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Madre Paola della Trinità, la suora cinese che evangelizza Taiwan

Ha ormai 97 anni, ma è considerata la vera anima della Chiesa di Taiwan. Madre Paula ha guidato monasteri carmelitani – sono in crescita – e aspetta che la Cina si converta

Madre Paola della Trinità | Madre Paula in un recente video parla di Teresa d'Avila | Youtube / Carmelite Nuns Madre Paola della Trinità | Madre Paula in un recente video parla di Teresa d'Avila | Youtube / Carmelite Nuns

Ha 97 anni, ma non ha intenzione di morire. Prima, dice, la Cina dovrà aprirsi al cattolicesimo, e la situazione nello Stato dominato dal comunismo dovrà cambiare. Intanto, Madre Paola della Trinità continua nel suo ruolo di evangelizzatrice silenziosa di quel lembo di terra cinese e democrazia che è Taiwan, e di certo non è toccata dalle ultime minacce di Xi Jinping che ha già fatto sapere che l’obiettivo per il 75esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese è quello di riportare Taiwan a casa, e cioè alla Cina.

Non scoraggerà Madre Paula, una vera leggenda a Taiwan. È monaca di clausura, ha aperto due Carmeli nella sua vita, e alla sua età continua ad alzarsi alle 4 del mattino e a partecipare alle preghiere di gruppo del mattino e della sera. E usa la sua energia anche per insegnare alle altre suore, raccontando storie che sono commoventi, di ispirazione, divertenti e incoraggianti.

Nata ad Harbin nel 1927, Madre Paula fu inviata nel 1949 negli Stati Uniti per unirsi al monastero carmelitano di Santa Clara. Fu mandata negli Stati Uniti anche per superare la persecuzione della appena fondata Repubblica Popolare Cinese, che già prometteva una stretta sulla religione.

Nel 1954, venne inviata a Taiwan, la Repubblica di Cina, che aveva dato una continuità allo Stato soppiantato dalla Repubblica Popolare Cinese. Madre Paula aveva l’obiettivo di fondare una scuola missionaria, e così creo uno dei primi gruppi missionari contemplativi dell’isola.

Con il tempo, le vocazioni crebbero al punto che si poté fondare un secondo monastero femminile. I due monasteri si trovano a Xionglin, nello Hsinchu, e Shenkeng, nella nuova Taipei, mentre si sta stabilendo una terza filiale a Dalin, Chiayi. Il ramo maschile dei carmelitani ha fondato un monastero a Hsinchu.

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Nel raccontare la sua esperienza all’arrivo a Hsinchu, Madre Paola ha detto che “in quel momento ero molto libera dal mondo, senza alcun egoismo o interesse personale, e mi sentivo estremamente felice”. All’inizio, insegnava alle scuole medie ed ebbe così tanto seguito che gli studenti cambiarono le loro uniformi e si misero in fila per parlare con la suora. Il preside allora la tolse dell’insegnamento e le chiese invece di cuocere.

Rimase così isolata, scrisse anche al suo superiore negli Stati Uniti raccontando della sua situazione, fino a che trovò un modo di comunicazione con Dio che le permise di superare il momento. “All’inizio – ha raccontato – pensavo di poter padroneggiare tutto e superare le difficoltà”.

Dopo essersi unita al monastero, Madre Paula prestò servizio come consigliera, vicepresidente e decana e fondò persino il Monastero Carmelitano della Fossa a Taipei. Inizialmente pensava di avere forza fisica, coraggio e di essere più capace degli altri, ma un giorno all'improvviso "il mio regno è crollato". 

Madre Paola era inspiegabilmente arrabbiata e sentiva che tutti erano cattivi e poco a poco scoprì che il motivo della caduta del regno era “l'apparizione di Dio”. E comprese che la sua strada era quella della clausura.

E così, in questo procedimento di alleggerimento dell’inessenziale, Madre Paola è diventata una ispirazione per molti. Genera vocazioni in un mondo in cui è difficile che ci siano vocazioni. Attrae alla vita di Gesù. E attende il ritorno della libertà religiosa in Cina. Lei, che ha fede, non morirà finché non avrà visto la salvezza. Come Simeone.