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Commemorazione dei fedeli defunti. La morte non è la fine ma il passaggio verso la vita piena in Dio

Commemorazione dei fedeli defunti

Oggi la Chiesa si raccoglie in preghiera per ricordare con amore e con speranza tutti i fedeli defunti. Dopo la gioia della festa di Tutti i Santi, il 2 novembre ci invita a volgere lo sguardo a coloro che ci hanno preceduti nella Casa del Padre, affidandosi totalmente alla misericordia di Dio. Non è, dunque, un giorno di tristezza, ma di speranza. La fede ci insegna che la morte non è la fine, ma il passaggio verso la vita piena in Dio. Lo proclama con efficacia uno dei Prefazi dei defunti: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata.”

Questa celebrazione nasce nel cuore della vita monastica, attorno all'anno 1000. Fu l'abate sant' Odilone di Cluny a stabilire che, dopo la festa di Tutti i Santi, i monaci offrissero preghiere e Messe per tutte le anime dei defunti. L'efficacia della preghiera per i defunti nasce da un grande e gioioso mistero: la comunione dei santi. I cristiani costituiscono il Corpo di Cristo che è la Chiesa, la quale non è formata solo dai battezzati qui in terra (chiesa pellegrinante), ma anche da coloro che già godono della felicità eterna (Chiesa trionfante) e da coloro che si trovano nel Purgatorio dove - come dice Dante nella Divina Commedia - le anime vanno " a farsi belle " (Purgatorio II, 75 e 123) perché come scrive il Libro dell'Apocalisse, nella Gerusalemme celeste non entrerà nulla d ' impuro” (Ap 21,27).

La Chiesa prega per i defunti perché crede nella misericordia di Dio e nel bisogno di purificazione di chi, pur morte nella grazia di Dio, porta con sè le ferite causate dal peccato e dall'imperfezione del nostro pentimento. I l Purgatorio, dunque, non è castigo, ma luogo di speranza, dove l'anima si lascia purificare dall'amore di Dio per poterlo contemplare nella sua pienezza. E le nostre preghiere, le Messe che facciamo celebrare, i sacrifici offerti per loro con amore possono davvero aiutare queste anime nel loro cammino verso la luce eterna. Lo afferma la Scrittura: “È cosa santa e salutare pregare per i defunti, perché siano assolti dai loro peccati” (2 Mac 12,45).

E non preghiamo solo per quelli che abbiamo conosciuto: la Chiesa ci invita a pregare per tutte le anime, anche quelle dimenticate, quelle che non hanno nessuno che le ricordi. Pregare per i defunti è, in fondo, un atto di amore che non si ferma davanti alla tomba, ma continua a operare anche oltre la morte. Quando preghiamo per i nostri cari, diciamo loro: "Non ti ho dimenticato. Ti porto ancora nel cuore e ti affido alla misericordia di Dio".

Ma la comunione dei santi non è un senso unico. E qui comprendiamo quanto sia grande e bella la nostra fede. Non siamo noi soli a pregare per i nostri fratelli defunti: anche loro pregano per noi, ci accompagnano e ci aiutano con la loro preghiera. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 958): “La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma rendere efficace la loro intercessione per noi ”. Mentre noi offriamo preghiere e sacrifici per la loro purificazione, essi ricambiano pregando per la nostra fedeltà, per la nostra conversione, per la nostra salvezza. È questa la Chiesa: una grande famiglia unita dal Sangue di Cristo, dove nessuno è dimenticato e nessuno pensa a se stesso. Portiamo dunque davanti all'altare i volti ei nomi di coloro che amiamo per affidarli alla misericordia di Dio e affidarci, a nostra volta, alla loro preghiera discreta e potente. 

E' stato detto che il silenzio dei morti pesa sui vivi, ma dopo Cristo la morte è cristiana, cioè è sottomessa alla Vita. Commemorare ii defunti, allora, significa anche rinnovare la nostra fede nella risurrezione e nella vita eterna . Gesù ci ha detto: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25). I santi vivono la morte con serenità, nella letizia di rinascere nel mondo vero. Scrive san Cipriano: Che felicità, che gioia…chiudere in un istante gli occhi che prima vedevano gli uomini e il mondo, e riaprirli subito per vedere Dio, il Cristo! Come appare rapido questo passaggio alla felicità (Memoria di san Callisto, Ufficio di Letture).

Preghiamo la Vergine Maria, Madre della Speranza, perché accompagni i nostri cari verso la gioia del Paradiso, e ci insegni a vivere con lo sguardo rivolto al Cielo, certi che in Cristo la morte è solo una porta che si apre sulla vita.

 

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