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Un servizio di EWTN News

Note storiche, una conversazione in famiglia, accanto al focolare domestico nel cortile di Castelgandolfo

Chi è stato almeno una volta a Castegandolfo per partecipare alle preghiera dell' Angelus con il Papa sa che il cuore pulsante del Palazzo è il Cortile.

Oggi è ancora un museo per volere di Papa Francesco, ma chissà cosa ci riserva il futuro.

Per ora Papa Leone XIV non usa il cortile e non usa la loggetta interna come anche il balcine  esterno ed ha trovato un suo modo di guidare la preghiera di mezzogiorno stando davanti al portone del Palazzo che, come sempre negli edifici del rinascimenti, è in leggero rialzo rispetto alla Piazza.

Ma il Cortile è stato il luogo intimi più amato dai papi per la facilità di contatto e anche come luogo per udienze estive informali, specialmente con i giovani come capitava a San Giovanni Paolo II. O anche di concerti come nel casi di Benedetto XVI. 

"Questo piccolo cortile che diventa una sala per un incontro pieno di cordialità e di spiritualità" diceva San Paolo V il 13 agosto 1972.

Oggi entrando si va alla biglietteria e si inizia il percorso museale, ma prima chi entrava sapeva di entrare a casa del Papa e magari di poterlo incontrare.

Il cortile era il luogo dove Pio XII amava tenere udienza. Una consuetudine iniziata nel 1950, quando Pio XII dai giardini di Villa Barberini sentì cantare un coro tedesco e volle incontrarlo. Fu una bella esperienza e così il Papa i prese l'abitudine di incontrare i fedeli in cortile con regolarità. Clima informale, poche persone, non più di cinquemila persone e sovente e spesso più di una nell'arco della mattinata. Come racconta Silvio Negro e riporta Ilaria Marsili, i  "gruppi annunciavano la loro presenza in portineria dove si stilava un elenco per il saluto del Santo Padre, diviso per nazioni. Le udienze si tenevano di mercoledi e domenica, e l'afflusso dei pellegrini era regolamentato dall'ufficio del Maestro di Camera. Durante l'Anno Santo 1950 i visitatori che si recarono a incontrare il papa a Castel Gandolfo furono duecentomila.

Come disse Giovanni XXIII: 'Gli incontri settimanali del Papa, a Roma e a Castel Gandolfo, diffondono un'atmosfera di pace serena. La letizia è negli occhi, nelle voci, nei cuori. Come accade stamattina. L'impressione che se ne riceve è di reciproco scambio di doni tra il Padre e i figli suoi: una conversazione in famiglia, accanto al focolare domestico'".

Punto focale del Cortile è la loggetta delle Benedizioni, situata in linea con il portale d'ingresso, è il luogo a dove i papi si affacciavano.

Due iscrizioni ci ricordano che "Clemente XIV Pontefice Massimo per una più comoda villeggiatura pontificia ingrandì questa casa con una nuova aggiunta, pose insieme la vicina villa e gli amenissimi giardini, e aprì una strada più comoda per superare la salita del colle. Anno 1774, quinto del suo pontificato".

E in un'altra si legge: "Pio XI conclusi i Patti Lateranensi con il Regno d'Italia ha ricostruito splendidamente questa villa fondata da Urbano VIII anche con l'aggiunta di una doppia cupola della specola astronomica trasferita dal vaticano. L'ha sistemata poi per il riposo del romano pontefice e adornata con boschetti, giardini, fontane e viali dove infine si è ritirato per primo in villeggiatura. Calende di agosto nell'anno di Cristo 1934 XII del suo sacro pontificato".

Oggi nel cortile sono esposte alcune auto usate dai Pontefici.

Prima di lasciare il Cortile provate a chiudere gli occhi e tornare al 1743 quando il luogo ospitò una curiosa cerimonia. Contro i fulmini che in quell'anno e in precedenza avevano causato gravi danni al Castello, perché i brutti temporali ci sono sempre stati, in un angolo della facciata e del cortile (pressappoco sopra il portale d'accesso) vennero allora murate due lastre di marmo, di 44 cm di lato, contenenti croci e reliquie contro i fulmini. Quando i parafulmini furono disponibili il palazzo ne fu prontamente dotato.

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