venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

I figli di Sant’Agostino, l’America

Alcuni missionari agostiniani

L’Ordine di Sant’Agostino diventa missionario, e lo fa in occasione delle scoperte ed esplorazioni del XVI secolo, quando la provincia spagnola e quella portoghese inviarono un numero non indifferente di frati agostiniani in America e in Estremo Oriente. Si comincia dal Messico, ci si diffonde per tutto il continente americano, e da lì si dà vita ad uno slancio missionario che continua ancora oggi.

Tutto cominciò su impulso del priore generale Girolamo Seripando, che chiese ai provinciali spagnoli che i religiosi destinati alle missioni fossero “santi, saggi e che desiderassero andare volontariamente in America”. Era un pensiero in sintonia con le richieste dell’imperatore Carlo V e di suo figlio Filippo II.

San Tommaso di Villanova ebbe la visione premonitoria che, in futuro, l’America poteva diventare per la Chiesa più significativa e importante dell’Europa. Sembrava un futuro lontano, ma è anche vero che la cristianità europea era sottomessa al pericolo interno della divisione con la riforma protestante e rischiava di perdere la sua identità e la sua fede per la pressione dei turchi su Vienna.

Gli agostiniani sbarcarono a Veracruz, in Messico, il 22 maggio 1533. Era un gruppo di sette missionari. L’ordine si caratterizzò subito per una vicinanza alle popolazioni indigene, in un processo di osmosi culturale che li portava ad apprendere le lingue dei nativi americani e rispettare alcune loro tradizioni secolari. Gli agostiniani redassero anche catechismi, aprirono ospedali e centri educativi, costruirono acquedotti. Furono i primi a dare l’Eucarestia ai nativi americani, in un tempo in cui ancora si discuteva sull’uguaglianza degli indios con gli altri uomini.

Fu anche questa la ragione della crescita straordinaria dell’Ordine nel continente americano, con il primo convento fondato a Ocuituco già nell’anno di arrivo, e poi con cinquanta case aperte in trenta anni, riempite da cinquecento missionari.
Nel 1568 fu fondata la provincia del Messico, nel 1602 fu fondata la provincia di Michoacán, sempre in Messico. Quindi, sempre nel XVI secolo, verranno fondate le province di Perù e Quito (Ecuador), nel 1601 gli agostiniani avranno una provincia in Colombia, pochi anni più tardi quella del Cile.

La loro vita, sottolineavano, doveva essere esemplare. Il Capitolo Provinciale degli Agostiniani del 1555 sottolineava: “Poiché siamo stati inviati a predicare a queste popolazioni che non conoscono Dio, siamo obbligati ad un più perfetto modo di vivere, non solamente davanti al cospetto di Dio, ma anche davanti a tutti gli uomini”.

L’Ordine si diffuse in tutto il continente americano in un solo secolo. Lavoravano nella cultura, costruivano conventi bellissime, si impegnavano nella difesa degli indigeni. Lo fece, per esempio, Diego Ortiz, agostiniano, protomartire del Perù, e ancora i vescovi Agustín de Coruña Luis López de Solís, tra molti altri.

Oggi, gli agostiniani sono una presenza viva. Hanno costruito università, e negli Stati Uniti contano una provincia intitolata a San Tommaso Villanova e anche una università – arrivarono a Philadelphia nel 1794. E fu questa presenza a convincere il Papa a unirsi all’ordine degli agostiniani.

 

(3 – continua)

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