Roma, 16 December, 2025 / 9:00 AM
I vescovi italiani esprimono il loro sdegno "per il vile attentato" che domenica "a Bondi Beach, in Australia, ha insanguinato l’Hanukkah, provocando numerosi morti e feriti. Ribadiamo la nostra ferma condanna dell’antisemitismo, esortando i cattolici italiani a ripudiare ogni forma di violenza, sia verbale sia fisica".
Un messsaggio che sottolinea che "la Chiesa in Italia non smetterà di contrastare l’odio verso gli ebrei perché fedele a ciò che ha di più caro e radicato nella sua coscienza: “Il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo”". Segue la Nostra Aeatate e si impegna "a diffondere una cultura della pace e della nonviolenza, non cedendo mai alle logiche della violenza, ma costruendo una società riconciliata. Nell’affidare all’amore misericordioso del Padre le vittime dell’insensato attacco e invocando la guarigione per quanti stanno soffrendo nel corpo e nello spirito, ci stringiamo alla comunità ebraica con il nostro affetto e la nostra amicizia".
Il 17 gennaio, alla vigilia della Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani, si prega per il dialogo ebraico cristiano. Come ogni anno da 37 anni la Conferenza episcopale italiana propone una riflessione per approfondire il dialogo. E forse mai come in questo periodo è necessario capire la differenza tra religione e politica, e andare sempre più spediti verso la conoscenza reciproca.
Il tema del 2026 è "Uniti nella stessa benedizione “In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12,3)".
Un cammino diverso ma "radicati nella stessa benedizione" scrive la Cei. Abramo cammina nella certezza della benedizione di Dio che "esprime una relazione di Alleanza".
Il testo rimanda ai 60 anni della dichiarazione Nostra Aetate, e si legge: "Negli ultimi tempi si sono vissuti momenti di tensione a causa di discorsi o iniziative non in sintonia con l’interlocutore o contenenti affermazioni ambigue. Non sono mancate, purtroppo, prese di posizione che hanno fomentato rigurgiti di antisemitismo. Desideriamo, pertanto, esprimere una posizione comune e condivisa della Chiesa cattolica italiana in merito al rapporto con le comunità ebraiche che sono in Italia".
Rafforzare un vincolo basato su Gesù Cristo che "ci lega al popolo ebraico. L’identità cristiana profonda non può fare a meno del popolo ebraico, della sua storia e della sua spiritualità". Ed è oggi "importante avviare una riflessione teologica sul rapporto tra il cristianesimo, nella sua forma attuale, e l’ebraismo così come esiste oggi, quale portatore di una tradizione di fede e di pensiero che si sono sviluppati negli ultimi due millenni sul fondamento talmudico. Ciò che si profila all’orizzonte è una migliore comprensione della missione della Chiesa in relazione alla missione del Popolo ebraico, considerati entrambi nell’orizzonte dell’unica Promessa di cui sono eredi indivisi".
Un cammino lungo e non sempre facile ma che va proseguito "con stima e riconoscenza" e con l'impegno a "studiare le Sacre Scritture e a lasciarci aiutare da loro in questo studio". I vescovi riprendono le parole di Leone XIV contro ogni "tipo di antisemitismo e di antigiudaismo".
I vescovi ricordano i sussidi per la Giornata basate su un lavoro comune come "Decostruire l’antigiudaismo cristiano", recentemente tradotto in italiano per volontà della CEI".
Ch Gesù sia per i cristiani il Messia è il punto di differenza, ma "ci impegniamo a rispettare lo sguardo del popolo ebraico e a vederlo come complementare e non antitetico" e "chiediamo il rispetto del nostro sguardo. Siamo differenti, ma fratelli e sorelle nell’unico Dio. Come tali desideriamo rispettarci e riconoscerci nelle nostre identità".
Poi si guarda all'attualità: "Ribadiamo e difendiamo il diritto degli ebrei ad avere uno Stato in cui poter vivere in sicurezza e serenità. Ovviamente ciò non toglie che l’approccio alla teologia della terra nella tradizione cristiana non coincida con quello ebraico". E il testo prosegue: "Ci riserviamo d’altronde la libertà e la possibilità di esercitare uno sguardo critico sulle scelte dei governi israeliani, come peraltro facciamo con i governi di altri Paesi e verso il nostro stesso governo. In questa luce, nel cammino verso una “via italiana del dialogo” è sempre più urgente interrogarci a proposito del giusto rapporto fra religione e spazio pubblico".
Ovviamente i vescovi rinnovano la "ferma e decisa condanna al terrorismo in ogni sua forma. Ribadiamo la nostra ferma e decisa condanna dell’atto terroristico e ignobile del 7 ottobre 2023. Siamo vicini alle vittime del popolo ebraico e a quelle del popolo palestinese nella tragedia Gaza e auspichiamo una soluzione che consenta a entrambi, come anche agli altri gruppi presenti in quei territori, una convivenza pacifica. Siamo vicini a tutte le persone che soffrono a causa del conflitto in atto". E l'invito a "tutti i cattolici che sono in Italia a ripudiare ogni antisemitismo e ogni espressione violenta contro il popolo ebraico".
L'invito per le comunità cattoliche è al confronto "con le comunità ebraiche per rinsaldare i rapporti e per testimoniare, nella nostra società, la vocazione delle religioni a creare dialogo e coesione sociale. Ci auguriamo, alla luce della situazione geo-politica, che si possano vivere nei vari territori momenti di incontro tra cristiani, ebrei e musulmani. Per offrire alla società, nella concretezza dei rapporti, la testimonianza di una vera ricerca di pace. Una via italiana del dialogo interreligioso. Auspichiamo gesti concreti di vicinanza fra comunità cristiane e comunità ebraiche".
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