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Loreto, il dialogo antico tra i Pontefici e Maria nella Santa Casa di Nazaret

I viaggi alla Santa Casa, le parole dei Pontefici

La Santa Casa di Loreto |  | www.santuarioloreto.va La Santa Casa di Loreto | | www.santuarioloreto.va

E’ un dialogo antico quello tra i Pontefici e la Santa Casa di Loreto. Un dialogo costellato da viaggi, da documenti, da citazioni: da questo corollario di rimandi, non si sbaglia certamente nel dire che la Santa Casa sia divenuta anche la casa di molti Papi. Il Santuario di Loreto è uno dei luoghi mariani per eccellenza, assieme ad altri che costituiscono una sorta di “cartina geografica” dedicata alla Vergine Maria: il bianco della facciata tanto ricorda la purezza di Maria; qui, in questa architettura di stile tardo-rinascimentale, viene custodita quella che per antica e consolidata tradizione è per tutti i fedeli la Santa Casa di Nazareth, la casa della Madonna. Qui, nacque, visse ed accolse l'Annuncio la Beata Vergine.

A cominciare questo dialogo tra la Santa Sede e Loreto è Papa Giulio II che nella Bolla papale In sublime (1507) pone il suggello pontificio sulla versione miracolosa della tradizione della Santa Casa.

Successivamente, uno dei Pontefici più legati al santuario fu Papa Pio IX, Papa Mastai-Ferretti: nato a Senigallia, cittadina in provincia di Ancona, aveva respirato l’ “aria mariana” del santuario fin da bambino. Ricorderà: “I miei genitori avevano l’abitudine di recarsi ogni anno alla Santa Casa e di condurci seco i miei fratelli e me”. Appena eletto al soglio di Pietro (16 giugno 1846) si toglierà persino la croce pettorale e l’anello per inviarlo al Santuario. Altro dono, preziosissimo, fu quello di una copia autografa della Ineffabilis Deus, la Bolla con la quale veniva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione. Papa Leone XIII, nel Breve Felix Nazaretana Domus, promulgato il 28 gennaio 1894 in vista del VI centenario della traslazione della Santa Casa, annotava come sul colle di Loreto, “sotto la protezione della Vergine, sorgesse intorno alla Casa una nuova città a rappresentare l’antica Nazaret”. E ricordava ancora come “da tale augustissimo santuario derivò nella Chiesa gran copia di grazie celesti e di santità. Ivi un insigne numero di santi o concepirono la prima volta fiamme di amore alle virtù più eccelse o le ravvivarono così da ottenere perfezioni”.

Veniamo, ora, al Novecento. Giuseppe Melchiorre Sarto, ossia Papa Pio X, quando era Vescovo di Mantova si è recato a Loreto: negli archivi del Santuario è registrata una Messa da lui celebrata. Da Pontefice, grazie al Breve Cum Accepimus, concesse indulgenze ai pellegrini a agli iscritti alla Congregazione Universale della Santa Casa. La seconda parte del XX è per la Santa Sede l’epoca dei radiomessaggi. Papa Pio XII era assai incline a utilizzare questo strumento per far giungere la sua voce ai fedeli. E così farà il 14 ottobre 1956, quando si rivolgerà “alle partecipanti al pellegrinaggio nazionale al Santuario della Vergine SSmma di Loreto”: “Con vivo gradimento accogliamo la instante vostra richiesta di una Nostra parola a voi, convenute con significativo auspicio nell'insigne e caro Santuario di Loreto, che ridesta nei cuori dei fedeli il ricordo dell'adorabile mistero della Incarnazione nel seno di Colei che l'Arcangelo salutò «piena di grazia» e «benedetta fra le donne».

