Città del Vaticano , 13 September, 2025 / 1:00 AM
“La sostenibilità ambientale e la custodia del creato sono impegni irrinunciabili per la sopravvivenza del genere umano e hanno un immediato riflesso sull’organizzazione delle nostre società e sulla possibilità di una convivenza umana pacifica e solidale. Qualsiasi sforzo per migliorare le condizioni ambientali e sociali del nostro mondo richiede l’impegno di tutti, ciascuno per la sua parte, in un atteggiamento di solidarietà e collaborazione che superi barriere e limiti regionali, nazionali, culturali e anche religiosi”. Lo ha detto stamane Papa Leone XIV nell’udienza concessa alla Pontificia Accademia di Teologia al termine del Seminario internazionale sul tema Creato, Natura, Ambiente per un mondo di Pace.
Il Papa ha voluto soffermare il suo indirizzo di saluto “sullo slancio missionario e dialogico dell’impresa teologica a venire”.
“La teologia è – ha osservato -, una dimensione costitutiva dell’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa: essa ha le sue radici nel Vangelo e il suo fine ultimo nella comunione con Dio, che è lo scopo dell’annuncio cristiano. Proprio perché rivolta ad ogni uomo in ogni tempo, l’opera di evangelizzazione è costantemente interpellata dai contesti culturali e richiede una teologia in uscita, che unisce il rigore scientifico alla passione per la storia; una teologia perciò incarnata, intrisa dei dolori, delle gioie, delle attese e delle speranze dell’umanità delle donne e degli uomini del nostro tempo”.
Leone XIV come sintesi ha suggerito “una teologia sapienziale, sul modello di quella elaborata dai grandi Padri e Maestri dell’antichità, che, docili allo Spirito, seppero coniugare fede e ragione, riflessione, preghiera e prassi. Significativo, in tal senso, è l’esempio sempre attuale di Sant’Agostino, la cui teologia non è mai stata una ricerca puramente astratta ma sempre frutto dell’esperienza di Dio e della relazione vitale con Lui. Se Agostino ha avviato questo percorso, San Tommaso d’Aquino lo ha sistematizzato con gli strumenti della ragione aristotelica, costruendo un solido ponte tra la fede cristiana e la scienza di tutti, intendendo la teologia come una sapida scientia, ossia sapientia. Questo ci rimanda a un altro grande pensatore più recente, il beato Antonio Rosmini, il quale considerava la teologia una espressione sublime di carità intellettuale, mentre chiedeva che la ragione critica di tutti i saperi si orientasse all’Idea di Sapienza”.
“La teologia – ha proseguito il Papa - è questa sapienza che apre orizzonti esistenziali più grandi, dialogando con le scienze, la filosofia, l’arte e l’esperienza umana tutta. Il teologo è una persona che vive, nel suo stesso teologare, l’ansia missionaria di comunicare a tutti il sapere e il sapore della fede, perché possa illuminare l’esistenza, riscattare i deboli e gli esclusi, toccare e guarire la carne sofferente dei poveri, aiutarci a costruire un mondo fraterno e solidale e condurci all’incontro con Dio”.
“Testimonianza significativa del sapere della fede a servizio dell’uomo – ha concluso Papa Leone – è la Dottrina sociale della Chiesa, chiamata oggi a dare risposte sapienti anche alle sfide digitali. La teologia ne è direttamente interpellata, perché non basta un approccio esclusivamente etico al complesso mondo dell’intelligenza artificiale; occorre invece riferirsi a una visione antropologica che fondi l’agire etico e, dunque, ritornare alla domanda di sempre: chi è l’uomo, qual è la sua dignità infinita, irriducibile ad ogni androide digitale? Vi invito, pertanto, a coltivare una teologia fondata sull’incontro personale e trasformante con Cristo e tesa a incarnarsi nelle concrete vicende dell’umanità odierna. Vi incoraggio a dialogare, oltre che con la filosofia, anche con la fisica, la biologia, le scienze economiche, quelle giuridiche, la letteratura, la musica, per arricchirsi e arricchire, per portare il lievito buono del Vangelo nelle differenti culture, nell’incontro con credenti di altre fedi religiose e con i non credenti. Per questo dialogo ad extra c’è bisogno del dialogo ad intra, cioè tra i teologi, nella consapevolezza che il volto di Dio può essere cercato solo camminando insieme. Mi auguro perciò che l’Accademia diventi luogo di incontro e di amicizia tra i teologi, luogo di comunione e condivisione in cui poter camminare insieme verso Cristo”.
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