Padova, 11 August, 2025 / 10:00 AM
Sono partiti domenica 29 giugno da Brive-la-Gaillarde, in Nuova Aquitania, i pellegrini italiani e francesi che stanno percorrendo a piedi ‘En Route con sant’Antonio’, un cammino dalla Francia a Padova lungo le orme percorse da frate Antonio 800 anni fa. Promosso dai frati conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova insieme alla Custodia dei frati minori conventuali di Francia e Belgio per quest’estate giubilare, questo evento è organizzato dal progetto Antonio800 e ha ottenuto il patrocinio dell’intera famiglia francescana d’Italia e di Francia ed il patrocinio ufficiale del Giubileo, unico cammino ad averlo ottenuto, per la ‘particolare attenzione all’evangelizzazione, invitando i giovani a farsi reali Pellegrini di Speranza’, come ha scritto mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione. Il cammino riprenderà da Lyon lunedì 11 agosto, dopo la pausa giubilare che ha consentito ai giovani pellegrini di essere presenti a Roma con gli altri giovani del mondo.
Si tratta di 1.306 chilometri che sono percorsi a staffetta per giungere in Basilica del Santo a Padova domenica 21 settembre. Sessanta le tappe (le principali Limoges, Clermont-Ferrand, Montbrison, Lyon, Chambery, Moncenisio, Torino, Vercelli, Milano, Brescia e Verona), con una media di 21,8 chilometri ogni tratta. Oltre 2.000.000 di passi; 5 regioni attraversate (2 francesi e 3 italiane); 20 diocesi incontrate (8 francesi e 12 italiane); 60 tappe; 80 giorni di impegno. Un cammino che si può anche seguire virtualmente attraverso il sito ufficiale www.antonio800.org e i relativi social Youtube e Facebook, alcune emittenti televisive locali del Nord Italia, l’emittente nazionale francese KTO, mediapartner di ‘En Route con sant’Antonio’ insieme al ‘Messaggero di sant’Antonio’, edizioni italiana e francese. Inoltre una sua reliquia ex ossibus ‘camminerà’ sulle spalle di un frate pellegrino, e sarà consegnata di volta in volta alle comunità cristiane incontrate lungo le 60 tappe fino alla ripartenza del giorno successivo.
Per conoscere meglio questo ‘cammino’ abbiamo parlato con il dottor Alberto Friso, project event manager di ‘Antonio800’ ed egli stesso pellegrino lungo le orme di sant’Antonio, dalla Francia a Padova: per quale motivo è proposto il cammino ‘En Route con sant’Antonio’?
“Antonio800, una delle realtà della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati Minori Conventuali, equivalente in buona sostanza al nord Italia, è il contenitore delle iniziative legate agli ottocentenari antoniani e francescani. Ottocento anni fa, dal 1224 alla fine del 1227, frate Antonio di Padova (ma da Lisbona) fu annunciatore del Vangelo, predicatore e organizzatore del neonato Ordine francescano nel centro e sud della Francia, e poi nel nord Italia (1227-1231). In occasione del Giubileo della Speranza, con il cammino ‘En Route con sant’Antonio’ abbiamo voluto interrogare la figura di sant’Antonio pellegrino e annunciatore, ricalcandone a piedi i suoi stessi passi, in un cammino fisico ma anche, e soprattutto, spirituale. Abbiamo voluto tornare sulle strade da lui percorse, affidando a Dio i nostri passi”.
Perché sant'Antonio percorse questo cammino?
“Frate Antonio visse e annunciò il Vangelo per quasi quattro anni in Francia (1224-1227), in particolare venne inviato come missionario per convertire gli eretici catari e albigesi, per poi rientrare in Italia per assumere il provincialato dell’Italia settentrionale, ruolo che ebbe dal 1227 al 1230. Ad 800 anni di distanza, incrociando geografia e storia, abbiamo pensato di ripercorrere a piedi i passi del santo francescano partendo da Brive-la-Gaillarde, località antoniana dove il Santo dimorò nelle grotte che portano il suo nome, e arrivando a Padova, luogo dove visse gli ultimi anni della sua vita e morì. Non siamo in grado di dire che sant'Antonio abbia scelto precisamente queste strade per passare dall’Italia alla Francia andata e ritorno, ma di certo la sua presenza è attestata in alcuni dei luoghi che tocchiamo: oltre a Brive-la-Gaillarde, Solignac, Limoges, Vercelli, Milano, Verona ed, ovviamente, Padova”.
