Roma , sabato, 24. maggio, 2025 14:00 (ACI Stampa).
“Pochi anni dopo, l’arrivo del quadro aveva già segnato il nuovo inizio di Valle di Pompei. Ma neppure il suo fondatore poteva aver chiaro ciò che sarebbe accaduto in seguito; ciò che sarebbe diventata quella landa sperduta bonificata da una fede che dava frutti concreti; cambiava il mondo intorno più dei piani di risanamento sociale. Nascevano le Opere e, soprattutto, si tracciava e si delineava la via di un futuro che oggi possiamo, forse, cogliere in uno dei passaggi cruciali”. Prendiamo spunto dalla lettera alla città scritta dall’arcivescovo-prelato del santuario di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, per il 150° anniversario dell’arrivo del Quadro della Madonna del Rosario a Valle di Pompei, in ricordo di Marianna Farnararo Dee Fusco, che insieme a Bartolo Longo ha fatto nascere a Pompei il Santuario e le Opere di Carità: la contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco in Longo sollecitò i suoi amici nobili napoletani ad offrire un ‘soldo al mese’ per il nascente santuario ed ella stessa contribuì, con i suoi averi, alla costruzione. L’impegno al quale dedicò, però, tutta la sua esistenza è stato la diffusione del culto mariano. Il suo contributo specifico all’opera pompeiana fu la realizzazione dell’Orfanotrofio Femminile, inaugurato nel 1887, e l’amministrazione dei beni del Santuario, amministrazione ‘temporale’, dopo la cessione alla Santa Sede del Santuario e delle opere di Valle di Pompei.
Per comprendere meglio l’opera di Marianna Farnararo, a Marida D’Amora, componente dell’Ufficio Stampa del Pontificio Santuario della beata Vergine del Santo Rosario di Pompei, chiediamo di raccontarcela: “Marianna Farnararo vedova De Fusco in Longo, è stata, assieme a Bartolo Longo, la fondatrice del Santuario e della città di Pompei, delle Opere di Carità e finanche di un Ordine religioso femminile: le Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei. Nata a Monopoli (BA) il 13 dicembre 1836, a quattordici anni si trasferì con la madre a Napoli, andando ad abitare a Port’Alba, nel palazzo nobiliare della famiglia Volpicelli, dove conobbe la loro figlia Caterina.
Tra le due si stabilì subito una profonda amicizia. A 16 anni, Marianna sposò il Conte Albenzio De Fusco di Lettere, ricco proprietario terriero, con possedimenti a Valle di Pompei. Così Marianna divenne ‘Contessa’, titolo con il quale fu chiamata per tutta la vita. Ebbero cinque figli, ma il conte morì nel 1864, lasciandola vedova a soli 28 anni. Ritornata ad abitare a casa Volpicelli, conobbe il giovane avvocato pugliese Bartolo Longo. Grazie a questo incontro la Provvidenza la condurrà per vie impreviste e sconosciute, rendendola moglie dell’avvocato Bartolo Longo e madre di centinaia di bambine orfane”.