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Paolo VI, l'aspirazione alla pace

Il 1° gennaio 1968 Paolo VI diede il via alla celebrazione annuale della Giornata Mondiale della Pace

Paolo VI e il Presidente USA Nixon - Wikicommons pd |  | Paolo VI e il Presidente USA Nixon - Wikicommons pd Paolo VI e il Presidente USA Nixon - Wikicommons pd | | Paolo VI e il Presidente USA Nixon - Wikicommons pd

Anche la Giornata Mondiale della Pace, che si celebra ogni anno a partire dal il 1° gennaio 1968, è una intuizione di Paolo VI che la istituì con un apposito messaggio l’8 dicembre 1967.

“Sarebbe Nostro desiderio – auspicava il Papa - che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa - all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo - che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire”.

La proposta di dedicare alla Pace il primo giorno dell’anno nuovo non intende – specificava - qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l'adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniali all'indole particolare di quanti avvertono quanto bella e quanto importante sia la consonanza d'ogni voce nel mondo per l'esaltazione di questo bene primario, che è la pace, nel vario concerto della moderna umanità”.

La Chiesa cattolica, con intenzione di servizio e di esempio, vuole semplicemente – assicurava il Pontefice - lanciare l'idea, nella speranza ch'essa raccolga non solo il più largo consenso del mondo civile, ma che tale idea trovi dappertutto promotori molteplici, abili e validi a imprimere nella Giornata della Pace, da celebrarsi alle calende d'ogni anno nuovo, quel sincero e forte carattere d'umanità cosciente e redenta dai suoi tristi e fatali conflitti bellici, che sappia dare alla storia del mondo un più felice svolgimento ordinato e civile”.

La pace – ammoniva il Papa nel messaggio - non può essere basata su una falsa retorica di parole, bene accette perché rispondenti alle profonde e genuine aspirazioni degli uomini, ma che possono anche servire, ed hanno purtroppo a volte servito, a nascondere il vuoto di vero spirito e di reali intenzioni di pace, se non addirittura a coprire sentimenti ed azioni di sopraffazioni o interessi di parte. E' alla pace vera, alla pace giusta ed equilibrata, nel riconoscimento sincero dei diritti della persona umana e dell'indipendenza delle singole Nazioni che Noi invitiamo gli uomini saggi e forti a dedicare questa Giornata".

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Occorre sempre – concludeva - parlare di Pace! Occorre educare il mondo ad amare la pace, a costruirla, a difenderla; e contro le rinascenti premesse della guerra, e contro le insidie di un pacifismo tattico, che narcotizza l'avversario da abbattere, o disarma negli spiriti il senso della giustizia, del dovere e del sacrificio, occorre suscitare negli uomini del nostro tempo e delle generazioni venture il senso e l'amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull'amore”.