venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Il vescovo Paolo Bizzeti racconta la Turchia che visiterà Papa Leone XIV

L'annuncio del primo viaggio di Papa Leone XIV in Turchia e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre, per il pellegrinaggio all’antica Nicea a 1700 anni dal Concilio è una occasione per riflettere sulla situazione in quella regione. Il vescovo Paolo Bizzeti, dal 2015 al 2024 vicario apostolico dell’Anatolia, parlando alla Facoltà Teologica del Triveneto ha commentato: "Visitare il gregge di persona e portare la vicinanza del Buon Pastore è il senso di questi viaggi papali. La Turchia e il Libano sono paesi importantissimi non solo per il passato cristiano ma anche per l’oggi della vita cristiana: sono un laboratorio in cui dobbiamo essere presenti attivamente e umilmente. L’anniversario di Nicea è un’occasione per ravvivare lo spirito che animò i padri conciliari: esprimere in termini e categorie nuove la propria fede, cercando ciò che unisce".
Bizzeti,  per alcuni anni è stato docente della Facoltà teologica del Triveneto, in una intervista in occasione dell' apertura dell’anno accademico 2025/2026, ha spiegato che "la Turchia è un paese molto affascinante sia per la variegata geografia sia per le molte anime etniche, culturali, religiose. La gente del popolo è molto gentile ed educata. Naturalmente ci sono anche delle durezze, chiusure, pregiudizi. La pastorale cattolica è molto limitata da leggi o prassi che impediscono la costruzione di cappelle, centri giovanili e culturali. Tutto avviene dentro alcune poche parrocchie stabilite secondo il trattato di Losanna di un secolo fa".

Il problema è che "dopo oltre due secoli di presenza cattolica, non è sorta una chiesa locale, con clero locale, con apparati diocesani appropriati e adeguati alla cultura turca". E "oggi i cattolici sono una minoranza insignificante e tuttavia viva, accettando di essere marginali ma consapevoli del dono di credere in Gesù salvatore. Ci sono poi i rifugiati cristiani che provengono dai paesi vicini e i neofiti che saranno probabilmente la chiesa del prossimo futuro".

Per Bizzeti "l’evangelizzazione è il compito che il Signore ha avuto al centro della sua vita e che ha consegnato a coloro che vogliono seguirlo. Questo vale per ogni epoca, quindi niente di nuovo. Tuttavia è vero che oggi abbiamo urgente bisogno di ricomprendere la Buona Notizia e che le opere e parole di Gesù – che ci manifesta in modo inequivocabile chi è Dio, cosa fa e cosa vuole – sono tutte una Buona Notizia. (…) dobbiamo ripartire dall’Antico Testamento e ricomprendere tutto il percorso con cui il Signore Dio ha accompagnato il suo popolo. Concretamente significa riprendere in mano la Bibbia, dall’inizio alla fine, in modo sistematico ripercorrere il lungo e faticoso cammino della Storia della Salvezza. Dopo di che bisogna ripercorrere la storia della Chiesa per poter quindi imparare a dialogare con le sfide e le culture di oggi essendo maggiormente consapevoli della propria identità".

Bizzeti è stato per molti anni presidente di Caritas Anatolia, e spiega che " i rifugiati cristiani che io seguo in Turchia e in Italia sono una grande risorsa e non ha senso chiudere le porte per paura, quando invece essi ci portano una ventata di novità e di fede viva, insieme ai loro molti problemi che però sono l’occasione per uscire da noi stessi e dare un senso alla nostra vita e alle nostre risorse. In concreto noi adesso aiutiamo nel cercare lavoro e casa in modo da dare dignità e possibilità di un buon inserimento a questi fratelli e sorelle: è un vantaggio per tutti".

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