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Ginevra rifiuta i fondo alla Guardia Svizzzera, ma i lavori per la Caserma proseguono

Alcuni svizzeri rivendicano una supposta laicità, ma per molti la Guardia del Papa è orgoglio nazionale

La Guardia Svizzera Pontificia |  | Vatican Media La Guardia Svizzera Pontificia | | Vatican Media

Non è facile sembra per la Guardia Svizzera Pontificia trovare fondi dalla Madre Patria per rifare la vetusta caserma sul confine dello Stato della Città del Vaticano.

Il Parlamento cantonale ginevrino ha respinto la proposta di sovvenzionare la nuova caserma della Guardia Svizzera in Vaticano. Non è il primo, nel settembre del 2022 l'elettorato del Canton Lucerna ha respinto a larga maggioranza la donazione di 400'000 franchi per partecipare alla costruzione di una nuova caserma della Guardia svizzera al Vaticano.

Per i ginevrini sembra sua un fatto di difesa della laicità, anche se qualcuno ha ripetuto che

"La Guardia Svizzera è una tradizione che rappresenta l'orgoglio del nostro Paese" come ha detto François Baertschi, granconsigliere del Mouvement Citoyen Genevois. Ma la ministra delle finanze Nathalie Fontanet si è attenuta a una sola argomentazione: "Questo testo è contrario alla legge sulla laicità".

Il progetto certo non si basa su queste donazioni, sta di fatto che intanto sono iniziati in Vaticano i lavori per la nuova caserma della Gendarmeria a due passi dal Quartiere degli Svizzeri. E di quei lavori si sa pochissimo, anche sulla raccolta fondi. Mentre per la Guardia Svizzera le ultime notizie parlano di una cifra di 48,5 milioni di franchi e il costo preventivato è di 50 milioni.

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Essendo il Vaticano iscritto nel Patrimonio mondiale dell'Unesco, la ristrutturazione è stata passata al setaccio da una commissione di esperti, che lo scorso dicembre hanno dato il loro via libera.

Nel corso di quest'anno inizierà la progettazione dettagliata, che porterà all'approvazione definitiva da parte del Vaticano e alla gara d'appalto per i lavori di costruzioni. "L'inizio dei lavori – scrive la Fondazione – è previsto per la fine dell'Anno Santo, all'inizio del 2026".