Parlando dell’“Evangelium Vitae”, “fin dove e in che modo è stato accolto l’invito di San Giovanni Paolo II a rispettare, difendere, amare, promuovere e servire la vita nel nostro Paese e nella comunità ecclesiale, dove cultura antropologica e cultura giuridica non sono state avare nel minacciare seriamente la vita umana?” Se lo chiedono gli organizzatori del convegno “ Il Vangelo della Vita per un nuovo umanesimo. Sfide e prospettive a 20 anni dalla pubblicazione dell’Evangelium Vitae”, che si svolge oggi  al Nobile Collegio Chimico Farmaceutico dell’“Universitas Aromatariorum Urbis” ai Fori Imperiali.

Gli organizzatori citano l’Evangelium vitae nel presentare il Convegno: “L’Enciclica, frutto della collaborazione dell’episcopato di ogni Paese del mondo, vuole essere una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana e della sua inviolabilità, e insieme un appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio: rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità!”.

E spiegano: “Le parole del papa santo sono chiare e, ahimé, dopo vent’anni, ancora tremendamente attuali”: “Siamo di fronte a una realtà … - si legge nell’enciclica al numero 12 - che si può considerare come una vera e propria struttura di peccato, caratterizzata dall’imporsi di una cultura antisolidaristica, che si configura in molti casi come vera ‘cultura di morte’. Essa è attivamente promossa da forti correnti culturali, economiche e politiche, portatrici di una concezione efficientistica della società”.

Partendo da un bilancio a vent’anni dal documento, “il Convegno vuole fare il punto della situazione, guardare con coraggio alle sfide che ogni giorno assumono volti e proporzioni nuove riflettendo sul “messaggio cristiano sulla vita, quella che riceviamo in Gesù, Verbo della vita, [mediante il quale] «la vita fisica e spirituale dell’uomo, anche nella sua fase terrena, acquista pienezza di valore e di significato» (EV 30) e riaffermare la gioia oltre che il dovere di «annunciare il Vangelo della vita, parte integrante del Vangelo che è Gesù Cristo… [con] umile e grata coscienza di essere il popolo della vita e per la vita» (EV 78)”.

L’evento è organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con l’Associazione Medici Cattolici Italiani, l’Associazione Cattolica Operatori Sanitari, l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani, l’Associazione Italiana Pastorale Sanitaria e il Forum delle Associazioni Socio Sanitarie.