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Il viaggio di Dante verso Dio della Divina Commedia nel Musical di Marco Frisina

L'opera musicale in tour in tutta Italia grazie all'allestimento di Andrea Ortis

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Riuscire a semplificare un testo complesso senza cadere nella banalità è un’impresa straordinaria; se poi il testo in questione è il capolavoro della letteratura italiana per eccellenza, allora quello che si compie è una specie di miracolo.

Forse sta anche in questo la magia della ‘Divina Commedia  Opera Musical’ andato in scena al teatro ‘N. Vaccaj’ di Tolentino. Un successo straordinario per lo show che ha letteralmente estasiato gli spettatori, accompagnandoli dalle fiamme dell’Inferno fino ai cieli del Paradiso. 

Entusiasmante la prova del cast, guidato dal regista Andrea Ortis, che sul palco ha vestito i panni di Virgilio, per accompagnare Dante (Antonello Angiolillo) nel suo viaggio. Originali e coinvolgenti le coreografie, così come le musiche di monsignor Marco Frisina, L’opera musical è davvero un emozionante racconto che traduce in spettacolari visioni, musiche, danze ed acrobazie la fantasia del poeta di Firenze, dando vita e forza al testo italiano per eccellenza.

Al termine dello spettacolo al regista Andrea Ortis, nonché Virgilio nella Divina Commedia, chiediamo di spiegarci l’idea di proporre l’opera di Dante Alighieri in musica: “E’ nata, con coraggio, dalla passione per la letteratura italiana. Spesso la Divina Commedia è considerata un testo complicato (e lo è), ma anche erroneamente ‘pesante’. Per sfatare questa ‘diceria’ è nata l’idea di potere costruire una storia, chiaramente riassunta, che vada dall’inizio alla fine, in una forma teatrale con un linguaggio che attinge alle coreografie, alle scenografie, al videomapping 3d, al canto ed alla prosa: è stato un lavoro molto complicato con il desiderio di restituire alla Divina Commedia una forma teatrale, che potesse aiutare la comprensione”.

Come è avvenuta la partecipazione di Marco Frisina nella composizione dell’opera?

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“Lui è stato il vero ideatore dell’opera, nel senso che tutta la linea musicale dell’opera è stata composta da lui, attingendo a suoni che Dante racconta di incontrare nella Divina Commedia. In più costruendo tre paesaggi, perché Inferno, Purgatorio e Paradiso hanno bisogno di ‘mood’, ossia di sensazioni diverse. Infatti mons. Frisina ha composto un Inferno più rock; un Purgatorio più rarefatto, che riprende anche dalle musiche di quello che ascoltava Dante Alighieri, cioè il canto gregoriano; ed un Paradiso più comunitario e più gioioso”.

Quindi anche i canti della Divina Commedia si è basata sulla musica?

“Sì, esatto. I testi sono di Giammario Pagano e, in parte, anche  miei. I brani sono abbastanza complicati, in quanto la composizione è più operistica. E’ un bel viaggio che adesso, dopo lo stop pandemico ‘infernale’, riparte da Tolentino e ci aspetta l’incontro con il pubblico, che è il nostro vero ‘paradiso’”.

Però il viaggio di Dante non è per niente semplice? 

“L’uomo cerca il senso della propria vita ma spesso non sa come fare. Dante vive questa esperienza attraverso la propria fede, considerando il valore della poesia e grazie al messaggio dei grandi santi del passato. Tutto ciò lo porterà a comprendere il senso della vita e lo condurrà a Dio”.

 La modernità della Divina Commedia sta anche negli incontri che Dante immagina nel suo viaggio. Potremmo tradurli con persone e ambiti a noi quotidiani? 

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“Certamente. C’è tutta la fenomenologia umana nella cruda realtà, sia negativa che positiva. Ci sarà sempre una Francesca da Rimini, un Ulisse, una Pia de’ Tolomei, una Beatrice: figure che rivelano l’Uomo”.

Perché lo spettacolo termina con l’aria ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’?

“E’ necessario ritornare ad esprimere la bellezza dell’ uomo a immagine di Dio, che vuol dire innanzitutto dare gloria a Dio stesso. Ciò che è umano è profondamente divino. L’arte aiuta l’uomo a ritrovare sé stesso e attraverso la fede, espressa dall’arte, è possibile oggi riprogettarsi. E dopo la pandemia, tutto ciò è fondamentale. L’arte può ridarci serenità e soprattutto speranza”. 

E dopo Tolentino lo spettacolo è stato presentato a Torino; mentre a dicembre sarà rappresentato a Reggio Calabria ed a Bologna e nel nuovo anno toccherà le città di Milano, Firenze, Brescia, Roma, Genova e Padova.