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Ecco come il mondo protestante studia San Tommaso

L’ultima plenaria della Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino si è concentrata sul rapporto tra tomismo e protestantesimo

Pontificia Accademia San Tommaso d'Aquino | Un momento della plenaria della Pontifica Accademia San Tommaso d'Aquino presso il Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, 9 giugno 2023 | DPUC Pontificia Accademia San Tommaso d'Aquino | Un momento della plenaria della Pontifica Accademia San Tommaso d'Aquino presso il Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, 9 giugno 2023 | DPUC

Mentre il mondo protestante riscopriva San Tommaso d’Aquino, il mondo cattolico guardava con nuova luce a Lutero e Calvino. Così, come è stata fatta “una migliore distinzione tra Tommaso e il Tomismo”, così si è operata una distinzione tra “i riformatori e il protestantesimo”. Parlando lo scorso 9 giugno alla Plenaria della Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino, il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, guarda a questa sorta di paradosso, questo meccanismo di interesse reciproco che può essere una tappa ulteriore del dialogo ecumenico.

La 21esima sessione plenaria della Pontificia Accademia San Tommaso è stata co-organizzata con il Dicastero della Promozione dell’Unità dei Cristiani e con l’Istituto Tomistico dell’Angelicum sul tema “Tomismo e Protestantesimo”, con lo scopo di affrontare la relazione tra tomismo e protestantesimo “sia dal punto di vista storico che nella prospettiva della teologia sistematica di dialogo”, si legge nel concept della plenaria.

Un concept che guarda anche alle varie pubblicazioni di questi ultimi tempi che certificano l’interesse dal mondo protestante per il doctor Angelicus. Così, nel 2017 esce Aquinas among the Protestants, nel 2021  The Oxford Handbook of the Reception of Aquinas ha dedicato diversi capitoli alla ricezione di San Tommaso dai protestanti, mentre el 2022, la rivista protestante Credo magazine ha pubblicato un numero su “Cosa i protestanti possono imparare da Tommaso d’Aquino”. Non solo: l’editore protestante Crossway Publishing intende pubblicare una serie “Thomas Aquinas for Protestants”.

Un fermento che non poteva non catturare l’attenzione dei tomisti. Rivolgendosi ai membri della plenaria, il Cardinale Koch ha ricordato che spesso si è detto che Lutero aveva descritto Tommaso come “fonte e fondazione di ogni eresia, errore e dimenticanza del Vangelo”, sebbene poi ci siano eccezioni riguardo questa linea in alcuni rappresentanti della Scolastica protestante. E allora quale è la ragione di questo rinnovato interesse sul tomismo del protestantesimo?

Per il cardinale, ci sono tre fattori. Il primo è sicuramente la riscoperta di Tommaso d’Aquino da alcuni studiosi protestanti, che ha permesso di “mettere in luce la rilevanza dei suoi commenti biblici, tema certamente caro al protestantesimo, e o i suoi legami con Agostino, anche questo tema importante perché il protestantesimo è spesso stato descritto come frutto dell’agostinismo”.

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Ed è qui che Koch nota che c’è un parallelismo tra la riscoperta di Tommaso da parte del mondo protestante e quella degli studiosi cattolici di Calvino e Lutero, che “non sono più considerati eresiarchi, ma autori pieni di umanesimo, uomini in cerca di una esperienza spirituale autentica”.

Secondo fattore di questo rinnovato interesse su Tommaso da parte del mondo protestante è dato dalle sfide poste ai cristiani dal postmodernismo e il secolarismo. Alcuni protestanti – nota il capo del dicastero ecumenico vaticano – sono “arrivati a realizzare che la tradizione tomistica potrebbe essere di grande aiuto” nell’affrontare questi temi, specialmente riguardo “la filosofia cristiana, l’antropologia, la teologia della creazione, e la comprensione della santificazione come sviluppo delle virtù”.

È un interesse che si sviluppa soprattutto in ambito inglese, nella Scuola di Yale, nella cosiddetta scuola post liberale e nella Ortodossia Radicale. Tutte correnti che “hanno riconosciuto San Tommaso non solo come il Doctor Communis della Chiesa cattolica, ma anche come “Maestro comune a tutto il pensiero cristiano, il cui lavoro è stato particolarmente fruttuoso nel rispondere alle sfide del nostro tempo”.

Il terzo fattore di interesse è, per il Cardinale Koch, l’interesse nella metodologia di Tommaso d’Aquino, che “in molti modi può essere considerata pre-ecumenica”, come ha spiegato il teologo domenicano Yves Congar in una serie di articoli in cui veniva dimostrato “il valore e significato ecumenico dei principi ermeneutici di Tommaso”. E questo perché l’Aquinate aveva sempre la predisposizione a scoprire ciò che un autore volesse dire, considerando che “una affermazione rivela il suo significato solo se uno conosce il contesto, il problema, la vastità del vocabolario usato”. Così, per Tommaso “anche una formula erronea può nascondere una giusta intenzione, e c’è sempre qualcosa che sia ricevuto da qualcuno chen non pensa come lo faremmo noi”. È la ricerca per l’intenzione della verità, che è poi la definizione esatta del dialogo ecumenico secondo Congar.

Il Cardinale Koch nota, comunque, che questa riscoperta di Tommaso d’Aquino e dell’importanza del suo pensiero di fronte alle sfide di oggi, nonché della rilevanza della sua metodologia, è “in gran parte frutto del movimento ecumenico, che ha drammaticamente ridefinito le relazioni tra i cristiani”.

Il programmad della plenaria è stato diviso in relazioni sulle prospettive storiche, sacre scritture, teologia e metafisica, legge grazia e sacramenti, mentre le conclusioni sono state affidate ad una relazione di monsignor Juan Usma Gomez, officiale del dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha parlato del Ricorso a Tommaso d’Aquino nei dialoghi bilaterali cattolici-protestanti.

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La sessione è stata presieduta da padre Serge-Thomas Bonino, presidente dell’Accademia.