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Il Vaticano completa il messale per la forma straordinaria del Rito romano

La Congregazione per la Dottrina della Fede mette a punto nuovi prefazi e la celebrazione dei nuovi santi

 Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino celebra con la Forma Straordinaria del Rito Romano |  | Diocesi di Torino Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino celebra con la Forma Straordinaria del Rito Romano | | Diocesi di Torino

Con due Decreti la Congregazione per la Dottrina della Fede porta a compimento l’adattamento del Messale per la forma straordinaria del Rito Romano.

Uno Riguarda in particolare la celebrazione delle feste dei santi che sono stati canonizzati dopo il 1962.

Non si entra nel dettaglio, piuttosto, come si legge in una nota della Congregazione, si vuole “porre un principio generale che consente la possibilità di celebrare, nel quadro normativo d’insieme della forma extraordinaria, e quando il giorno liturgico lo permette, anche qualsiasi santo canonizzato dagli anni sessanta in poi, nel giorno della propria ricorrenza liturgica.”

Il decreto chiarisce le indicazioni delle celebrazioni, ma “e’ da sottolineare il fatto che la celebrazione dei santi più recenti conformemente a queste nuove disposizioni non è che una possibilità, e di conseguenza, essa rimane facoltativa. Chi desidera, quindi, celebrare i santi seguendo il calendario della forma extraordinaria così come stabilito dal libro liturgico, rimane libero di farlo”.

Ovviamente sereno alcuni nuovi prefazi per la celebrazioni e, si legge in una seconda nota, “lo studio svolto sulla questione ha portato alla scelta di un numero ristretto di testi da usare per circostanze occasionali quali feste di santi, messe votive o celebrazioni ad hoc, senza introdurre nessun cambiamento nelle celebrazioni del ciclo temporale. Tale scelta vuole salvaguardare, mediante l’unità dei testi, la unanimità di sentimenti e di preghiera che conviene alla confessione dei misteri della Salvezza celebrati in ciò che costituisce la struttura portante dell’anno liturgico”.

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Anche in questo caso “l’uso o meno, nelle relative circostanze, dei prefazi nuovamente approvati rimane una facoltà ad libitum. Ovviamente, si fa appello, al riguardo, al buon senso pastorale del celebrante. Inoltre, si noti che il decreto non cancella le eventuali concessioni di prefazi propri fatte in passato, per cui qualora in casi particolari (luoghi, istituti…) esistesse già, sulla base di ciò che era stato concesso in precedenza, e per la medesima circostanza liturgica, un prefazio particolare diverso, allora si avrà la scelta tra esso e il testo nuovamente approvato”.

Il Decreto riguarda anche dei prefazi eucaristici per celebrazioni particolari:Quattro dei testi nuovamente approvati, ovvero i prefazi de Angelis, de Sancto Ioanne Baptista, de Martyribus e de Nuptiis, sono stati presi dal Messale della forma ordinaria, e per lo più provengono, nella loro parte centrale o “embolismo”, da fonti liturgiche antiche”.

Il lavoro era stato affidato all’allora Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1988 con il compito di aiutare tutti coloro che desideravano conservare le tradizioni spirituali e liturgiche anteriori alla riforma del 1970.

 Le competenze della Ecclesia Dei, per volere di Papa Francesco, sono passate nel 2019 alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha completato il lavoro avviato sotto Benedetto XVI.