venerdì, maggio 03, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

La lettera di Don Di Noto per la Giornata dei Bambini Vittime della Violenza

"La Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento, dell’indifferenza e contro la pedofilia" compirà 20 anni e sarà celebrata in tutta Italia e all’estero il 1° maggio con momenti di preghiera e con l’atteso incontro in Piazza San Pietro, con Papa Francesco.

Scrive a tal proposito Don Fortunato Di Noto nella sua lettera: "Tanti anni sono passati da quando, un drammatico giorno di primavera, sono intervenuto salvando all’ultimo momento dalla morte per impiccagione una ragazzina che la madre aveva deciso di uccidere; da quando ho accolto i primi bambini che mi raccontavano le loro tristissime storie di abuso; da quando, con l’avvento delle nuove tecnologie, ho visto il turpe mercato dei bambini vittime di pedofilia, i nuovi schiavi alla deriva delle periferie digitali.

"È stato allora - continua don Di Noto - che ho fatto questa scelta di vita, ho dato una risposta a quello che Gesù Cristo mi chiedeva: stare dalla parte dei piccoli e fare di tutto per la loro tutela e protezione. È stato allora che Meter, l’associazione che ho fondato e che guido dal 1989, ha assunto con maggiore forza il suo ruolo a favore dell'infanzia".

Ogni anno l'associazone Meter, con una adesione sempre più crescente di persone, parrocchie e associazioni, ricorda i piccoli, i deboli, tutti i bambini vittime di ogni tipo di violenza.

"In quest’occasione - scrive don Fortunato nella sua lettere - abbiamo scelto il seguente tema: Presa la mano della bambina, le disse: "Tha- lità kumi", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". (Mc 5,41). Parliamo cioè del passaggio dalla morte alla vita, dall’abuso alla guarigione, dal buio alla luce, dalla rassegnazione alla speranza, dalla negazione dell’esistenza alla vita piena e vera. Quanti bambini e bambine, piegate su se stesse, distese nel letto della morte, sono stati rialzati, hanno ripreso il cammino!".

Infine il fondatore di Meter Onlus conclude scrivendo: "Abbiamo la sensazione che l'infanzia è sempre più dimenticata, vilipesa, violata, sfruttata, commercializzata, fin dall’inizio del concepimento. Tutto questo ci provoca tanto dolore e sofferenza, ma anche tanto impegno personale e comunitario".

 

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