Roma, 26 September, 2025 / 9:00 AM
I santi Cosma e Damiano, “i santi medici” così sono conosciuti. Loro che avevano la consuetudine di pregare per ogni paziente. Loro che erano sempre attenti ai più bisognosi: non chiedevano nulla per il loro onorario per chi non poteva permettersi le cure necessarie. Cosma e Damiano, medici che curavano nell'anima e nel corpo. Il paziente visto come fratello da salvare, accudire, curare. E nella storia non ci sono state solo le loro testimonianze dell'arte medica al servizio dei fratelli e delle sorelle sofferenti, al servizio di Dio. Molti, infatti, sono i nomi di medici che hanno deciso di seguire le orme dei due santi.
Il volto che subito viene in mente è quello di san Giuseppe Moscati. “Il medico santo”, così era già chiamato in vita dal popolo napoletano. Un servizio alla medicina, ma soprattutto alle persone sofferenti: soprattutto agli indigenti. Infatti è cosa risaputa che assieme alla prescrizione di qualche farmaco, donasse denaro. I quartieri più poveri di Napoli non avevano segreti per lui. Amato dal popolo per il suo servizio.
Altro nome ancora, san Riccardo Pampuri (la sua memoria liturgica è il 1 maggio): medico canonizzato dalla Chiesa nello scorso secolo. Nell'anno in cui egli entrava a far parte dell'ordine dei Fatebenefratelli, moriva san Giuseppe Moscati. La giornata di Pampuri è esempio di santità concreta: la Santa Messa al primo mattino; confessione; visita ai malati e successivamente adorazione eucaristica. Lo studio nel pomeriggio. Nella serata, secondo giro di visite dei suoi ammalati. Adorazione prima di ritornare a casa. Cena e prima di andare a dormire, il Santo Rosario. Nel suo studio, sulla scrivania, aveva un piccolo crocifisso poggiato su tre gradini di legno. Su ciascun gradino, una frase. Aveva scritto di suo pugno, facendola propria, la frase dell'apostolo Giovanni: “A concupiscentia carnis, concupiscentia oculorum et superbia vitae, libera me Domine”. E' la scala verso il cielo, verso la santità.
Altro nome, quello del beato José Gregorio Hernández, medico venezuelano, che il 19 ottobre prossimo sarà canonizzato da papa Leone XIV. Scienziato coltissimo e studioso di filosofia. Diverse le specializzazioni: in microbiologia e batteriologia, istologia normale e patologica e fisiologia sperimentale. Uomo di fede incrollabile. Morì a Caracas (Venezuela), il 29 giugno 1919, vittima di un incidente stradale, mentre si stava recando a visitare un ammalato.
E veniamo al nostro “ieri”: il venerabile Vittorio Trancanelli, medico e amante della Sacra Scrittura. Ma non solo studiava la Parola, soprattutto la “metteva in pratica” Uomo di profonda fede, ancorato a Dio ea Cristo anche quando sopra aggiungerà la malattia. Accoglienza, la parola d'ordine nella sua vita: assieme alla moglie Lia Sabatini e ad altre cinque famiglie fonderà l'associazione “Alle Querce di Mamre” che continua, ancora oggi, il progetto di Trancanelli: famiglie aperte all'accoglienza di donne e bambini in difficoltà provenienti da tutte le parti del mondo.
Santi medici, alla sequela di Cristo e dei santi Cosma e Damiano.
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