Assisi, 18 November, 2025 / 4:00 PM
“Sono consapevole che tale Rapporto abbia suscitato alcuni malintesi in talune realtà ecclesiali, in particolare nella vostra Conferenza Episcopale. Permettetemi di ribadire quanto è chiaramente indicato nel documento stesso e quanto è stato sottolineato durante la presentazione nella Sala Stampa della Santa Sede: la Relazione è stata completata nel primo trimestre del 2025 e si riferisce ai dati raccolti nell’anno solare 2024. Detto ciò, in qualità di nuovo Presidente, mi assumo la piena responsabilità del lavoro svolto dal team della Commissione”. Lo ha detto Monsignor Thibault Verny, Presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, intervenendo ad Assisi all’Assemblea Generale della CEI.
Il presule francese fa riferimento a quanto segnalato dal Rapporto sulla realtà italiana: si rileva una notevole resistenza culturale in Italia nell’affrontare gli abusi, i tabù culturali possono rendere difficile per le vittime/sopravvissuti- e per le loro famiglie parlare delle proprie esperienze e denunciarle alle autorità.
L’accordo siglato tre anni fa tra la CEI e la Commissione – aggiunge Monsignor Verny – “non è rimasto lettera morta: si è trasformato in un laboratorio di dialogo, azione e corresponsabilità, con ricadute positive in Chiese di quattro continenti. Attraverso questa intesa – insieme a voi – stiamo aiutando le comunità ecclesiali a prevenire gli abusi, a proteggere chi è a rischio e a intervenire con competenza e compassione quando si verificano situazioni di abuso, ovunque esse si manifestino”.
“Come in ogni collaborazione viva – puntualizza il presidente della Commissione - non mancano incomprensioni e divergenze. Tuttavia, è proprio in tali frangenti che siamo chiamati ad accompagnarci con prudenza e trasparenza, in una dialettica di ascolto sincero e apprendimento reciproco. Intendiamo proseguire su questa strada, condividendo il vostro impegno e le vostre procedure di tutela con un numero sempre maggiore di Chiese nel mondo. Così facendo, riconosciamo e valorizziamo ciò che funziona, mentre valutiamo e correggiamo ciò che può essere migliorato”.
“Questo punto è cruciale: indicare – conclude - con trasparenza le lacune nei sistemi di salvaguardia e offrire risposte professionali rafforza la credibilità della Chiesa, affinché la nostra casa ecclesiale sia un luogo sicuro per tutti, per le famiglie, i giovani e i bambini. Come vescovo francese, mi rivolgo a voi oggi con umiltà. Di fronte allo scandalo degli abusi sessuali, nessuno può affermare di operare alla perfezione. Credo che tutti stiamo cercando di fare il meglio possibile, riducendo al minimo il danno”.
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