venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalle Diocesi, il Giubileo dei Migranti celebrato in tutta Italia

Continua il Giubileo 2025 sia a livello di Chiesa mondiale che a livello di Chiese locali. Questa settimana è la volta del Giubileo dei Migranti e del Mondo missionario che vedrà a Roma la partecipazione di pellegrini da circa 100 Paesi del Mondo con una serie di appuntamenti.

Questo avviene nel mese dedicato proprio alle missioni.  E  i “Missionari di speranza tra le genti” sono tra i protagonisti di questo giubileo e della Giornata Missionaria Mondiale che si celebrerà  il 19 ottobre in tutte le chiese del mondo. 

“In tempi sempre più cupi, con le guerre in atto, sempre più violente – dice don Giuseppe Pizzoli, direttore generale della Fondazione Missio della Cei nel “Primo Piano” di apertura del numero di settembre/ottobre del mensile  “Popoli e Missione” - si aggrava il quadro di quella che papa Francesco chiamava ‘guerra mondiale a pezzi’. Come missionari siamo portatori, costruttori di speranza, affrontando anche i rischi di andare in situazioni di miseria, di povertà, di ingiustizia, di fame, di guerra”. Nel giornale, che arriva in tutte le diocesi italiane, i volti dei missionari e delle missionarie in frontiera: tra questi il gesuita padre Enrique Figaredo, dalla Cambogia, che parla del dialogo tra buddismo e cristianesimo; padre Silvano Galli che insegna ai giovani seminaristi di Lomè, in Togo, con i Paesi del Sahel infestati dai gruppi armati, dove “la formazione dei nuovi missionari fa la differenza”; suor Anna Maria Gervasoni che opera nelle Isole Salomone (Oceania) per la promozione della donna; padre Pat Murphy, scalabriniano statunitense, impegnato a Tijuana con i migranti provenienti dal Sud America; suor Adele Brambilla e suor Alessandra Fumagalli, comboniane nella cittadina di Karak, nel Sud della Giordania, in un piccolo ospedale che “da oltre 80 anni rappresenta molto più di una semplice struttura sanitaria”.

E di missionari e missionarie italiane si parla anche in una mostra aperta da qualche giorno al Complesso di Santo Spirito in Sassia dal titolo “Come ponti sul mondo – Storie di vita, racconti di missione”. Si tratta di sacerdoti e religiose che si sono dedicati e si dedicano ai nostri connazionali all’estero che secondo il Rapporto Italiani nel Mondo sono oltre sei milioni. Attraverso un linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, la mostra racconta le storie di missioni, parrocchie, oratori, scuole e strutture che, dal Nord Europa al Sud America, hanno accolto gli emigranti italiani. Tra le figure centrali della mostra spiccano don Vincenzo Pallotti, mons. Geremia Bonomelli, mons. Giovanni Battista Scalabrini, don Luigi Guanella e madre Francesca Saverio Cabrini, protagonisti della storia della Chiesa e del movimento di solidarietà che ha accompagnato gli italiani all’estero.

E in concomitanza con il Giubileo dei Migranti e del Mondo missionario tante iniziative anche nelle diocesi italiane come a Trento dove giovedì si è celebrato, a livello diocesano, il Giubileo dei Migranti e dei Missionari, che ha aperto anche il mese missionario e sostituisce quest’anno la tradizionale Veglia missionaria. Durante la messa serale in Duomo, presieduta dal vescovo Lauro Tisi, un gesto simbolico: al momento dell’offertorio sono state portate all’altare tre paia di scarpe da uomo, donna e bambino. Le scarpe sono l’oggetto che maggiormente rappresenta il camminare. E in questo hanno volto indicare le persone migranti che si incamminano su strade cariche di incertezza e di pericoli, nella speranza di migliori opportunità. Le scarpe indicano anche i missionari, inviati dalla propria Chiesa di appartenenza ad annunciare il Vangelo in luoghi lontani.  “In questi anni, pur con il continuo muoversi di persone, merci e notizie, il mondo non ha conosciuto davvero la fraternità e l’incontro. Anzi, muri e barriere sono cresciuti a dismisura”, ha detto il vescovo:  “in questa veglia per il Giubileo di migranti e missionari invito tutti – la nostra Chiesa e le nostre comunità – a mettersi all’ombra della Parola”.

A Udine la diocesi lo scorso 28 settembre ha celebrato la Festa diocesana dei migranti che, come la Giornata mondiale, ha avuto come titolo “Migranti, missionari di speranza”. A presiedere la liturgia al Santuario della Beata Vergine delle Grazie, l’arcivescovo Riccardo Lamba. Una celebrazione animata da canti e preghiere nelle lingue dei gruppi etnici più numerosi.

Nella diocesi di Concordia-Pordenone oggi celebrazione per i migranti “testimoni di speranza”. La giornata prenderà avvio alle 15 dalla Casa Madonna Pellegrina di Pordenone e si “snoderà per le vie del centro cittadino”, come ha detto il vescovo Giuseppe Pellegrini invitando tutti alla partecipazione: “sarà un momento di fede, di festa e di incontro, arricchito da canti, testimonianze e dalla varietà delle tradizioni culturali e religiose”.

Ad Agrigento la giornata è prevista per domani con un programma che prevede la conoscenza, tramite il racconto di un ragazzo del Burkina Faso, della comunità burkinabé presente nel territorio diocesano con una comunità di oltre 80 persone. A seguire la proiezione del film “Wallay” diretto da Berni Goldblat. Il film racconta la storia di Ady, un ragazzino di 13 anni, cresciuto solo dal padre. Quest’ultimo, senza più risorse, decide di affidare Ady allo zio Amadou per l’estate. Lo zio Amadou e la sua famiglia vivono dall’altra parte del mar Mediterraneo, in Burkina Faso. Lì, a 13 anni, si diventa uomini ma Ady, convinto di essere in vacanza, vede le cose in modo diverso. Al termine dl film, la giornata si concluderà con una cena conviviale con cibi tipici della comunità burkinabé. L’iniziativa è realizzata dall’Ufficio Migrantes diocesano, da Caritas diocesana Agrigento, dal Circolo Arci John Belushi e dalla Comunità burkinabé.

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