Per quale motivo è un cammino ‘povero’ e di ‘popolo’?
“Il nostro è un cammino partecipativo di fraternità, aperto a chiunque voglia farne parte. Si cammina insieme agli altri. Chiunque può partecipare, non serve iscriversi, non serve motivare la propria scelta, basta il desiderio di camminare insieme per quanti chilometri si possono fare, sia uno, che dieci o cento, presentandosi al via di ogni singola tappa. L’appuntamento è alla partenza di ogni tappa all’orario stabilito, chiunque abbia voglia di camminare insieme con noi è benvenuto. E’ importante consultare sul sito www.antonio800.org il programma con altimetria e grado di difficoltà del percorso (diviso in facile, medio, impegnativo, molto impegnativo). Logistica, vitto e alloggio restano a carico del singolo. Un altro modo per partecipare è presentarsi agli eventi religiosi e culturali di fine tappa, nessuno dei quali è a numero chiuso, o nelle giornate di sosta”.
Come farsi ‘toccare’ dalla bellezza dell’annuncio cristiano?
“Camminare da cristiani significa anche tornare all’essenzialità dell’annuncio, alla sua radice, a fare i conti con la gratuità dell'amore di Dio. Direi che ‘farsi toccare’ è questione esperienziale, bisogna mettersi nella condizione di fare esperienza dell’amore. La sete d’infinito, la fame d’immortalità che alberga nel cuore di ciascuno chiede di poter riposare nel Dio svelatoci da Gesù Cristo. Chi ha fatto esperienza della sua misericordia sa che nessun altro ha parole di vita eterna risolutive per una vita buona. Il cammino aiuta a ritrovare questa autenticità. Ed a sera, come i due di Emmaus, viene da ripensare: ‘Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via’?”
Quali sono i motivi che spingono i pellegrini a intraprendere il cammino?
“Sui motivi c’è ampia varietà. C’è chi parte con una domanda di senso, esistenziale. Chi con un dolore da affrontare. Chi con un’intenzione di preghiera nel cuore. Me è ben accetto anche solo il curioso, se aperto al cambiamento e rispettoso di quanto un pellegrinaggio può offrire. La motivazione di fede, in tutto ciò, è decisamente importante. Personalmente, chiedo al cammino la conferma del bene che so esserci e che a volte sembra appannata.
Inevitabile poi è crearsi delle aspettative, che per lo più vengono ribaltate da quanto accade durante il cammino stesso, perché mettersi per strada significa esporsi all’imprevisto, all’inedito, all’incontro con l’altro, con l’Altro, e pure con una parte di sé poco conosciuta. Di certo, il sentirsi ‘più vivi’ coinvolge tutti i sensi. L’ascolto è forse il più sollecitato. Ecco che qualsiasi sia la motivazione di partenza, trovarsi camminando ‘più ascoltanti’, più ricettivi, anche alle piccole cose, alle sfumature, ai refoli di vento, rende possibile l’incontro autentico con Dio, nell’accoglienza della propria vocazione”.
Quali sono le impressioni dei pellegrini di questo cammino?
“Sono colpiti dalla fraternità che si crea tra loro; dall’accoglienza lieta delle persone, che si fanno in quattro per soddisfare le esigenze del pellegrino (il letto per dormire, la doccia, la cena, la preghiera comune...). La preghiera alla partenza, durante il cammino, all’arrivo acquistano un valore speciale. Dovendo scegliere un momento, il più evocativo sembra essere quello della preghiera ritmata dai passi. Può essere l’ascolto delle lodi (dall’app CEI), oppure un canto, o la recita del rosario. Farlo insieme, ad alta voce, nella natura, camminando, è un’altra cosa.
Altro elemento che colpisce e rende grato il cuore è il contatto con la natura, nelle sue diverse espressioni. Certo il bosco, le montagne, un albero maestoso, il fluire dell’acqua di un torrente, ma poi anche la natura ‘addomesticata’ dall’uomo, con la bellezza dei campi di grano, degli animali al pascolo, di un sentiero che sapientemente sale il crinale”.
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