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Ecco perché Sant’Antonio è così amato nel mondo. La sua festa, le iniziative, il legame con Padova

Padova si prepara a festeggiare il suo santo, Sant’Antonio. Un'intervista al Direttore del Centro studi antoniani

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Padova si prepara a festeggiare il suo santo, Sant’Antonio. Una festa molto sentita, piena di partecipazione, che unisce la città dal punto di vista spirituale, ma anche culturale e civile. Sant’Antonio è un santo venerato in Italia dal Nord al Sud, ma anche nel mondo. Sono tanti gli aspetti che lo rendono un santo speciale e amato. Tante sono le grazie che ogni giorno dispensa. E molti si rivolgono a lui con gesti di profonda devozione. Ne abbiamo parlato con Padre Luciano Bertazzo, Direttore del Centro studi antoniani della Basilica del Santo.

Il 13 giugno è la festa di Sant’Antonio a Padova. Come vi state preparando a questa festa?

È una festa che costituisce un vero appuntamento per la città di Padova. Che riconosce in Antonio certamente il suo protettore, ma anche un punto di riferimento ideale, da sempre. Da vari anni è in corso in particolare il “Giugno Antoniano”, una serie di manifestazioni religiose, culturali, spirituali, musicali a cui partecipano molte attività e società della città di Padova, veramente è una sinfonia di voci che costituiscono il tessuto operativo e connettivo della città di Padova. Il Giugno Antoniano inizia addirittura a novembre, con una serie di manifestazioni che vengono via via programmate e culminano con il mese di Giugno. Ogni giorno ci sono una o più manifestazioni che coinvolgono Camposampiero dove Antonio ebbe il poi il desiderio di morire a Padova. Poi non possiamo non parlare della Tredicina di Sant’Antonio, che inizia il 31 maggio. Ogni giorno vediamo qui la presenza di una diocesi del Triveneto o di gruppi e associazioni, con la presidenza di un vescovo o molte volte c’è il Cardinale Zuppi da Bologna, con la sua calda umanità. 

Ci sono delle novità da segnalare quest’anno nella Basilica del Santo, anche per il Giubileo?

La Basilica del Santo è una delle chiese giubilari ed è stato istituito un itinerario all’interno della Basilica, in 12 tappe all’interno del depliant e tappa per tappa vivere il Giubileo. Un depliant fatto molto bene, dove viene esplicata la dimensione del “pellegrinaggio”. C’è una sorprendente presenza di pellegrini, sul nostro sito Sant’Antonio.org è segnalato giorno dopo giorno il numero dei visitatori che passano di qui, sono tantissimi. La Basilica tutto l’anno ha la sua affluenza, ma un revival significativo lo ha durante la Tredicina e le domeniche successive.  È un misto anche perchè Padova è patrimonio Unesco in quanto è la città con il maggior numero di affreschi, anche grazie alla Basilica del Santo. Questo con il Giubileo ha contribuito notevolmente sul numero di pellegrini e visitatori.

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Perché Sant’Antonio è ancora così amato in tutto il mondo?

Questa è una bella domanda. Il cuore del fenomeno antoniano. Il Centro studi Antoniani ha studiato ripetutamente il motivo di questa devozione universale. La presenza geografica, la presenza dei francescani, Antonio è un santo bipolare, non in senso psichiatrico, ma nel senso che c’è il Sant’Antonio della storia, il predicatore, che ha avuto molta documentazione, sviluppo… pensare che con 4 studiosi stiamo eleborando una nuova biografia di Sant’Antonio in considerazione di tutto questo…. E poi c’è Sant’Antonio come il santo della devozione popolare, quello che lo rilancia nell’aspetto devozionale. Tutte le correnti missionarie della Spagna lo supportano come il santo della devozione popolare. Rappresentato come un giovane con il Bambino, con tutte le ricadute emotive, il santo delle cose perdute! Sono appena usciti due testi in Portogallo che raccolgono tutte le leggende popolari in Portogallo. Antonino, come lo chiamano in Portogallo e al Sud. La devozione ne ha fatto un vero fenomeno. Si è tentato di comprendere questo fenomeno anche con delle inchieste sociologiche ed è uscito fuori che Antonio è un santo importante per persone non credenti o poco credenti perché appartiene all’orizzonte della fede trasmessa dalla famiglia. E soprattutto, cose interessante, per famiglie di cultura medio-alta. Per il Brasile Antonio era il protettore degli schiavi quando scappavano. Ci sono tantissimi culti anche ai Caraibi. Hanno fatto una mostra interessantissima su Sant’Antonio presente anche nella pubblicità.

Il 13 giugno è festa non solo a Padova. Anche in tutta Italia. Sappiamo che Sant’Antonio è passato anche per il Sud ed è molto amato anche lì…

Ad Afragola c’è un santuario antoniano molto importante. Poi c’è un altro santuario nel Sud dove c’era una statua di Sant’Antonio che lacrimava. Nel sud è una presenza consolidata. Un elemento interessante che dobbiamo considerare è il pellegrinaggio che si fa con la reliquia di sant’Antonio. Molto interessante perché c’è una ricezione evangelica incredibile, non è folclore, ma preghiera, evangelizzazione. I vescovi hanno capito la funzione pastorale che può avere questo pellegrinaggio. Questo parte dalla basilica e arriva al sud in nome di Antonio. Quest’anno poi c’è un altro fenomeno: “I cammini di Sant’Antonio, c’è quello famoso da Milazzo a Padova. Quest’anno ci sarà anche l’evento “ricordando Antonio in Francia”, un pellegrinaggio che parte alla fine di giugno per 1300 chilometri. Attraversa le Alpi, la Pianura Padana, con soste e luoghi di accoglienza.

Ha qualche testimonianza legata alle grazie di Sant’Antonio?

A Padova è un fenomeno continuo di grazie. Toccare la pietra verde dove è sepolto Antonio è un’emozione. Quello che si nota è questa affluenza silenziosa, di lacrime, gioia. La devozione della Basilica sta tutta nell’accarezzare quella pietra verde…

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