Roma, 07 November, 2025 / 2:00 PM
Controverso, ancora da approfondire, oggetto di studi filosofici e teologici. Sembra che il 1300 ancora sia presente tra noi: è il beato Duns Scoto di cui domani ricore la memoria liturgica. Emblema del sapere, Scoto, rimane nella storia della Chiesa come il teologo “innamorato” di Maria. Nasce in Scozia, intorno al 1265/1266.
Nel 1303, mentre stava perseguendo il baccellierato a Parigi, deve lasciare l'università per non aver aderito al progetto di Filippo il Bello, re di Francia, contro papa Bonifacio VIII. Ritorna poi nel 1304 per concludere gli studi, accompagnato da una lettera del ministro generale dell'Ordine, il quale scrive: “Sia per lunga esperienza, sia per la fama che s'era sparsa ovunque, della vita lodevole, della scienza eccellente e dell'ingegno sottilissimo” del candidato. Altra città nella sua biografia, Colonia, dove morirà l'8 novembre 1308.
Una vita dedicata all'insegnamento, soprattutto. Luoghi del sapere: Oxford, Parigi e nell'ultima Colonia. Autore fecondo di testi che ancora oggi vengono esaminati, studiati, approfonditi. Fra questi, ricordiamo: la “Lectura”, l' “Ordinatio”, i “Reportata Parisiensia”, le “Quaestiones quodlibetales”; il “De primo principio” ei “Theoremata”. Alla base di ogni riflessione etica Duns Scoto pone il primato della volontà, mentre alla base della teologia il primato dell'amore.
Particolare interesse per il suo campo d'indagine teologica ricoprirà la Vergine Maria, che per Scoto è l'Immacolata: “Ai tempi di Duns Scoto la maggior parte dei teologi si opponeva a un'obiezione, che sembrava insormontabile, alla dottrina secondo cui Maria Santissima fu esente dal peccato originale sin dal primo istante del suo concepimento: di fatto, l'universalità della Redenzione operata da Cristo, a prima vista, poteva apparire compromessa da una somiglianza, come se Maria non aveva avuto bisogno di Cristo e della sua redenzione. Perciò i teologi si opponevano a questa tesi. Duns Scoto, allora, per far capire questa preservazione dal peccato originale sviluppò l'argomento … della Redenzione preventiva, secondo cui l'Immacolata Concezione rappresenta il capolavoro della Redenzione operata da Cristo, perché proprio la potenza del suo amore e della sua mediazione ha ottenuto che Maria fosse preservata dal peccato originale prima della concezione” così spiegava papa Benedetto XVI.
Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 20 marzo 1993 definendolo “cantore del Verbo incarnato e difensore dell'Immacolato concepimento di Maria”. Le sue spoglie mortali sono custodite nella chiesa dei frati minori di Colonia.
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