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Dalle diocesi, dai santuari alla formazione vocazionale

Dopo la Notte dei Santuari ora l'estate è dedicata alla vocazione e alla preprazione del Giubileo

La La " Venuta" nelle Marche | | pd

Lo scorso 1 giugno la “La Notte dei Santuari”, appuntamento annuale dal 2019, promosso dal Collegamento Nazionale dei Santuari Italiani, unitamente all’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI e all’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni. Ieri “La lunga notte delle chiese”, giunta alla nona edizione e promossa dall’associazione di promozione sociale “BellunoLaNotte” sulla scia della “Lange Nacht der Kirchen” – diffusasi ampiamente in Austria e Alto Adige – con la collaborazione di diocesi, parrocchie e altre realtà che negli anni si sono unite alla proposta.

Occasioni queste per richiamare anche i giovani a riscoprire luoghi ricchi di arte, storia ma anche luoghi di preghiera in un tempo difficile e in un momento storico con una grande crisi di vocazioni sia a livello diocesano che a livello di movimenti, congregazioni e famiglie religiose. Le due iniziative sono promosse in segno di vicinanza di tutte le comunità territoriali nei confronti dei Santuari e delle diocesi che costituiscono sempre un riferimento costante nei territori diocesani. Significativo lo slogan de “La lunga notte delle chiese” – con tante iniziative nelle diocesi italiane - che si è svolta ieri notte: “Trovami!” con l’invito  a riscoprire luoghi ma anche a pregare per la pace nel mondo e per le vocazioni. “Una delle grandi sfide per il Popolo di Dio – ha detto papa Francesco all’assemblea plenaria del Dicastero per il clero - è il fatto che, in sempre più aree del mondo, sono in forte calo le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata, e in alcuni Paesi si stanno quasi spegnendo”: “non possiamo rassegnarci al fatto che per tanti giovani è scomparsa dall’orizzonte l’ipotesi di una offerta radicale di vita. Dobbiamo invece riflettere insieme e restare attenti ai segnali dello Spirito e anche questo compito voi potete portarlo avanti grazie alla Pontificia Opera delle vocazioni sacerdotali. Vi invito a riattivare questa realtà, con modalità adatte ai nostri tempi, magari creando rete con le Chiese locali e individuando le buone pratiche da far circolare. Questa è un’opera importante!”.

Recentemente, in occasione dalla Giornata nazionale per le Vocazioni la Conferenza Episcopale Italiana ha prodotto quattro video con quattro storie per testimoniare la propria vocazione. “Anche la vocazione – spiegano dall’Ufficio per la Pastorale delle vocazioni – ha bisogno di un terreno buono perché possa attecchire e di una casa nella quale fare Eucarestia, ringraziamento e benedizione per la Parola ricevuta e il dono di quella fraternità che è offerta della propria vita perché insieme agli altri diventi feconda nella carità, a servizio di tutti. Come la vita, ha bisogno di trovare uno spazio accogliente per nascere, crescere e maturare”. Nei video le testimonianze di don Paolo Catinello, parroco ad Avola (Sr), di sr. Raffaella Spezio, di sr. Maria Chiara Ciccotelli, agostiniana, e del salesiano don Francesco Andreoli che raccontano la nascita della loro vocazione, di come siano stati importanti la parrocchia e l’incontro con sacerdoti e altre persone di fede per capire “l’origine della sete” che avevano dentro.

In questi giorni si sono aperte le iscrizioni al Master formativo in accompagnamento spirituale e relazionale dei giovani rivolto a sacerdoti, religiosi e laici che avrà luogo da settembre 2024 a maggio 2025 con cadenza mensile e che ha per tema “Alzati e va verso Mezzogiorno” promosso dalla Provincia Picena San Giacomo della Marca dei Frati Minori attraverso l’APS “Progetto Nazareth – Terra dei Fioretti”, in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana e l'Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni. Obiettivo del master l’abilitazione professionale in accompagnamento dei giovani. I destinatari privilegiati sono i sacerdoti, i religiosi e i laici che sono impegnati nella cura della pastorale giovanile e vocazionale (sacerdotale e coniugale) e che desiderano sviluppare delle competenze relazionali ed emotive per la cura della persona nei suoi contesti di crescita e di appartenenza.

E proprio i giovani di diverse e religioni  sono stati protagonisti, all’inizio dello scorso mese di maggio, di un momento interreligioso di spiritualità che si è tenuto nell’ambito del Convegno “Domine, quo vadis?”, organizzato dal Servizio Nazionale per la pastorale giovanile a Sacrofano (Rm). “Una forte esperienza di Chiesa” ha detto don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, sottolineando che “bisogna creare reti per stare accanto al mondo giovanile, per accompagnarlo e incoraggiarlo”.

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