Francoforte, 26 August, 2025 / 11:00 AM
Oltre ai soliti controlli dei volontari e alle comuni inferriate a porte e finestre, ultimamente anche sistemi avanzati d’allarme e videocamere fanno il loro ingresso nelle chiese tedesche per proteggerle dai sempre più frequenti atti di vandalismo. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Agenzia di stampa evangelica EPD (Evangelischer Pressedienst) tra le 20 chiese regionali evangeliche e le 27 diocesi cattoliche in Germania.
Le chiese interrogate non hanno potuto fornire informazioni troppo dettagliate sull’aumento o sulla diminuzione di reati contro i loro edifici a causa della mancanza di un sistema di registrazione centralizzato di dati. Tuttavia furti e furti con scasso, atti vandalici e spaccio di droga nei pressi della chiesa sono, a giudicare dal sondaggio, un problema persistente e generalizzato.
Graffiti, svastiche e incendi dolosi sono i reati che più comunemente colpiscono le chiese in Germania. Poche settimane fa, un incendio doloso ha mandato in fiamme la più grande chiesa in legno della Germania, a Clausthal-Zellerfeld, una cittadina di quasi 15 mila abitanti nella Bassa Sassonia: facciata e tetto hanno subito gravi danni. Non mancano però furti di oggetti di valore, di decorazioni dell’altare, di candelieri, di bibbie, di cassette delle offerte o di apparecchiature tecniche. Le comunità interrogate segnalano anche danni ai vetri delle finestre o alle cappelle di campagna, meno frequentate e controllate. Frequenti anche i reati contro la proprietà, furti e atti di vandalismo, spesso compiuti addirittura con escrementi. Piuttosto segnalati anche gli atti di vandalismo a sfondo politico o religioso.
Il nemico comune di diocesi cattoliche e chiese regionali evangeliche sembra essere la frequentemente denunciata “mancanza di rispetto”. Per esempio, nell’arcidiocesi di Paderborn, in un anno, tra il 1 agosto 2024 e il 31 luglio 2025, sono stati segnalati complessivamente 65 casi di danni dolosi alla proprietà, tra cui 21 danni a edifici e 23 casi di vandalismo. In termini economici, il danno ammonta a circa 104.000 euro. Per avere un termine di paragone si pensi che solo undici anni fa erano stati registrati solo dieci casi di danneggiamento, per un importo complessivo di appena 21.500 euro. La diocesi di Aquisgrana ha indicato come casi di danneggiamento più frequenti, principalmente danni materiali come porte scassinate o danneggiate e finestre rotte. La diocesi di Treviri ha dichiarato che episodi di vandalismo nelle chiese si verificano ripetutamente, in diverse forme e con danni di diversa gravità. Nell’arcidiocesi di Colonia sembra verificarsi un aumento generale della mancanza di rispetto nei confronti degli edifici e degli oggetti sacri.
Spostandoci nella cattolica Baviera, la diocesi di Passau può esprimersi sul tema con precisione, vantando un sistema di registrazione dei casi di danneggiamento. Tra il 1° agosto 2024 e il 29 luglio 2025 sono stati registrati 19 casi. I danni più frequenti sono vetri rotti, tombe distrutte, danneggiamenti ad arredi, bidoni della spazzatura e porte, nonché casi di incendio doloso, furti dalle cassette delle offerte e graffiti.
Anche la diocesi di Augusta e quella di Würzburg segnalano un’incidenza importante di casi di cassette per le offerte scassinate o rubate: casistiche che si verificherebbero “ripetutamente”. La diocesi di Augusta rincara la dose riferendo di scritte sui muri esterni delle chiese e di “furti organizzati” di rame dagli edifici ecclesiastici. L’arcidiocesi di Bamberga registra invece solo “piccoli incidenti” come il furto di candele o di sacchetti per le offerte. Nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, secondo il sondaggio, gli atti vandalici negli edifici ecclesiastici sarebbero “solo sporadici”.
Una tendenza contraria a quella registrata nella diocesi di Ratisbona. Qui, negli ultimi anni, gli atti di vandalismo nelle chiese sono “aumentati notevolmente”, come ha riferito il portavoce della diocesi, Jakob Schötz, all’Agenzia di stampa EPD. In questa diocesi della Baviera si constatano atti vandalici quali il rovesciamento di statue di santi o candelieri, minzioni all’interno delle chiese, decapitazione di statue sacre o la rottura dei bastoni pastorali, accessori delle statue di gesso dei santi.
Le diocesi corrono ai ripari nei modi più disparati. Con cassette delle offerte a prova di effrazione (Passau); con impianti di allarme in determinate aree (Augusta); con porte dotate di inferriate che separano la navata dalla navata anteriore (Ratisbona) oppure ronde a intervalli regolari da parte degli amministratori parrocchiali (ancora Passau). Sistema quest’ultimo praticabile però solo per alcune ore del giorno.
La triste conseguenza dell’aumento dei reati contro gli edifici di culto è l’imporsi della tendenza a tenerli aperti solo per il tempo strettamente necessario a celebrare le funzioni religiose, tenendoli chiusi per il resto del tempo. Pratica che però contraddice il principio della massima accoglienza possibile, che dovrebbe invece orientare l’amministrazione delle chiese. Secondo il vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, il modo migliore per tenere sorvegliate e sicure le chiese sarebbe quello di avere sempre qualcuno che vi prega dentro: «Il miglior sistema di allarme è un fedele in preghiera!».
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