la proprietà in enfiteusi perpetua ad Antonio Porcini. "Questi ne subaffittò il giardino ad un contadino che ne stravolse il disegno e l'arredo per piantarvi 22.000 piante di carciofi.
I giardini continuarono ad essere coltivati anche durante il papato di Pio VII, ciò ebbe fine quando la villa venne affittata al ministro di Francia, monsignor de Bacasse, che ripristinò il giardino 'all'inglese'. Nel 1841 Gregorio XVI affidò lo stabile ai Fratelli delle Scuole Cristiane che vi crearono una scuola maschile, successivamente trasformata in scuola materna ed elementare".
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