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60 anni fa la morte del Beato Cardinale Stepinac

Perseguitato dai comunisti jugoslavi, fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998

Le spoglie del Beato Cardinale Alojzije Viktor Stepinac |  | Wikicommons pubblico dominio Le spoglie del Beato Cardinale Alojzije Viktor Stepinac | | Wikicommons pubblico dominio

Ricorre oggi il 60/mo anniversario della morte del Beato Cardinale Alojzije Viktor Stepinac, Arcivescovo di Zagabria dal 1937 al suo decesso avvenuto il 10 febbraio 1960.

La sua figura è stata ampiamente discussa: visto da alcuni vicino al regime di destra degli Ustascia durante la Seconda Guerra Mondiale, nel dopoguerra venne indicato dal regime comunista jugoslavo di Tito come nemico del popolo, processato e condannato alla reclusione.

Nato nel 1898, venne ordinato presbitero nel 1930. Solo 4 anni dopo Papa Pio XI lo elegge Arcivescovo coadiutore di Zagabria e succede per coadiutoria nel 1937.

Dapprima vicino agli Ustascia di Ante Pavelic, man mano se ne distanziò attaccando senza mezzi termini le politiche razziste del regime nazionalista croato.

Arrestato e processato al termine della Seconda Guerra Mondiale dal regime di Tito, Stepinac fu confermato dal Papa come Arcivescovo di Zagabria e nel 1952 lo stesso Pio XII lo creò Cardinale di Santa Romana Chiesa. Il regime non gli permise di raggiungere Roma per ricevere la berretta cardinalizia.

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Successivamente al Cardinale Stepinac venne negato anche il permesso di recarsi a Roma per partecipare al conclave del 1958, convocato alla morte di Pio XII.

Morì a Zagabria agli arresti domiciliari il 10 febbraio 1960.

38 anni dopo, il 3 ottobre a Zagabria, Giovanni Paolo II beatificò con una messa solenne il Cardinale Stepinac.

“Il Beato Alojzije Stepinac - disse Giovanni Paolo II nell'omelia della messa di beatificazione - non ha versato il sangue nel senso stretto della parola. La sua morte è stata causata dalle lunghe sofferenze subite: gli ultimi 15 anni della sua vita furono un continuo susseguirsi di vessazioni, in mezzo alle quali egli espose con coraggio la propria vita per testimoniare il Vangelo e l'unità della Chiesa. Per usare le parole del Salmo, egli pose nelle mani di Dio la sua stessa vita”.

Nella persona del nuovo Beato - concluse il Papa - si sintetizza, per così dire, l’intera tragedia che ha colpito le popolazioni croate e l’Europa nel corso di questo secolo segnato dai tre grandi mali del fascismo, del nazismo e del comunismo. Egli è ora nella gioia del cielo, attorniato da tutti quelli che, come lui, hanno combattuto la buona battaglia, temprando la loro fede nel crogiolo della sofferenza. A lui noi oggi guardiamo con fiducia invocandone l’intercessione".