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Padre Buccarello: l'attualità del carisma trinitario. Un passato che diviene futuro

Padre Luigi Buccarello e papa Leone XIV

Gioviale, uomo semplice che ama i semplici, ma profondo e acuto: questo, in un ritratto impressionista, padre Luigi Buccarello, Ministro generale dell'ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi. E' lui, il successore di san Giovanni de Matha, fondatore dell'ordine Trinitario di cui oggi ricorre la memoria liturgica. E un quadro del santo campeggia nel suo studio nella Curia generalizia di Trastevere, vicino alla basilica di San Crisogono, gioiello d'arte e di spiritualità. Un quadro del fondatore quasi a ricordare la storia dell'ordine: una storia gloriosa e che si rinnova di giorno in giorno. AciStampa lo ha intervistato per poter comprendere meglio la spiritualità e la storia dell'ordine Trinitario, ma soprattutto il suo presente e il suo futuro.

 

Padre Buccarello, cosa vuol dire essere successore di san Giovanni de Matha?

Tre cose importanti che rappresentano tre aspetti importanti. Il primo è racchiuso nella parola “Ministro” che San Giovanni de' Matha scrive nella Regola: colui che guida la comunità o l'ordine è ministro, cioè servo. Un servizio che richiama due aspetti importanti: il primo è quello di comunione, che rappresenta l'obiettivo principale. La responsabilità principale che è affidata ai ministeri generali, a tutti coloro che nell'ordine hanno un'autorità è quella di custodire la comunione, l'unità, la fraternità. E' il carisma che nasce dalla spiritualità trinitaria, dalla spiritualità del mistero della Trinità. Essere trinitari significa, appunto, essere testimoni esperti di comunione, di unità, specialmente in questo momento storico dove le divisioni, le contrapposizioni, le polarizzazioni, le tensioni, le guerre stanno lacerando l'umanità. Stiamo assistendo sempre di più a un perdersi della misura dell'umano, soffocata da tanti interessi. Per questo, è importante - ancora più importante - testimoniare, preservare l'unità, la fraternità.Oggi in particolare questo compito, questo servizio, riveste un'importanza decisiva perché l'ordine ha una ricchezza di cultura, una varietà di presenze, di lingue, di cultura, di sensibilità, di nazioni che sono una grande ricchezza e che noi dobbiamo sempre cogliere come una forza per costruire un'unità sempre più profonda e non come a vorrebbe il mondo di oggi pensa che nel cogliere le differenze, a tutto ciò come una specie di minaccia o come un dato negativo.

 

Una comunione che si fa Chiesa, padre Buccarello...

La comunione che siamo chiamati a testimoniare non è uniformità ma è, come diceva don Tonino Bello, convivialità delle differenze e valorizzazione di ogni aspetto, di ogni differenza perché la differenza è l'espressione anche della fantasia dello Spirito e dell'opera creatrice di Dio che continuamente si rinnova nella nostra vita, nella nostra storia. E poi, insomma, il terzo aspetto è quello della fedeltà. Il compito del successore di San Giovanni de Matha è quello di custodire e di preservare la fedeltà al carisma, un carisma che ha più di otto secoli di storia, che ha una sua impronta specifica e questa specificità del carisma di liberazione, di aiuto ai cristiani perseguitati, di accoglienza dei poveri. Tutto ciò non solo non perde la sua attualità oggi a distanza di otto secoli ma acquista un significato nuovo e chiede, ci interpella, chiedendoci che questo carisma possa veramente continuare ad essere un segno di speranza per tante persone che vivono nella schiavitù del corpo, dell'anima; nella schiavitù morale, spirituale, nella povertà, nell'emarginazione e in modo particolare per coloro che soffrono a causa della fede in Cristo.

 

Un carisma antico, quindi. Ma, anche profondamente vicino al mondo contemporaneo. Perché?

L'attualità del carisma è confermata dagli ultimi pontefici, i quali tutti ci hanno incoraggiato a vivere il nostro carisma perché necessario oggi alla Chiesa. Papa Francesco parlava di una flagrante attualità del carisma trinitario perché nel mondo ci sono tante forme di schiavitù. Aumentano le forme di schiavitù, le forme di dipendenza, lo sfruttamento degli esseri umani e nel mondo. E aumenta anche la persecuzione religiosa. Papa Leone nella sua prima Esortazione apostolica ha dedicato uno spazio di rilievo al carisma trinitario come esempio e testimonianza della carità che quando si incarna libera dall'oppressione. Ci ha ricordato che la povertà maggiore non è soltanto quella materiale ma è quella di chi perde, di chi non vede riconosciuta la propria dignità. Negli ultimi decenni i numeri ci dicono che le persecuzioni contro i cristiani hanno assunto delle proporzioni inimmaginabili, sempre crescenti di anno in anno: non c'è un anno in cui questo fenomeno si arresta o diminuisce. Tutto ciò ci interpella come trinitari perché come ordine religioso siamo gli unici a tenere vivi questa missione di aiutare i cristiani perseguitati. Ci sono tanti organismi, organizzazioni umanitarie anche nel mondo cristiano, ma come ordini religiosi, come carisma, abbiamo questa singolare specificità che ci distingue e che ci interpella sempre. 

 

Progetti di oggi e quelli futuri?

I progetti che portiamo avanti sono progetti nei quali noi ci sforziamo di raggiungere innanzitutto tutti coloro che soffrono a motivo delle guerre, a motivo delle persecuzioni religiose. E, in tutto questo, la geografia di questa sofferenza ovviamente cambia: ci sono dei paesi in cui la persecuzione cresce e noi di essere più presenti. Abbiamo di fronte situazioni molto preoccupanti come quelle in Siria, in Iraq, in India. E poi si è aggiunta ultimamente anche una collaborazione con alcune diocesi della Nigeria dove anche le lì le ultime notizie ci dicono che stiamo assistendo ad una recrudescenza abbastanza violenta degli attacchi di alcuni gruppi fondamentalisti contro i cristiani. Siamo “sul fronte”, in sintesi, in molte regioni sofferenti. L'ultimo nostro Capitolo che si è celebrato a giugno ha ribadito, confermato nuovamente il nostro impegno nell'ambito della persecuzione religiosa. 

 

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