Il 10 dicembre 1988 papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo prelato di Loreto e delegato pontificio per il santuario della Santa Casa e così succede nell'incarico proprio a Loris Francesco Capovilla. Personaggi che hanno fatto la storia grazie anche alle loro testimonianze.
Anche Giovanni Paolo I portò con da Venezia il suo segretario don Diego Lorenzi. E se pure il suo pontificato durò solo 33 giorni, don Diego è ancora il custode delle memorie di Albino Luciani.
Ma oltre al prima segretario si aggiunge spesso un secondo segretario che pure ha molto da raccontare in un pontificato. Come John Magee che fece da ponte tra Paolo VI che lo volle al suo fianco nel 1970, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II.
Il Papa che veniva da Cracovia aveva con se più che un segretario, un amico e un supporto per difendersi dal regime comunista. Ecco ancora il requisito fondamentale: la fiducia.
Così il mondo ha conosciuto quello che oggi è il cardinale Stanisław Dziwisz che ha vissuto con lui circa 40 anni.
Don Stanislao fece diventare il suo ruolo un vero incarico di potere. Abituato a difendere Karol Wojtyła nel periodo del suo episcopato in Polonia, ebbe un influsso molto significativo negli ultimi anni della vita di Giovanni Paolo II quando la malattia lo aveva reso fragile. Ma non solo. Gli anni del Pontificato di Karol Wojtyła segnarono un cambiamento epocale nella comunicazione del Pontefice.
Paolo VI, figlio di giornalista, dopo il Concilio aveva capito l'importanza dei media, ma il passo decisivo lo fece Giovanni Paolo II e in qualche modo grazie a Dziwisz e ad un altro personaggio storico: Joaquin Navarro Valls. Lo spagnolo rivoluzionò il metodo classico della comunicazione del Papa, saltando il passaggio della Segreteria di Stato e parlando direttamente con la Segreteria particolare, appunto con don Stanislao.
Non ne fu particolarmente contento in particolare Angelo Sodano, segretario di Stato che ha gestito il passaggio al pontificato di Benedetto XVI.
E propio Papa Ratzinger ha un po' ridimensionato il ruolo del Segretario particolare. Chiusa l'epoca del rapporto diretto e continua tra "appartamento" e Portavoce, monsignor Georg Gänswein, già segretario del cardinale Ratzinger anche se da poco, è stato un segretario che si occupa del Papa e basta. E ovviamente della sua agenda. La Sala Stampa riprende a passare per la Segreteria di Stato. Con lui per un breve periodo resta monsignor Mieczysław Mokrzycki, da tutti conosciuto in Vaticano come don Mietek. É l'ultimo arrivato al fianco di Giovanni Paolo II negli ultimi anni per essere il supporto alla sua vecchiaia. Sempre insieme al Dziwisz .
Don Mietek, che ora è arcivescovo di Leopoli, cederà il passo ad un maltese della Prefettura. Monsignor Alfred Xuereb. Anche perché la consuetudine vuole che il secondo segretario sia di una nazionalità ecclesiastica diversa dal primo. Don Mietek anche se polacco era incardinato appunto a Leopoli.
Con la rinuncia di Benedetto XVI don Georg, che intanto era stato ordinato arcivescovo, va con il Papa ed è don Alfred a curare il passaggio con il nuovo Papa: Francesco. E qui la storia cambia ancora passo. Perché il Papa argentino non porta con se nessun segretario. E dopo poco fa chiaramente capire a Don Alfred che per lui servono solo dei monsignori generici che smistano la posta. Il ruolo del Segretario particolare sparisce. Papa Francesco mette in crisi il sistema anche della Prefettura, dove è arrivato Gänswein per volere di Benedetto XVI, tenendo una agenda personale e gestendo molte cose in prima persona. Al suo fianco si alternano negli anni alcuni sacerdoti italiani ed argentini di cui non viene nemmeno ricordato il nome. Oggi Gänswein e Xuereb sono nunzi, uno nei Paesi Baltici e l'altro in Marocco.
Ed ecco Papa Leone XIV. Con lui un segretario c'è. Un sacerdote peruviano di neanche 40 anni che viene dalla diocesi dove Prevost è stato vescovo: Chiclayo. Edgard Iván Rimaycuna Inga ha iniziato ad essere segretario del vescovo, fino al 2017 e poi di nuovo dal 2023 quando Prevost è diventato Prefetto del Dicastero per i vescovi. Che tipo di segretario sarà? Per ora, andando sul suo profilo social, si vede un bel rapporto di collaborazione e amicizia. Ad aprile del 2023 scriveva: "Grazie mille, Monsignor Robert Prevost, per tutto, per avermi permesso di lavorare al suo fianco, ma soprattutto per la sua amicizia e fiducia. Prima che mio Vescovo, mio Amico. Buon viaggio e un forte abbraccio! Oremus ad invicem". E ad ottobre arrivava a Roma con entusiasmo e con la nostalgia di lasciare il Perù: "In questi anni ho potuto sperimentare e constatare che in Cattedrale ci si sente molto bene, è un piacere lavorare qui, si è felici di servire nella chiesa principale di Chiclayo. E per questo, insieme alla nostalgia di lasciare questo luogo meraviglioso, c'è la gioia e la consolazione di sapere che lì a Roma mi aspetta un amico con cui continuare a lavorare per il bene della Chiesa. Un nuovo inizio. Roma 2.0". Giovane e social. Nei primi passi del nuovo Papa è sempre al posto giusto, qualche passo indietro ma presente.
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