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Missio Monaco, portare “qualità della vita” nello Spirito di Cristo

Asia, Africa e Oceania i continenti in cui opera l’organizzazione tedesca

La sede di Missio  |  | missio monaco
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La sede di Missio  |  | missio monaco
La sede di Missio | | missio monaco
Attività di missio Monaco |  | missio monaco
Attività di missio Monaco | | missio monaco

L’obiettivo dell’”agenzia missionaria cattolica internazionale missio” è complesso e ambizioso. Non intende solo migliorare le condizioni di vita materiale dei continenti in cui opera (Africa, Asia e Oceana), ma vuole farlo trasmettendo contestualmente quello stesso senso di “qualità della vita”, predicato da Cristo nel Vangelo.

Nessuno meglio del presidente di missio Monaco (di Baviera, ndr), monsignor Wolfgang Huber, può spiegare al lettore di Acistampa come questo avvenga concretamente, nel lavoro quotidiano dell’organizzazione. 

Monsignor Huber, come definirebbe il Suo compito in missio?

«Come presidente di missio Monaco, il mio compito più importante è quello di realizzare una “vita di qualità” nello spirito di Gesù Cristo, per le persone qui (in Germania, in Europa, ndr) e nei paesi in cui operiamo, Africa, Asia e Oceania. Tutto questo attraverso un'autentica testimonianza di fede. Questo significa offrire alle persone l’opportunità di scoprire la gioia e il potere confortante del Vangelo per sé stessi e di portare questo nel rispettivo contesto sociale, al fine di plasmare un futuro migliore».

missio è una "Agenzia Missionaria Cattolica Internazionale". Spieghi le tre parole che caratterizzano missio.

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INTERNAZIONALE - Riassuma in poche parole cosa fa missio nel mondo?

«Come Agenzia Internazionale delle Missioni Cattoliche in Baviera e nella Diocesi di Speyer, rafforziamo il lavoro delle chiese locali in Africa, Asia e Oceania insieme ai nostri partner di progetto - parrocchie, congregazioni religiose e diocesi. In questo modo, grazie ai nostri donatori, la qualità della vita può essere migliorata sul posto. Questo avviene attualmente in 56 paesi grazie a quasi 800 progetti. Dall’altro lato, possiamo far sentire alla gente di qui qualcosa della forza della fede e della realtà della vita che esiste in questi continenti. Lo facciamo attraverso incontri, eventi educativi o reportage nella nostra rivista missio (www.missiomagazin.de) e sulla nostra homepage (www.missio.com), dove si svolge un vivace scambio.».

CATTOLICO - In che misura il Vangelo o gli insegnamenti della Chiesa cattolica ispirano le azioni di missio? 

«missio Monaco svolge qui i suoi compiti come parte delle Pontificie Opere Missionarie dal 1922. Ma dalla nostra fondazione nel 1838, siamo stati in movimento con e per la comunità globale di credenti della Chiesa Cattolica». 

MISSIONE - Come definirebbe il carisma di missio? Cosa distingue questa organizzazione umanitaria dalle altre?

«missio Monaco cerca di testimoniare il messaggio di Gesù Cristo attraverso un'azione autentica in tutti gli ambiti della vita. Proprio come Lui incontrava le persone e condivideva la vita con loro senza guardare la loro origine, il loro status o la loro religione, noi vogliamo fare lo stesso oggi. La nostra azione solidale viene dalla chiamata a seguire Gesù Cristo come ci viene mostrato nel Vangelo. È la base delle nostre azioni e della nostra testimonianza».

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Dando per scontato che la pandemia di Covid-19 abbia avuto un grande impatto sul lavoro di missio nel mondo, come avete risposto a questa ulteriore sfida? 

«Abbiamo creato un Fondo di Soccorso Corona (“Corona Relief Fund”) per un totale di 500.000 euro. In questo modo abbiamo fornito un sostegno continuo ai nostri partner in Africa, Asia e Oceania per prevenire e combattere le conseguenze della pandemia. Per noi era importante dare consapevolmente un segno di solidarietà. missio Monaco sostiene da decenni le stazioni sanitarie nei paesi dei suoi progetti, finanziando la formazione del personale infermieristico e sovvenzionando la costruzione di ospedali. Il “Corona Relief Fund” dovrebbe mettere i partner del progetto nelle condizioni di aiutare la gente in questi tempi di crisi».

Presenti molto brevemente un progetto che secondo lei riassume il lavoro di missio nel 2021?

«Parlerei senz’altro del progetto "Claire Amitie" a Thiès, in Senegal. L'anno scorso, il Senegal era il nostro paese di riferimento per il “Mese della Missione Mondiale”. "Claire Amitié" è un centro di formazione per giovani donne provenienti da ambienti familiari difficili che non hanno mai frequentato la scuola o hanno dovuto abbandonarla. Le famiglie sono disperatamente povere. Spesso un genitore manca e molte ragazze sono state abusate e quindi traumatizzate. A queste ragazze devono essere offerte opportunità educative. Ricevono una formazione scolastica e professionale completa che permetterà loro di cavarsela da sole in seguito».

Su quali progetti si concentrerà maggiormente missio nel 2022?

«Nel “Mese della Missione Mondiale” di quest'anno, guardiamo in modo speciale al Kenya. Usando l'esempio del paese dell'Africa orientale, vogliamo mostrare come la migrazione e l'urbanizzazione in Africa pongono nuove sfide alla chiesa locale. Saranno presentate iniziative e progetti della chiesa in Kenya che rispondono a questi processi di trasformazione. Permettono alle persone di procurarsi da sole ciò di cui hanno bisogno, usando risorse individuali e comunitarie».

Quando pensa al Suo lavoro, di cosa è più orgoglioso?

«Sono particolarmente orgoglioso del fatto che insieme al personale di missio, in stretta collaborazione con i nostri partner di progetto, riusciamo ad aiutare veramente le persone dove è più necessario. Attraverso il nostro lavoro cerchiamo di migliorare la qualità della vita delle persone».