Tra Roncalli, Papa Giovanni XXIII, e Loreto sarà un vero e proprio dialogo d’amore. Il primo suo viaggio fuori dalle mura vaticane avviene proprio a Loreto (e Assisi) il 4 ottobre 1962, memoria del santo d’Assisi. Era la prima volta dai tempi di Pio IX che un Pontefice usciva dallo Stato della Città del Vaticano. Giovanni XXIII, a vigilia dell’imminente Concilio Vaticano II, decide di andare a pregare ai piedi della Madonna e della tomba di San Francesco. A Loreto sarà accolto dal Presidente della Repubblica Segni e dal Presidente del Consiglio dell’epoca, Amintore Fanfani. Dopo aver sostato in preghiera alla Santa Casa e aver recitato l’Angelus sulla piazza antistante l’ingresso del Santuario, parlò a braccio dicendo: “Qui la Santa Casa di Loreto richiama la stessa vocazione che diletta il cuore dell’umile Papa, quando, volgendo lo sguardo nella Piazza di San Pietro, trova lì convenuti i rappresentanti del mondo intero, sui quali si distende la stessa benedizione. Oggi questa è la Casa di Maria, questa è la Piazza di San Pietro”.

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Papa Paolo VI non verrà mai in veste di Pontefice, ma alla Santa Casa di Loreto era molto legato. Diverse sono le occasioni in cui Monsignor Montini giunge ai piedi della Madonna di Loreto: il 25 giugno 1926 in occasione della fase preparatoria del congresso nazionale Fuci svoltosi a Macerata; l’11 settembre del 1933, in occasione del congresso eucaristico regionale di Macerata; e il 1 settembre 1962, in qualità di Vescovo di Milano, per l’incontro con i pellegrini dell’Unitalsi lombarda. A Paolo VI si deve la costituzione Lauretanae Almae Domus del 24 giugno 1965: il documento modificava il governo ecclesiastico del Santuario,  istituendo la Delegazione Pontificia del Santuario e la Prelatura della Santa Casa.

Con Giovanni Paolo II il dialogo si intensifica: sono cinque i viaggi a Loreto che il Pontefice polacco intraprende. Il primo, a vigilia della sua partecipazione all’assemblea dell’ONU (5 ott 1979), avviene l’8 settembre del 1979; il secondo, l’11 aprile 1985, in occasione del Convegno della Chiesa in Italia alla presenza di tutti i cardinali e vescovi italiani; il terzo, dieci anni dopo,  il 10 dicembre 1994, in occasione del VII Centenario della Traslazione della Santa Casa per la conclusione della “Grande Preghiera per l’Italia”; poi, la più lunga di tutte le visite al Santuario, nei giorni 9 e 10 settembre 1995, per guidare la Veglia dell’incontro di preghiera con i quattrocentomila giovani d’Europa che lo hanno accolto nella conca di Montorso; infine, il 5 settembre del 2004, quando il Papa ormai stanco e ammalato, seppur non visiterà la Santa Casa, andrà a Montorso, una frazione del comune di Loreto, per pregare davanti all’immagine della Vergine, trasferita per l’occasione dal Santuario.

Ratzinger visitò il Santuario di Loreto da cardinale sette volte (la prima del 1985, l’ultima nel  2002) mentre da Papa ben due volte: il 2 settembre del 2007 e il 4 ottobre del 2012. Il primo viaggio sarà in occasione dell’Incontro nazionale dei giovani. In questa occasione dirà: “Il Santuario lauretano ci ricorda anche oggi che per accogliere pienamente la Parola della vita non basta conservare il dono ricevuto: occorre invece andare, con sollecitudine, per altre contrade ed in altre città, a comunicarlo con gioia e riconoscenza, come la giovane Maria di Nazareth. Cari giovani, conservate nel cuore la memoria di questo luogo”. Il secondo viaggio, avvenne per il 50º anniversario della visita di Papa Giovanni XXIII. Pronunciò queste parole: “Qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini”.

25 marzo 2019: è la volta di Papa Francesco. L’occasione: la firma della Esortazione Apostolica Christus Vivit. “Le parole dell’angelo Gabriele a Maria: Rallegrati, piena di grazia, risuonano in modo singolare in questo Santuario, luogo privilegiato per contemplare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. (...) Da quando quella che è denominata la “casa di Maria” è diventata presenza venerata e amata su questo colle, la Madre di Dio non cessa di ottenere benefici spirituali in coloro che, con fede e devozione, vengono qui a sostare in preghiera”, queste le parole del Santo Padre pronunciate sul sagrato del Santuario”.

 

 

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