L’Ufficio del Promotore di Giustizia sta cooperando attivamente con le Autorità competenti Italiane. Proprio in questo spirito, il 19 aprile scorso, i magistrati vaticani hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso, inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria”. E’ quanto comunicato dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, in riferimento al caso di Emanuela Orlandi.

La Santa Sede condivide il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate. In merito alle notizie che coinvolgono un parente di Emanuela, si rileva che la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione”, ha concluso Bruni.

La precisazione vaticana arriva dopo le ultime notizie rilanciate da alcuni organi di stampa in cui si ipotizza che la scomparsa della giovane, esattamente 40 anni fa, potesse essere legata ad un suo zio, oggi deceduto.