venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Papa Leone XIV: “Gesù ci ama e ci salva”. "L’Eucaristia è il tesoro della Chiesa, il tesoro dei tesori".

L'udienza di stamane

Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano. Papa Leone XIV riceve in Udienza i Ministranti Francesi. E li saluta con un discorso in lingua francese: “Cari ministranti venuti da tutta la Francia, buongiorno! Vi do il benvenuto a Roma e sono molto felice di incontrarvi, con tutti i vostri accompagnatori - laici, sacerdoti e vescovi - che saluto cordialmente”, con queste parole il pontefice ha esordito davanti ai Ministranti. Ricorda, poi, l’occasione di questo incontro: il Giubileo. Ricorda, allora, l’importanza del varcare la Porta Santa: in quel gesto, Dio “ci aiuta a “convertici”, ossia a volgerci verso di Lui, a crescere nella fede e nel suo amore, per diventare discepoli migliori, affinché la nostra vita sia bella e buona sotto il suo sguardo, in vista della vita eterna”. Da ciò, l’invito a vivere “intensamente le attività che vi vengono proposte, ma soprattutto prendendovi il tempo di parlare a Gesù nel secreto del cuore e amarlo sempre più” perché “il suo unico desiderio è di far parte della vostra vita per illuminarla dall’interno, di diventare il vostro migliore amico, quello più fedele”.

 

La tematica del futuro è uno dei temi affrontati da papa Leone durante l’udienza: “Forse percepite quanto abbiamo bisogno di sperare. Sentite certamente che il mondo va male, che deve affrontare sfide sempre più gravi e inquietanti. Può darsi che siate toccati, voi o chi vi sta attorno, dalla sofferenza, dalla malattia o dalla disabilità, dal fallimento, dalla perdita di una persona cara; e, di fronte alla prova, il vostro cuore prova tristezza e angoscia” dice papa Leone. E, allora, chiede: “Chi verrà in nostro soccorso? Chi avrà pietà di noi? Chie verrà a salvarci? ... non solo dalle nostre sofferenze, dai nostri limiti e dai nostri errori, ma anche dalla morte stessa?”. La risposta è semplice, “chiara e risuona nella Storia da 2000 anni: solo Gesù viene a salvarci, nessun altro: perché solo Lui ha il potere di farlo – Egli è Dio Onnipotente in persona – e perché ci ama”. 

 

L’augurio del pontefice è quello che i ministranti possano ripartire da Roma “più vicini a Lui, decisi più che mai ad amarlo e a seguirlo, e così meglio armati di speranza per percorrere la vita che si apre dinanzi a voi. Questa speranza sarà sempre, nei momenti difficili di dubbio, di sconforto e di tempesta, come un’ancora sicura, gettata verso il cielo che vi permetterà di continuare il cammino”. E la prova più certa di tutto ciò - secondo il pontefice - risiede nel fatto di essere amati e salvati da Gesù perché “ha donato la sua vita per noi offrendola sulla croce”, sentenzia papa Leone XIV che ricorda che proprio questa certezza è “la cosa più meravigliosa della nostra fede cattolica, una cosa che nessuno avrebbe potuto immaginare né sperare: Dio, il creatore del cielo e della terra, ha voluto soffrire e morire per noi creature. Dio ci ha amati fino a morirne!”. 

 

“La Chiesa, di generazione in generazione, custodisce con cura la memoria della morte e della resurrezione del Signore di cui è testimone, come il suo tesoro più prezioso. La costudisce e la trasmette celebrando l’Eucaristia che voi avete la gioia e l’onore di servire. L’Eucaristia è il tesoro della Chiesa, il tesoro dei tesori” ricorda il pontefice. Una preziosità, quella dell’Eucaristia, che rimane - per il pontefice - “l’evento più importante della vita del cristiano e della vita della Chiesa”. 

 

Infine, i ringraziamenti per l’impegno dei Ministranti francesi che svolgono - precisa papa Leone XIV - “un servizio molto grande e generoso”. Li incoraggia a perseverare e  li esorta a ricordare a ogni celebrazione “la grandezza e la santità” che è propria della Santa Messa.  In ultimo, un richiamo al sacerdozio: “Auspico inoltre che siate attenti alla chiamata che Gesù potrebbe rivolgervi a seguirlo più da vicino nel sacerdozio. Mi rivolgo alle vostre coscienze di giovani, entusiasti e generosi”. In merito, ricorda inoltre, la grande mancanza di sacerdoti in Francia. La definisce “una grande disgrazia! Una disgrazia per la Chiesa, una disgrazia per il vostro Paese!”. Allora, papa Leone XIV, tratteggia cosa vuol dire la vita del sacerdote:  la definisce “meravigliosa” in quanto “al centro di ogni sua giornata, incontra Gesù in modo così eccezionale e lo dona al mondo!”. 

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