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Giovanni Paolo II a Venezia, la Messa alla Giudecca

Papa Francesco incontrerà le detenute come prima tappa della visita veneziana, Giovanni Paolo II celebrò per loro una Messa lunedì 17 giugno 1985

Giovanni Paolo II |  | Catholic University of Lublin Giovanni Paolo II | | Catholic University of Lublin

Tra il 15 e il 17 giugno 1985 Giovanni Paolo II si recò in visita pastorale in Veneto, sui luoghi di Pio X e Giovanni Paolo I, per arrivare a Venezia come tappa conclusiva il 16 e 17 giugno.

Il programma della visita del Papa era – come sempre – molto intenso e ricco e tra i tanti appuntamenti ne spicca uno analogo – oltre alla Messa in Piazza San Marco - a quello previsto nell’agenda veneziana di Papa Francesco: la visita al carcere femminile della Giudecca.

Papa Francesco incontrerà le detenute come prima tappa della visita veneziana, Giovanni Paolo II celebrò per loro una Messa lunedì 17 giugno 1985.

“Celebrando quest’Eucaristia in mezzo a voi, nel carcere, desidero – disse Giovanni Paolo II alle detenute - che la promessa di Cristo fatta nel Cenacolo, si compia anche su di voi: che il Consolatore, lo Spirito di verità sia con voi; che proprio qui vi insegni ogni verità”.

“Siate amiche fra di voi e sostenete umanamente le difficoltà le une con le altre. Il Signore, che è l’unico a scrutare i cuori – aveva aggiunto il Papa - non potrà che benedire e custodire questa carità nascosta e generosa. Non cedete alla rassegnazione di chi si sente vinto. Dove le persone si incontrano da persone, lì è la vita e la solidarietà che danno speranza”.

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Tutti possiamo sbagliare. La pena – aveva ricordato Giovanni Paolo II - è per una riparazione e un ricupero, e non per una vendetta. So che non è facile entrare in questi pensieri. Voglio dire: non è facile vivere con dignità e pazienza questa pena. Le giornate sono lunghe e i mesi e gli anni non passano mai. Datevi, allora, fiducia reciproca, state in dialogo, apritevi nella confidenza dell’amicizia. Cercate di capirvi e aiutatevi a riscoprire la vostra personalità”.

Alle detenute il Papa aveva rivolto l’invito a ritrovare “la strada che porta verso Dio. Non un Dio qualsiasi, ma quel Dio che si è manifestato Padre nel volto amabilissimo di Gesù di Nazaret. Dio ama per primo. Se vi lasciate incontrare da lui il vostro cuore troverà la pace. Sarà facile rispondere al suo amore con amore. Per capire, basta pensare a Gesù nella croce e al ladro crocifisso con lui, accanto a lui. Lì è la prima e la più bella immagine della nuova umanità: l’umanità della misericordia e del perdono. La Chiesa sa e sente di essere nata lì sulla croce, dentro questa misericordia e questo perdono. Vi assicuro che la Chiesa si impegna ad aiutarvi affinché la realtà sociale e la stessa comunità cristiana si adoperino per creare un clima di accoglienza e di fiducia”.