venerdì, dicembre 05, 2025 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Dalle diocesi, l'Avvento e la Fraternità

La Chiesa italiana è sempre più vicina alle persone più bisognose. In ogni diocesi sono tante le iniziative per aiutare giovani, anziani, bambini, famiglie, etc. E in questi giorni, con il periodo dell’Avvento – che inizia domani – sono tante le iniziative che rientrano nei progetti dell’ “Avvento di Fraternità” di cui daremo spazio nelle prossime settimane. 

Intanto non si fermano i progetti in atto come  il progetto “Rut – Fondati sul lavoro” promosso da Genova dalla Caritas diocesana e che vuole supportare persone e famiglie che, pur avendo un’occupazione, non riescono a sostenere le spese ordinarie e straordinarie. Il progetto si concentra su due fronti principali: lavoro povero e povertà sanitaria. Lavoro povero con redditi insufficienti a coprire affitto, bollette e spese quotidiane e povertà sanitaria che comporta difficoltà nell’affrontare spese mediche urgenti, visto il reddito insufficiente. Il progetto si propone di offrire prestiti a tasso ridotto o interventi a fondo perduto, calibrati sul bisogno reale, accompagnamento personalizzato e valutazione equa e riservata.

I dati che sono emersi in queste settimane, con la presentazione dei report sulla povertà nei diversi territori italiani a cura delle Caritas diocesane, evidenziano dati preoccupanti che coinvolgono sempre più famiglie e persone fragili. Per far conoscere quello che la Chiesa italiana fa in questo senso da domani parte una nuova campagna su vari organi di informazione – stampa, tv, radio, social - per raccontare la presenza quotidiana di una Chiesa che accompagna, sostiene e condivide la vita delle persone con storie nelle diverse diocesi del nostro paese con gesti di vicinanza, mani che si tendono, parole che consolano, segni che trasformano la fatica in speranza.  “Chiesa cattolica. Nelle nostre vite, ogni giorno” – lo slogan della campagna - intende mostrare i mille volti della “Chiesa in uscita”: dai percorsi formativi rivolti ai ragazzi, per imparare a usare intelligenza artificiale e nuove tecnologie,  alle attività ricreative per gli anziani che spesso devono affrontare una vita in solitudine, dal sostegno alle persone lasciate sole, restituendo loro dignità e speranza, ai cammini di fede per aiutare ogni individuo a incontrare Dio nella vita quotidiana. “Nell’Italia di oggi, senza la presenza viva della Chiesa, con la sua rete di solidarietà – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni –  grazie all’impegno instancabile di migliaia di sacerdoti e volontari, mancherebbe un punto di riferimento essenziale. Attraverso questa campagna desideriamo rendere visibile quanto questa presenza sia concreta e incisiva nella quotidianità di tante persone”.

La Chiesa italiana – nel giorno conclusivo della visita di papa Leone XIV in Turchia e Libano e a sessant’anni dall’abolizione delle scomuniche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli, insieme alla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia promuove una celebrazione ecumenica per commemorare lo storico gesto che diede il via a un nuovo dialogo tra cattolici e ortodossi. A Venezia, martedì 2 dicembre, un evento alla presenza, tra gli altri, di Polykarpos, Metropolita d’Italia ed Esarca dell’Europa Meridionale, e del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Nella Chiesa di San Zaccaria, dopo un momento introduttivo, si terrà la celebrazione che vedrà l’intervento del Metropolita. Successivamente ci si recherà nella Cattedrale di San Giorgio dei Greci dove il card. Zuppi proporrà la sua riflessione. Seguiranno la Professione di fede, la lettura della Dichiarazione congiunta, lo scambio della pace e la benedizione.
La commemorazione, oltre a celebrare un importante anniversario, rappresenta – spiega una nota della Cei - il segno concreto della volontà di proseguire nel solco tracciato dalla Dichiarazione comune con cui Papa Paolo VI e il Patriarca Athénagoras, nell’eliminare le sentenze di scomunica dell’anno 1054, esprimevano il desiderio di “riconciliazione” e invitavano a “perseguire, in uno spirito di fiducia, di stima e di carità reciproche, il dialogo che li condurrà, con l’aiuto di Dio, a vivere nuovamente, per il maggior bene delle anime e la venuta del Regno di Dio, nella piena comunione di fede, di concordia fraterna e di vita sacramentale che esisteva tra loro nel corso del primo millennio della vita della Chiesa”.

In questa settimana anche un incontro importante quello del card. Zuppi che, insieme al segretario generale della Cei, l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, con alcune vittime di abusi compiuti in ambito ecclesiale. Un incontro avvenuto nella sede della Conferenza episcopale italiana e che si  inserisce nella serie di incontri periodici promossi, da tempo, con l’obiettivo di “dare continuità e ulteriore concretezza alle linee di azione nel campo della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili messe in atto con determinazione dalla CEI”. Il colloquio è stato caratterizzato dalla condivisione e dal dialogo, in un clima di ascolto “attento e costruttivo”.
“Sul versante della tutela e della prevenzione degli abusi – ha detto il card. Zuppi - non abbassiamo la guardia: la voce delle vittime è per noi fondamentale perché ci aiuta a riconoscere gli errori compiuti e ci sprona a continuare nel nostro impegno. Vogliamo creare ambienti sempre più sicuri perché non si ripetano i drammi del passato, perché si diffonda una cultura della cura e perché, per quanto possibile, si possano ricucire le ferite di chi ha sofferto e soffre a causa di crimini inaccettabili”.

 

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