venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalle diocesi, la popolazione lascia le aree interne del paese, la preoccupazione dei vescovi

I dati che ogni anno vengono diffusi dall’Istat certificano una diminuzione sostanziale della popolazione residente nel nostro Paese ed in particolare in quelle aree interne che si spopolano annualmente sia per l’emigrazione all’estero che per una emigrazione interna per altre aree della stessa Italia.

Negli ultimi anni i Vescovi italiani, specialmente delle aree interne del Mezzogiorno, più volte si sono incontrati per discutere di questa problematica che interroga seriamente perchè tante persone – che abitano in queste aree -  rischiano di rimanere senza i più elementari servizi. “Trascurare la questione delle Aree interne – scrivevano lo scorso anno in un documento - che attraversa per intero il Paese, da nord a sud – rischia di ledere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e di allargare ulteriormente il fossato tra zone ricche e povere, fossato che in molte situazioni è vissuto già all’interno di una stessa Regione. Mentre auspichiamo, con il cardinale presidente, politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia, riteniamo che un’idea seria di accoglienza può dare futuro alle Aree interne e anche al nostro Paese”. Gli stessi vescovi si riuniranno la prossima settimana – 25 e 26 agosto – a Benevento per condividere le buone prassi per una proposta pastorale per queste aree. Un incontro che sarà concluso dall’intervento del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nel solco di un cammino avviato nel maggio 2019 e proseguito con diverse iniziative, i presuli – una trentina in rappresentanza di 11 regioni d’Italia – tornano quindi a incontrarsi per confrontarsi sulle Aree interne, ovvero su quelle zone “in preda allo spopolamento e alla crisi, minacciate da un declino che sembra inarrestabile”, si legge in una nota.

“Vogliamo offrire, in spirito di serena collaborazione, il nostro contributo ecclesiale e sociale, rinnovando la disponibilità ad avviare un dialogo costruttivo sul tema: non ci rassegniamo a una fine che per molti è già segnata, ma continuiamo ad impegnarci per le comunità ecclesiali e civili, per il bene di tutti”, afferma l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca a cui si deve l’iniziativa del convegno che, come dicevamo, coinvolge vescovi di territori distanti dall’insieme dei servizi essenziali e spesso penalizzati nell’assegnazione delle risorse; territori esposti a un processo di decremento progressivo della popolazione, che rischia di comprometterne le ricchezze ambientali e culturali. Lo sguardo dei Pastori ha unito – in questi incontri - il punto di vista del tessuto sociale con le problematiche e le opportunità pastorali. Vescovi che lo scorso mese di aprile sono stati ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale hanno avuto l’opportunità di esporre con serenità di giudizio le diverse realtà e criticità che caratterizzano le loro diocesi. 

In molte diocesi il tema delle aree interne è spesso dibattuto e al centro di iniziative e incontri pubblici come quello avvenuto nelle settimane scorse nella diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca dove si è svolto  un incontro pubblico su “Aree interne e creazione di impresa per il contrasto allo spopolamento”. “Solo insieme troviamo le soluzioni, sia come Chiesa che come Paese”, ha detto il card. Matteo Zuppi nell’incontro dello scorso anno invitando ad avere uno “sguardo unitario”: “tutte le comunità sono importanti, anche quelle più piccole, e che le aree interne non sono il passato. Sono il presente e ci indicano il futuro”. In questo senso, ha osservato, “non si tratta di accanimento terapeutico, ma di un discorso di fiducia e di futuro”. 

“È necessario perciò superare l’ottica ristretta del campanile, per aprirci a forme nuove, capaci di valorizzare al meglio le risorse a nostra disposizione”, si leggeva nel documento finale nel quale i vescovi esprimevano “viva e sincera gratitudine ai sacerdoti e agli operatori pastorali che con generosità lavorano nei territori interni affrontando non poche difficoltà: anche la formazione nei seminari dovrà tener conto di queste problematiche”.

La Chiesa “non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla. In tal senso c’impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e c’impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove’”.

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