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Via Crucis al Colosseo con le meditazioni di Papa Francesco

A presiedere il rito il Cardinal Vicario Generale per la Diocesi di Roma Baldassarre Reina

La Via Crucis al Colosseo |  | Zofia Czubak EWTN
La Via Crucis al Colosseo | Zofia Czubak EWTN
La Via Crucis al Colosseo |  | Zofia Czubak EWTN
La Via Crucis al Colosseo | Zofia Czubak EWTN

 

Una leggera brezza primaverile spira tra gli archi del Colosseo, l’antico Anfiteatro Flavio. E’ la tradizione del “pio esercizio” della Via Crucis presieduto quest’anno dal Cardinal Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. Il Papa non è presente in quanto ancora convalescente dalla polmonite che lo ha colto lo scorso febbraio. Ma è presente, comunque, con i testi delle meditazioni e delle preghiere per le stazioni di questa sera. 

Ed è il cardinal Reina a cominciare il rito con alcune parole di introduzione: “La via del Calvario passa in mezzo alle nostre strade di tutti i giorni. Noi, Signore, andiamo solitamente nella direzione opposta alla tua. Proprio così può capitarci di incontrare il tuo volto, di incrociare il tuo sguardo. Noi procediamo come sempre e tu vieni verso di noi. I tuoi occhi ci leggono il cuore. Allora esitiamo a proseguire come se nulla fosse successo. Possiamo voltarci, guardarti, seguirti. Possiamo immedesimarci nel tuo cammino e intuire che è meglio cambiare direzione. Dopo la meditazione del Papa sulla via di Gesù che vuol dire - secondo Papa Francesco - “preghiera di chi si muove”, ecco che il Cardinal Reina prende la croce per fare il primo tratto all’interno di quella fossa di leoni , il Colosseo, che ha visto le uccisioni di tanti cristiani. 

 

Il passaggio di consegna della croce a dei giovani per la seconda stazione, “Gesù è caricato dalla croce”.Continua la lettura delle meditazioni di Papa Francesco: questa volta il Papa chiede a Gesù di “liberarci dalla stanchezza”, “se ci affanniamo attorno a noi stessi. Se ci pare di non avere forze per dedicarci agli altri. Se cerchiamo scuse per scansare le responsabilità. Se abbiamo talenti e competenze da mettere in campo. Se il nostro cuore vibra ancora davanti all’ingiustizia”. La terza stazione, “Gesù cade per la prima volta” è condotta da alcuni membri della Caritas. Papa Francesco, nel suo testo, ci parla dell’importanza spirituale della caduta di Gesù: “La tua vita, Gesù, è una parabola: non cadi mai invano nella nostra terra”. Interessanti le preghiere di questa parte: guarda gli ultimi, Papa Francesco e chiede “Venga il Tuo Regno” per  “coloro che si sentono falliti”. “Tua madre c’è, sulla via della croce: fu lei la tua prima discepola. Con delicata determinazione, con la sua intelligenza che nel cuore custodisce e ripensa, tua madre c’è. Dall’istante in cui le fu proposto di accoglierti in grembo si voltò, si convertì a te. Piegò le sue vie alle tue. Non fu una rinuncia, ma una scoperta continua, fino al Calvario”: la meditazione di Papa Francesco si concentra sulla Vergine Maria. E’ la stazione quarta che ci racconta l’episodio dell’incontro tra la Madre e il Figlio. A portare la croce, una famiglia. Nelle preghiere, tutto l’amore di Maria per l’umanità: “Ecco mia madre!”, scrive Papa Francesco.  “Mentre qualcuno offre tutto di sé, si può essere altrove, persino in fuga, oppure si può venire coinvolti. Noi crediamo, Gesù, di ricordare il nome di Simone perché quell’imprevisto lo cambiò per sempre. Non smise più di pensarti. Diventò parte del tuo corpo, testimone di prima mano della tua differenza da qualsiasi altro condannato”, così la meditazione per la quinta stazione, “Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce”. Questa volta sono dei membri dell’Unitalsi a portare la croce per questa stazione della Via Crucis. La sesta stazione, “La Veronica asciuga il volto di Gesù”, Papa Francesco si concentra sull’importanza dell’accoglieza così come ha fatto la Veronica con Cristo. “Gesù cade per la seconda volta”: è la settima stazione. Le preghiere di Papa Francesco in questo caso si concentrano sul nostro essere fragili, bambini, anziani: “Siamo bambini che a volte piangono. Siamo adolescenti che si sentono insicuri. Siamo giovani che troppi adulti disprezzano. Siamo adulti che hanno sbagliato. Siamo anziani che vogliono ancora sognare”. La croce è affidata ad alcune donne appertenenti all’ordo Viduarum, al quale appartengono le vedove che intendono vivere nello stato di vita vedovile e che «…mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa», così recita la “Vita Consecrata”, al capitolo 7.

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La meditazione per la nona stazione, affridata ad alcuni padri confessori, entra nel tema del peccato. Gesù guarda il cuore degli uomini: “Gesù, cade ogni ipocrisia. Le maschere, le belle facciate non servono più. Dio vede il cuore. Ama il cuore. Scalda il cuore”. Si arriva così alla decima stazione, quando Gesù è spogliato delle vesti - la croce viene portata dal alcune persone con disabilità - che concentra l’attenzione sulla “nudità” dell’umanità, sulla nudità del Cristo: “Ci conosci uno a uno, per salvare tutti, tutti, tutti. E se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono”. Per la undicesima stazione - “Gesù è inchiodato sulla croce” - sono impegnati a portare la croce alcuni  volontari del Giubileo: “Nemmeno sulla croce sei neutralizzato: tu decidi per chi sei lì. Tu dai attenzione all’uno e all’altro dei crocifissi con te: lasci scivolare gli insulti di uno e accogli l’invocazione dell’altro. Tu dai attenzione a chi ti crocifigge e sai leggere il cuore di chi non sa ciò che fa”, scrive Papa Francesco nella sua meditazione. La dodicesima stazione è affidata ad alcuni migranti: “Gesù muore sulla croce” e il Papa scrive: “A chi ti guarda morire, Signore, tu dai tempo di tornare battendosi il petto: colpendosi il cuore, perché vada in frantumi la sua durezza. A noi, Gesù, che spesso ti guardiamo ancora da lontano, concedi di vivere nella memoria di te, perché un giorno, quando verrai, anche la morte ci trovi vivi”. Sono alcuni operatori sanitari a portare la croce per la tredicesima stazione, quella della deposizione di Gesù dalla croce: “Gesù, uno che non ha abbracciato l’opinione comune. Si carica di te uno che si è caricato delle proprie responsabilità. Sei al tuo posto, Gesù, in grembo a Giuseppe d’Arimatea, che “aspettava il Regno di Dio”. Sei al tuo posto fra chi spera ancora, fra chi non si rassegna a pensare che l’ingiustizia è inevitabile”. La croce per l’ultima stazione, la quattordicesima, “Gesù è deposto nel sepolcro”, è affidata nuovamente - come la prima - al cardinal Vicario Generale Baldassare Reina. 

“Abbiamo percorso la Via della Croce; ci siamo volti all’amore da cui nulla potrà separaci. Ora, mentre il Re dorme e un grande silenzio scende su tutta la terra, facendo nostre le parole di San Francesco invochiamo il dono della conversione del cuore. Alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà”. Con le parole di San Francesco si chiude così questa Via Crucis che non ha visto la presenza fisica del Papa, ma - certamente - le sue parole.