Roma, 20 August, 2025 / 2:00 PM
Il Giubileo 2025 accoglie davvero tanti, tantissimi pellegrini e fedeli da tutto il mondo. Roma li ospita e con le sue innumerevoli chiese, parrocchie e basiliche affascina e coinvolge tutti coloro che dimorano nella Capitale. Questa piccola rubrica cerca di dare ai turisti e ai fedeli alcuni spunti per la visita e raccontare altrettante curiosità. Continuiamo il nostro tour con la chiesa di Santi Nereo e Achilleo con gli affreschi del Pomarancio.
A ridosso delle bellissime e grandi Terme di Caracalla sorge la basilica dei Santi Nereo e Achilleo, due martiri vittime della persecuzione di Diocleziano. Attualmente è una rettoria appartenente alla parrocchia di Santa Maria in Vallicella. Si trova nel rione San Saba.
Nell'814 Papa Leone III costruì la chiesa per ospitare le reliquie dei due martiri traslate dalle catacombe di Domitilla. Le reliquie dei due santi si trovano sotto l’altare maggiore.
L’interno della chiesa è a tre navate. Ciò che colpisce di questa chiesa sono le navate laterali che contengono un ampio ciclo raffigurante, di scene di martirio tratte dal Martirologio Romano.
Nel 1597, il cardinale Cesare Baronio (1538-1607), uomo colto e di grande sensibilità artistica, anche su sollecitazione di papa Clemente VIII (1592-1601), la fece restaurare e dotare di un pregevole impianto decorativo eseguiti da alcuni importanti artisti dell'epoca.
Gli affreschi sono tradizionalmente attribuiti a Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Le scene sono rappresentate secondo un'iconografia "controriformata" in cui il supplizio era descritto con particolari raccapriccianti.
Come già anticipato in un articolo di ACI Stampa, L'Anno Santo del 1600 fa riscoprire a Roma i martiri Nereo e Achilleo, una curiosità che si può ancora vedere nella chiesa sono i banchi lungo le pareti, fatti da Baronio. Alla sua epoca le chiese cattoliche non avevano banchi per sedere per tutti ma solo qualche volta banchi lungo le pareti per i più anziani.
Ma la chiesa dei Santi Nereo ed Achilleo conserva anche un altro ricordo della Chiesa più antica. Custodisce la memoria di una prima chiesa che veniva chiamata “la parrocchia della benda”, in latino “titulus Fasciolae”. Si tratta infatti di un dettaglio curioso della leggenda di San Pietro, nel famoso episodio del “Domine Quo Vadis”, quando Pietro, uscito miracolosamente dal carcere fugge da Roma e incontra il Cristo Risorto sulla Via Appia.
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