Roma , venerdì, 30. maggio, 2025 16:00 (ACI Stampa).
“In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo”: così inizia il messaggio per la LIX giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato ‘Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori’, tratto dalla prima lettera dell’apostolo Pietro, che si celebra domenica 1 giugno.
Il tema, si legge nella nota d’accompagnamento, “pone l’attenzione sul fatto che oggi troppo spesso la comunicazione è violenta, mirata a colpire e non a stabilire i presupposti per il dialogo. È quindi necessario disarmare la comunicazione, purificarla dall’aggressività. Dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social il paradigma che rischia di prevalere è quello della competizione, contrapposizione e volontà di dominio”.
Partendo da queste sollecitazioni abbiamo colloquiato con il professor Paride Petrocchi, docente di religione, redattore della fraternità redazionale ‘Le Grain de blé’ ed animatore digitale: in quale modo si può condividere con mitezza la speranza che sta nei nostri cuori?
“Questa domanda è interessante perché quando si parla di mitezza il pensiero va al passo evangelico dei miti che erediteranno la terra, perché il mite è colui che non possiede niente, come ha sottolineato san Francesco d’Assisi, e mette tutto nelle mani di Dio. Occorre ricordarci che la speranza è una virtù teologale ed affonda le radici nel dono di Dio”.
‘Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire’.