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Giuseppina Berettoni, un'autentica innamorata di Cristo

Studio per un ritratto della serva di Dio Giuseppina Berettoni | Studio per un ritratto della serva di Dio Giuseppina Berettoni. Autore: Vito Macrì | Centro Giuseppina Berettoni Studio per un ritratto della serva di Dio Giuseppina Berettoni | Studio per un ritratto della serva di Dio Giuseppina Berettoni. Autore: Vito Macrì | Centro Giuseppina Berettoni

 

Giuseppina Berettoni nacque a Roma il 6 agosto 1875. In questo secolo la Città eterna aveva da poco subito l'unificazione italiana e la religione cattolica stava affrontando un periodo molto delicato. Ciò non è da sottovalutare, soprattutto, per la diffusione del Vangelo in una clima culturale di forte ostilità.

In tale contesto è vissuta questa serva di Dio, che fin da piccola mostrò un particolare amore per Gesù e la Vergine Maria, tanto da fare a solo 9 anni il voto di verginità che conserverà per tutta la sua esistenza.

Questa sua particolare fede la porterà, inevitabilmente, a chiedere più volte di entrare in clausura ma per varie incomprensioni, dovette far ritorno a casa. Amò tanto il Signore che uniformò la sua volontà a quella di Dio. Tale dolorosa esperienza non la mortificò ma anzi ne moltiplicò lo zelo per le anime e per la loro salvezza spirituale cosi scegliendo di essere una consacrata laica.

Oggi tale forma di apostolato è chiara anche a seguito dei lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II che evidenziò tale ruolo nella società in cammino verso il Regno dei cieli. Ma all'epoca della serva di Dio come anche tutt'oggi, esistono i Terzi ordini di alcune famiglie religiose (Francescani, Domenicani, Carmelitani, Trinitari etc.) che accolgono, con gioia, anche persone laiche che vivono nel mondo,seguendo la loro spiritualità. E Giuseppina Berettoni faceva parte del Terz'ordine francescano, rappresentando una delle prime missionarie laiche, impegnate per la diffusione del Regno dei cieli.

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Tutte le mie forze -scrisse lei stessa- tutta la mia vita la voglio spendere per far conoscere Gesù in mezzo al popolo cristiano. Mai parole si rivelarono più profetiche: non c'era cuore che gli resistesse ne anima che non chiedesse i sacramenti, dopo aver parlato con lei.

Dolcezza, serenità, preghiera unite ad una perspicace intelligenza hanno portato il Vangelo dove nessuno pensava: baracche e zone periferiche vedevano la sua opera cristiana e sociale.

Padre Benedetto D'Orazio che ha avuto la gioia di conoscerla nel suo libro sulla vita della mirabile serva di Dio, ci ha lasciato il ritratto di una autentica innamorata di Cristo e di una vera pioniera delle opere per la diffusione del Regno dei cieli per la città di Roma.

Figlia di Maria ed amante dell'infanzia, nella sua vita ha insegnato anche in alcuni asili portando il dolce raggio del suo affettuoso sorriso.

Prove, incomprensioni varie, difficoltà, povertà e tribolazioni accompagnarono il corso della sua vita. Ma di tutto rendeva grazia a Dio, pur di fare del bene a tutti e sempre.

Non disse mai di no a qualunque dolore che la vita gli recava. Aveva scoperto sul Golgota il dono di se e seguendo Cristo ne tracciò, nella sua vita, gli esempi.

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Amò il Cristo più della sua stessa vita e questa la stimò un nulla pur di salvare anime. Tanto era il suo amore per la Chiesa che, in conformità alla spiritualità del suo tempo, e con l'autorizzazione del suo padre spirituale, nella sua preghiera, si offrì vittima di amore per i sacerdoti ed i consacrati.

Praticava una vita di penitenza, mortificazione e di intensa preghiera che, alle volte, si prolungava dalla tarda serata fino al mattino davanti a Gesù Eucarestia, in qualche Chiesa.

Dal Signore per il bene delle anime ebbe molti doni mistici: visioni, mozioni interiori, bilocazioni. Sapeva legger nel cuore delle persone, senza che queste gli avessero manifestato tanto.

Di ciò ne è rimasta una fitta documentazione.

Per un periodo della sua vita si recò in Argentina, Liguria e Marche dove portò il dolce volto del Padre celeste a chi non lo avesse mai incontrato.

Morì il 17 gennaio 1927 come aveva predetto: dopo la Santa comunione nella Basilica di Santa Maria Maggiore davanti all'icona della Salus Populi Romani da lei tanto amata in vita e alla cui presenza spirò. Aveva 52 anni.

Giuseppina Berettoni, con la sua coerente testimonianza di vita e la sua profonda fede ha anticipato quella vitalità con cui si trasmette la parola del Vangelo, non solo a parole, ma con la concretezza dei fatti rappresentando quella preziosa lucerna che non può restare sotto il moggio (Mt.5,15).

E' in corso il processo di beatificazione nell'attesa del quale è stata dichiarata serva di Dio.