Advertisement

I santi e il Cuore Immacolato di Maria, storia di una devozione antica

Da San Giovanni Eudes a Giovanni Paolo II

I simboli legati al Cuore Immacolato di Maria |  | Church Pop I simboli legati al Cuore Immacolato di Maria | | Church Pop

“Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato” con queste parole, il 13 giugno del 1917, la Beata Vergine Maria si rivolgeva a suor Lúcia de Jesus Rosa dos Santos, meglio conosciuta come Suor Lucia di Fátima. Accanto a lei, altri due bambini, assistevano a quelle apparizioni della Vergine che segneranno la storia della Chiesa. Stiamo, ovviamente, parlando delle apparizioni di Fátima.

La storia è assai nota. E’ il 13 maggio 1917, quando a Cova da Iria, località di un villaggio nel Portogallo centrale, Fatima, tre bambini - Lucia dos Santos di 10 anni e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto (di cui oggi ricorre la memoria liturgica), fratelli di 9 e 7 anni - stanno giocando mentre accudiscono un piccolo gregge, in un terreno di proprietà del padre di Lucia. Verso mezzogiorno, dopo aver recitato come d’abitudine il Rosario, vedono due fenomeni luminosi, come due lampi, e poi una misteriosa Signora splendente con un Rosario in mano. Sarà questa la prima di sei apparizioni che i tre piccoli pastorelli avranno fino ad ottobre: sempre il giorno 13, tranne nel mese di agosto, quando dal 13 al 15 vengono “sequestrati” dal sindaco che cerca di smascherare quella che crede essere un’impostura (la Madonna apparirà poi ai tre veggenti il giorno 19).

Le apparizioni di Fátima ci presentano il tema di una delle devozioni popolari più famose, una delle più antiche: la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Bisogna risalire al Vangelo di San Luca, al capitolo secondo, per scovare i primi semi di questa importante devozione: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. In queste poche parole, la sintesi più alta, la descrizione più efficace del Cuore di Maria: silenzioso; puro; meditativo; umile. Il culto verso il Cuore di Maria rimase per lunghi secoli nell’ambito della pietà privata fino a quando San Giovanni Eudes, verso la metà del XVII secolo, iniziò a celebrare la festa liturgica del Cuore Immacolato.             

San Giovanni Eudes (1601-1680) che fu padre, dottore e primo apostolo di questa devozione, come risulta dalle dichiarazioni di Leone XIII (1903) e di Pio X (1909), non separava mai nel suo apostolato il Cuore Immacolato di Maria dal Sacro Cuore di Gesù. Con alcuni suoi discepoli, nel 1648, il santo cominciò a celebrare la festa del Cuore di Maria, componendo i testi liturgici per una Santa Messa propriamente dedicata al Cuore della Madre di Gesù. San Giovanni Eudes scriverà: “Nel Cuore santissimo della prediletta Madre di Dio noi intendiamo e desideriamo soprattutto venerare e onorare la facoltà e capacità naturale e soprannaturale di amare che la Madre dell'amore tutta impegnò nell’amare Dio e il prossimo. Poiché sia che il cuore rappresenti il cuore materiale che portiamo in petto, organo e simbolo dell'amore, o piuttosto la memoria, la facoltà d'intendere con cui meditiamo, la volontà, che è radice del bene e del male, la finezza dell'anima per la quale si fa la contemplazione, in breve, tutto l'interno dell'uomo (noi non escludiamo alcuno di questi sensi) intendiamo e vogliamo soprattutto venerare e onorare prima di ogni cosa e sopra ogni cosa, tutto l'amore e tutta la carità della Madre del Salvatore verso di Dio e verso di noi”.

Solo nel 1805, Papa Pio VII decise di permetterne la celebrazione a tutti quelli che ne avrebbero fatto esplicita richiesta. “Maria è tutta carità. Dove c’è Maria lì c’è la carità. Maria, dunque, è il cuore della Chiesa. Per questo germogliano da essa tutte le opere di carità. È risaputo che il cuore ha due movimenti che i medici chiamano sistole e diastole. Col primo, il cuore si stringe ed assorbe il sangue; col secondo si dilata e lo versa nelle arterie. Così anche Maria esercita continuamente questi due movimenti: assorbe la grazia del suo amato Figlio e la riversa sui peccatori”, così scriveva Sant’Antonio Maria Claret nel suo Maria, cuore della Chiesa. E proprio al cuore della Vergine dedicherà la missione della congregazione che farà nascere nel 1849: i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria. Antonio Maria Claret, un altro santo legato al Cuore Immacolato della Madonna.

Advertisement

La sequela di sante aureole che hanno avuto una speciale attenzione al Cuore Immacolato di Maria è variopinta e percorre vari secoli: si va da San Luigi Maria Grignion de Montfort, cantore della Vergine, a San Massimiliano Maria Kolbe, poeta dell’Immacolata (avviene così che l’aggettivo “Immacolata” si riconduce anche al Cuore, appunto “immacolato”); c’è poi Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, altro devoto della Vergine. Se pensiamo al nostro vicino secolo passato, non possiamo non pensare a San Pio da Pietrelcina. Un giorno chiesero al frate santo perché insistesse tanto a far fare ai fedeli la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Rispose San Pio: “Perché è l'unico posto al mondo in cui Satana non ha messo piede e mai ve lo metterà per prendersi le anime che vi saranno entrate”.

Il ‘900 ha visto una sempre più ampia diffusione del culto. Testimonianza di questa particolare attenzione sono le diverse consacrazioni del mondo al Cuore Immacolato di Maria: Pio XII, 31 ottobre 1942;  San Paolo VI, 21 novembre 1964; San Giovanni Paolo II, 13 maggio 1982; nuovamente San Giovanni Paolo II insieme a tutti i vescovi del mondo, 25 marzo 1984. La consacrazione di San Giovanni Paolo II è una vera e propria poesia alla Vergine. Ogni parola respira di amore filiale, di abbandono completo al Cuore Immacolato di Maria: “O Madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, come mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al tuo Cuore e abbraccia, con l’amore della Madre e della Serva, questo nostro mondo umano, che ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli”. Le ultime due consacrazioni sono avvenute sotto il pontificato di Papa Francesco, il 13 ottobre 2013 e il 25 marzo 2022.