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La Città della Gioia a Lisbona. Un seme gettato nel cuore dei giovani

La GMG è finita, ma certamente alcune esperienze hanno lasciato qualcosa nel cuore dei giovani

La città della Gioia |  | VG / ACI stampa
La città della Gioia | VG / ACI stampa
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La Città della Gioia di Lisbona, nel quartiere di Belem, è stato un punto di riferimento importantissimo per i ragazzi che hanno partecipare all'edizione 2023 della GMG. E' stato un luogo di incontro con Gesù, perchè qui i giovani hanno sperimentato diverse esperienze di vita cristiana.

Ma soprattutto è stato come un piccolo seme gettato nel cuore dei ragazzi, perchè qui hanno potuto conoscere "150 case" di diversi movimenti, associazioni, comunità, ordini religiosi e progetti sociali, (chiamati Hosts), e così grazie a loro cercare di interpretare il proprio carisma e la propria vocazione.

ACI Stampa ha raggiunto alla Città della Gioia di Lisbona l'Hosts dei salesiani di Don Bosco. Alvaro Morgado, salesiano di Don Bosco da due anni, ci racconta come accolgono i giovani. "Facciamo conoscere Don Bosco e lo spirito salesiano, partiamo dalla sua vita per arrivare ai giovani. Nello stand abbiamo la mascotte di Don Bosco e di Santa Maria Ausiliatrice, così viene raccontata la vita di Don Bosco. Poi ci sono i messaggi del Rettore Maggiore dei salesiani e sul mappomondo nello stand i ragazzi possono lasciare un messaggio e indicare il luogo da dove vengono. Stiamo capendo che i ragazzi hanno bisogno di conoscere la Chiesa, tutta. Un bisogno nascosto dei giovani è trovare un punto di incontro e speriamo che lo trovino nella Chiesa. Lo Spirito Santo soffia dove vuole, ma sicuro sulla Chiesa", racconta Alvaro.

C'è anche l'Hosts dell'Azione Cattolica. Ad ACI Stampa ci parla di questo la giovane Teresa, della delegazione italiana di AC. "Stiamo raccontando quello che facciamo, condividendolo con tanti pellegrini, lo facciamo sotto la guida di Piergiorgio Frassati che ha fatto parte anche lui della GMG, condividiamo così un percorso di fede. Presentiamo la vita del santo patrono della GMG, presentiamo l'associazione, si possono lasciare anche dei messaggi e delle foto in questo muro digitale dei ricordi. Si possono leggere anche testimonianze, testi, siamo anche curiosi di sapere se conoscono l'AC nel mondo", dice Teresa. " Il messaggio più bello che abbiamo ricevuto è quello che ci ha lasciato una signora, i suoi genitori facevano parte dell'AC, ha visto in noi giovanissimi un ricordo a lei molto caro, le ricordavamo la sua famiglia", conclude la ragazza di Azione Cattolica.

Alla Città della Gioia di Lisbona ci sono anche i Figli dell'Immacolata Concezione. Fratel Leandro ci spiega cosa fanno per i giovani e come attirano la loro attenzione. "Siamo figli dell'Immacolata Concezione, per noi è un dono e lo vogliamo dare. Abbiamo scoperto un pò tutti che quello che ci lega è che siamo figli e fratelli e lo stiamo sperimentando. Il nostro fondatore ci ha voluto figli perchè un figlio ha sempre un posto a casa. Qui ci sono ragazzi che si domandano, chi ha una fede salda, chi sta cercando qualcosa. E' importante non perdere questa condizione di figlio". "Noi qui iniziamo con un gioco, noi costruiamo , ma a volte dobbiamo anche ricominciare da capo, è una metafora", dice Fratel Leandro che vive a Roma. "I ragazzi cercano amicizia, hanno voglia di raccontarsi, arrivano con entusiasmo e siamo noi che ringraziamo i giovani per quello che ci stanno dando", ci racconta Fratel Stefano.

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Un altro seme gettato nel cuore dei giovani è quello della Comunità Mariana Oasi della Pace, una comunità contemplativa, ma non di clausura. Suor Irene racconta ad ACI stampa il suo gruppo. "Abbiamo un quarto voto che è quello della pace, stiamo facendo delle attività con i giovani proprio su questo, loro scelgono delle carte e a partire da questo ci raccontano come interpretano quell'immagine. Sono giovani molto profondi, perchè sono aperti, dicono cose che mi toccano, aprono il loro cuore. Abbiamo dato loro il nostro indirizzo, hanno un contatto, non sono solo questi giorni quelli che resteranno nel cuore dei giovani, ma ci sarà anche un dopo", conclude Suor Irene.