L’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, in collaborazione con l’Aippc – Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, organizza un servizio di ascolto e accompagnamento psicologico per i cappellani ospedalieri e i loro collaboratori in questo periodo di grande impegno contro il coronavirus.

“Si tratta di offrire un aiuto a una parte di Chiesa così esposta in prima linea nella lotta al Covid-19, di fronte alle nuove modalità in cui lo stress si sta manifestando nell’accompagnare spiritualmente il malato, i suoi familiari, gli operatori sanitari, altri operatori pastorali”, spiega in una nota il direttore don Massimo Angelelli.

Si vuole “creare un’occasione di dialogo per gestire l’impatto emotivo e così disinnescare (defusing) la carica potenzialmente traumatica. Questa attenzione specifica può e deve essere indirizzata ai curanti, a chi mai come oggi continua ad accompagnare i fratelli (il malato, l’operatore sanitario) impegnati al confine tra la vita e la morte, o chi vive un tipo di lutto inesistente in precedenza nel nostro orizzonte culturale, perché oggi vengono negati vicinanza, ultimo saluto, preghiera condivisa dei familiari”, dice ancora il direttore.