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Giornata delle Comunicazioni Sociali: con Paride Petrocchi per condividere la speranza nei mass media

L'intervista al professor Paride Petrocchi, docente di religione, redattore della fraternità redazionale ‘Le Grain de blé’ ed animatore digitale

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“In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo”: così inizia il messaggio per la LIX giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato ‘Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori’, tratto dalla prima lettera dell’apostolo Pietro, che si celebra domenica 1 giugno. 

Il tema, si legge nella nota d’accompagnamento, “pone l’attenzione sul fatto che oggi troppo spesso la comunicazione è violenta, mirata a colpire e non a stabilire i presupposti per il dialogo. È quindi necessario disarmare la comunicazione, purificarla dall’aggressività. Dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social il paradigma che rischia di prevalere è quello della competizione, contrapposizione e volontà di dominio”. 

Partendo da queste sollecitazioni abbiamo colloquiato con il professor Paride Petrocchi, docente di religione, redattore della fraternità redazionale ‘Le Grain de blé’ ed animatore digitale: in quale modo si può condividere con mitezza la speranza che sta nei nostri cuori?

“Questa domanda è interessante perché quando si parla di mitezza il pensiero va al passo evangelico dei miti che erediteranno la terra, perché il mite è colui che non possiede niente, come ha sottolineato san Francesco d’Assisi, e mette tutto nelle mani di Dio. Occorre ricordarci che la speranza è una virtù teologale ed affonda le radici nel dono di Dio”.

‘Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire’.

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Perchè occorre ‘disarmare’ la comunicazione?

“Disarmare la comunicazione consiste nel vivere con mitezza la speranza. Bisogna ricordarci che siamo la luna di un unico sole: non dobbiamo mettere noi al centro, ma Dio, come ha sottolineato papa Leone XIV. Se noi siamo al centro dell’azione è normale che la comunicazione diventa uno spazio da difendere e far vedere che sono l’influencer migliore. Occorre rinunciare all’autoreferenzialità per disinnescare questo meccanismo vigente”.  

 ‘Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato’. 

Come fare comunicazione di ‘prossimità’?

“Bisogna capire a chi io mi faccio prossimo. Questa dinamica richiama al messaggio di papa Francesco, perché nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ c’è l’invito a farsi prossimo. Io mi faccio prossimo a colui verso il quale ci sono. Quindi a base della comunicazione c’è un esserci o cercare di esserci per tutti, soprattutto nei social. Credo molto nei ‘missionari digitali’, la cui ‘forza’ consiste nell’essere ‘finestra’ o ‘porta’ per tutti, a cui bussare quando si è in difficoltà. Questa ‘finestra’ o ‘porta’ può essere una feritoia di grazia, in cui passa veramente l’amore di Dio. Essere prossimo ti permette di far vedere la prossimità di Dio”.

‘Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati’.

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Perchè papa Francesco ha invitato a non ‘dimenticare il cuore’ nella comunicazione?

“Penso che non dimenticare il cuore voglia dire che nel narrare c’è un altro di fronte a noi, che leggerà quelle parole, in quanto attraverso le parole non devo solo informarlo, ma fargli capire che mi sta a cuore”.

 A fine luglio a Roma si svolgerà anche il giubileo dei missionari digitali: in cosa consiste?

“Il giubileo dei missionari digitali è un incontro di due giorni che si terrà a Roma il 28 ed il 29 luglio, in cui tutti i missionari digitali, provenienti da tutto il mondo, vivranno un momento di condivisione riconoscendosi in un’unica missione”

 Cosa è 'le grain de blé’?

“Le grain de ble è un blog di evangelizzazione, od almeno tenta di evangelizzare su webdom non solo con la prima evangelizzazione, ma attraverso approfondimenti e temi di formazione per chi vuole avvicinarsi al cristianesimo; abbiamo pagine sulla liturgia e sui santi oppure su letteratura e spiritualità… Siamo una fraternità redazionale, che fa vita insieme; siamo undici a cui si aggiungono collaboratori esterni in maggioranza marchigiani, provenienti dalle diocesi di Ascoli Piceno ed Jesi. 

Noi della fraternità facciamo del nostro meglio per spargere il seme della Parola di Vita: sentiamo
forte in noi la chiamata a proseguire quest’opera in maniera umile, seguendo il consiglio
dell’apostolo Paolo, che continua: ‘Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con
tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia’. Il blog è www.legraindeble.it ”.